Emergenza Zika, al lavoro anche gli entomologi

La rete degli istituti Pasteur del mondo sono al lavoro per studiare i meccanismi di infezione del virus e lavorare a un’ipotesi di vaccino. A Roma il gruppo di ricerca di Entomologia Sanitaria sta studiando la zanzara tigre, in fase di pubblicazione le osservazioni sulla lotta integrata alle zanzare adulte e allo stadio larvale

di Redazione

Oggi è conosciuto in tutto il mondo, ma fino a poco tempo fa è rimasto sconosciuto ai più benché sia stato identificato per la prima volta in Africa nel 1947. Stiamo parlando dell’arbovirus Zika, responsabile di un’epidemia che ha colpito l’America meridionale e centrale e che, nell’era della globalizzazione, minaccia di espandersi velocemente in tutto il mondo. «L’emergenza sanitaria è doverosa vista la mancanza di vaccini e il sospetto che all’infezione siano associate malformazioni fetali (microcefalia) e una malattia autoimmune del sistema nervoso che colpisce l’adulto (Sindrome di Guillain-Barré)», spiega John Hiscott – direttore del Laboratorio Pasteur Italia. «Come esperto virologo sono stato contattato dai colleghi dall’Istituto Pasteur-Fondazione Oswaldo Cruz (Fiocruz) in Brasile e abbiamo avviato una collaborazione per studiare i meccanismi di infezione del virus e lavorare a un’ipotesi di vaccino».

La rete degli Istituti Pasteur nel mondo

Tutti gli Istituti presenti nelle aree dei primi focolai di infezione (Istituti Pasteur IP della Guyana Francese e del Guadalupe e Fiocruz, l’IP del Brasile) hanno da subito avuto un ruolo centrale come “sentinelle” del virus. Oggi svolgono un’azione di sensibilizzazione specialmente rivolta alle donne in gravidanza e fronteggiano l’emergenza con l’aiuto di tutti gli Istituti della Rete Internazionale.

Gli entomologi dell’Istituto Pasteur della Guyana studiano la zanzara che trasmette il virus, monitorandone tra l’altro la resistenza agli insetticidi. Gli esperti della sede di Parigi collaborano con i colleghi dell’Istituto del Guadalupe per analizzare la capacità di contrarre e trasmettere il virus delle diverse specie di zanzare Aedes presenti nelle Americhe e in Europa: è un lavoro fondamentale, che aiuterà a valutare la portata dell’epidemia e il rischio che si espanda in Europa.

A Roma, il gruppo di ricerca di Entomologia Sanitaria coordinato da Alessandra della Torre nel Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive della Sapienza e Istituto Pasteur Italia da anni studia la Aedes albopictus, la cosiddetta “zanzara tigre”, potenziale vettore di virus patogeni per l’uomo, tra i quali lo Zika.
È in corso di pubblicazione proprio in questi giorni sulla rivista PLoS Tropical Neglected Deseases una ricerca coordinata da Beniamino Caputo con il contributo del borsista Pasteur Mattia Manica sulla valutazione di attività di controllo effettuate nell’area del Policlinico Umberto I di Roma, in cui si dimostra come una strategia di lotta integrata contro zanzare adulte e allo stadio larvale consenta di sopprimere il picco stagionale di densità delle zanzare, riscontrato in assenza di trattamenti.
Lo studio dei determinanti eco-climatici delle aree e dei periodi di maggiore densità di zanzara tigre consente inoltre interventi di controllo e bonifica più mirati, nonché la valutazione del rischio di trasmissione autoctona in Italia di virus esotici a partire da casi di “importazione” di virus da parte di viaggiatori provenienti da aree endemiche. Infine, la determinazione del grado di resistenza delle zanzare ai prodotti insetticidi di più largo utilizzo fornisce informazioni di base essenziali per la corretta pianificazione di interventi di controllo.


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