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Cooperazione & Relazioni internazionali

Asgi e Firdaus: “Violati i diritti dei migranti al confine italo-svizzero”

Le due associazioni a tutela dei diritti umani pubblicano un rapporto che parla di 7mila riammissioni nei mesi di luglio e agosto 2016, di cui 60 riguardanti minori non accompagnati, "molte delle quali avrebbero avuto negato il loro diritto al ricongiungimento con familiari". Ecco i dettagli e il documento scaricabile

di Redazione

"Riscontriamo numerose violazioni della normativa vigente, riscontrabili nell’ambito dei respingimenti di cittadini stranieri effettuati negli ultimi mesi alla frontiera di Chiasso". A denunciarlo l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) e l’associazione svizzera Firdaus. "Fondamentali norme internazionali – come la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo – europee – Codice Frontiere Schengen, Regolamento Dublino III, Regolamento Eurodac – e nazionali risultano essere state violate sia dalle autorità svizzere che da quelle italiane", affermano le associazioni in un rapporto dettagliato che riguarda i mesi di luglio e agosto 2016 ."Le autorità svizzere hanno effettuato quasi 7mila riammissioni in Italia di cittadini stranieri, delle quali almeno 600 hanno riguardato minori non accompagnati", in base alle informazioni raccolte dalle associazioni, "e risulta che molte delle persone respinte avrebbero diritto, una volta presentata domanda di asilo, ad essere ricongiunte ai familiari che si trovano in Svizzera o in altri Stati europei, ai sensi del Regolamento Dublino III, o di chiedere la relocation".

“Quasi tutti i migranti che abbiamo ascoltato riferiscono di non aver mai ricevuto adeguate informazioni riguardo a tali diritti e più in generale sulla protezione internazionale, né all’arrivo in Italia né successivamente” afferma Anna Brambilla dell’ASGI “Sia alle frontiere italiane che a quelle svizzere si riscontra una grave carenza di servizi di informazione e orientamento legale, oltre che di interpreti delle lingue maggiormente diffuse tra questi migranti”. Le autorità svizzere affermano di respingere in Italia solo coloro che non intendono chiedere asilo in Svizzera. Al contrario, "molti dei migranti respinti hanno dichiarato di aver tentato di presentare domanda di protezione internazionale in Svizzera, sia oralmente che consegnando una dichiarazione scritta, ma di non aver potuto formalizzare la domanda".

“Dal nostro punto di vista, il diritto di chiedere asilo non è stato e non sarà garantito se ciascuna delle persone respinte dal confine svizzero non potrà nuovamente esprimersi sulla propria volontà di chiedere protezione internazionale alla Svizzera, “ha dichiarato Lisa Bosia Mirra, presidente dell’associazione Firdaus e consigliera regionale del Ticino, da anni in prima linea per i diritti umani dei migranti, che questa mattina è stata fermata dalla Polizia elvetica (l'accusa che si sta formalizzando sembra essere quella del favoreggiamento all'immigrazione illegale, dato che avrebbe trasportato dei migranti da un confine all'altro). “Oggi è impossibile determinare chi tra loro avrebbe voluto chiedere asilo al nostro Paese e chi invece voleva semplicemente attraversarlo per raggiungere altre destinazioni”.

Diverse le violazioni riscontrate attraverso le testimonianze raccolte dalle organizzazioni: "si va dai controlli sistematici in frontiera sulle persone di pelle nera, in violazione delle norme che li vietano alle frontiere interne dell’Area Schengen e della normativa antidiscriminazione, alle possibili 'espulsioni collettive', come i respingimenti di gruppi di migranti, tra cui anche minori non accompagnati e persone con disabilità, senza che risulti esservi stata una valutazione su base individuale".

Le persone respinte, inoltre, "non hanno ricevuto alcun provvedimento scritto, e dunque non hanno avuto alcuna possibilità di presentare ricorso, in violazione del diritto a un ricorso effettivo previsto dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla legge", mette in risalto il rapporto. "Particolarmente gravi le violazioni dei diritti dei minori non accompagnati, riconosciuti dalla Convenzione sui diritti del fanciullo e dalle norme europee e nazionali. Il superiore interesse del minore, infatti, non è evidentemente stato tenuto in alcuna considerazione dalle autorità svizzere nel disporre i respingimenti di questi minori. La maggior parte dei minori non accompagnati riammessi in Italia, inoltre, non sono stati collocati in strutture di accoglienza per minori, né per essi risulta esser stato nominato un tutore, secondo quanto previsto dalla legge".

Foto: milanoinmovimento.com


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