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Isee: basta contestarlo per togliere le indennità dal reddito

È possibile contestare l'Isee calcolato con le indennità incluse nel reddito: il ricalcolo dell'Inps recepisce quando stabilito dalle sentenze del Consiglio di Stato, avvantaggiando le famiglie. Chiarimenti anche sul fronte dei servizi sociali e sociosanitario: vale per tutti l'Isee ristretto

di Sara De Carli

Sul sito dell’Inps, nella sezione Isee, da qualche giorno è comparso un nuovo bottone, quello della “contestazione”. È la strada per correggere l’Isee calcolato secondo le regole che invece a fine febbraio il Consiglio di Stato ha dichiarato illecite. Contestando l’Isee si possono quindi inserire pari a zero le indennità (la sentenza del Consiglio di Stato aveva infatti stabilito che non sono da considerare nell’Indicatore della Situazione reddituale le provvidenze ed i benefici economici erogati dallo Stato per “compensare” la condizione di disabilità) e chiedere l’applicazione delle franchigie massime nel caso di adulti maggiorenni (per i minorenni erano previste dal nuovo Isee franchigie più alte). «Ho fatto la contestazione settimana scorsa, appena l’Inps ha inserito questa possibilità sul sito», spiega Maria Simona Bellini, presidente del Coordinamento Nazionale Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi: «Ho già la risposta, con un Isee corretto: non vengono inserite le indennità di accompagnamento e sono state applicate correttamente le franchigie. Il risultato cambia completamente».

La strada quindi pare aperta. Diverse altre famiglie che nei giorni scorsi avevano chiesto la rideterminazione dell'Isee hanno ricevuto dall’Inps (al Coordinamento hanno raccolto più di una comunicazione proveniente da territori diversi e a firma di diversi dirigenti ma con identico testo) che è possibile correggere l'Isee applicando la Sentenza del Consiglio di Stato che lo ha reso illegittimo: «Sotto il profilo pratico e procedurale, onde evitare la perdita di opportunità, si fa presente che l'attestazione Isee rilasciata dall'Inps può essere contestata per far rilevare le inesattezze riscontrate nei dati relativi ai trattamenti acquisiti dagli archivi dell'Inps».

Il punto è che il calcolo corretto non avviene in automatico: la premessa necessaria è la contestazione. «Quindi è importantissimo che la notizia di questa opportunità arrivi a tutte le famiglie. Fino a poco fa sul sito dell’Inps c’era solo la possibilità di rettifica, ora c’è la contestazione. Chi ha presentato l’Isee online può contestarlo online, chi l’ha fatto tramite Caf deve farlo tramite Caf: alcuni sono disponibili, altri dicono di non sapere nulla, ma nei fatti abbiamo visto che basta cambiare Caf per accedere alla contestazione».

L’altro tema è quello delle famiglie che nemmeno hanno presentato l’Isee, sapendo che con le regole in vigore e quindi con il conteggio delle indennità sarebbero stati comunque al di sopra delle soglie stabilite dai Comuni per i servizi: «Il mio suggerimento è di farlo ora e nel caso in cui le indennità venissero automaticamente inserite nel reddito, procedere alla contestazione».

In questi giorni c'è anche una seconda novità sul fronte Isee: per tutti i servizi di natura sociale e sociosanitaria rivolti alle persone con disabilità deve essere applicato l'Isee ristretto. Molti Comuni e anche Regione Lombardia avevano infatti interpretato il Dpcm 159/2013 in modo da escludere alcuni servizi rivolti alle persone con disabilità (tra cui CSE e SFA) da quelli per cui è possibile richiedere l'applicazione dell'Isee ristretto per la compartecipazione alla spesa. Ora invece l'INPS ha chiarito definitivamente la questione pubblicando sul proprio sito le FAQ sull’Isee: tra i quesiti a cui dà risposta ce n’è uno (V_27 del 26 gennaio 2016, a pagina 47) che riguarda proprio il campo di applicazione dell'ISEE sociosanitario. «Quale Isee richiedere per concedere prestazioni agevolate (integrazioni rette) in ordine alla frequenza di un CSE?», recita la domanda. «In estrema sintesi si afferma che il CSE deve essere ricompreso tra i servizi per cui chiedere l'ISEE sociosanitario purché la persona abbia ottenuto il riconoscimento formale del grado di disabilità non autosufficienza», risponde l’Inps.

«Conformemente a quanto già affermato dal nostro servizio legale, Inps ritiene che tutti i servizi, sia quelli di natura sociale, sia quelli di natura sociosanitaria rivolti alle persone con disabilità siano da ricomprendere nella nozione di prestazione agevolata di natura sociosanitaria e quindi debba essere applicato l'Isee ristretto», commenta Gaetano De Luca, avvocato del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi di Ledha, nel diffondere la notizia. Per Alberto Fontana, presidente di Ledha, «sulla base di quanto affermato dall'Inps in questa risposta, chiediamo che Regione Lombardia intervenga sulle linee guida pubblicate lo scorso marzo e le modifichi, applicando così un criterio che garantisca un'equa compartecipazione alle spese per le persone con disabilità».

Foto ANNE-CHRISTINE POUJOULAT/AFP/GettyImages


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