Sostenibilità sociale e ambientale

Spreco, buttati 1400 euro l’anno a famiglia: i sei sistemi più efficaci per ridurlo

Domani 5 febbraio è la Giornata nazionale di prevenzione degli sprechi alimentari: in Italia buttiamo cibo per un valore di 360 euro l'anno pro capite, l'1% del Pil. Ma la maggioranza dei cittadini ora sa che "deve fare qualcosa". Ecco i sistemi quotidiani più efficaci per ridurre la percentuale di cibo buttato

di Gabriella Meroni

Ogni anno in Italia si sprecano 16 miliardi di euro di cibo, l’1% del Pil, e soprattutto nelle case: circa 145 kg all’anno per famiglia, pari al 75% dello spreco complessivo in Italia, per un costo di 360 euro l’anno (oltre 1400 euro per una famiglia-tipo di quattro persone). Sono questi i dati principali contenuti nella ricerca dell’Osservatorio nazionale Waste Watcher, di Last Minute Market/Swg presentata in occasione della IV Giornata nazionale di prevenzione degli sprechi alimentari che si celebra domenica 5 febbraio. Allo spreco domestico vanno sommate le perdite in campo (ca 1 miliardo e 25 milioni), gli sprechi nell’industria (ca 1 miliardo e 160 milioni) e nella distribuzione (ca 1 miliardo e 430 milioni). Si arriva così al valore di 15 miliardi e 615 milioni di spreco alimentare annuo, riferito all’anno 2015.

Dalla nuova rilevazione Waste Watcher emerge anche che la maggioranza dei cittadini, pur essendo poco informati sulle iniziative legislative antispreco (il 90% non conosce affatto la nuova legge entrata in vigore qualche mese fa), è consapevole della necessità di ridurre gli sprechi: il 57% degli italiani mette in atto comportamenti di sensibilità e prevenzione degli sprechi, mentre il 43% rimane ancora incurante o manifesta comportamenti incoerenti (27%) o decisamente spreconi (12%). Buone notizie anche per quanto riguarda i comportamenti che fanno la differenza e prevengono gli sprechi. Eccone cinque particolarmente efficaci, messi in atto dagli intervistati: il 65% controlla la dispensa per rendersi conto di cosa serve veramente prima della spesa; l’85% fa una lista della spesa da compilare prima di entrare al supermercato per evitare acquisti inutili; il 53% congela i cibi che non si mangeranno a breve; il 52% presta attenzione alle quantità di cibo che intende cucinare, e il 50% raccomanda di verificare che i cibi scaduti siano davvero andati a male, prima di buttarli.

Intanto, arrivano da Roma i primi risultati di un progetto antispreco promosso dalle Acli, il pane A Chi Serve 2.0", che ha permesso di recuperare quasi 48 tonnellate di pane per un valore economico di 135mila euro circa, raggiungendo oltre 2.100 indigenti ogni giorno e accompagnando oltre 413mila pasti con un incremento del 25% rispetto all'anno precedente.

Il progetto, che consiste nel recuperare il pane invenduto ma ancora buono in 42 forni della Capitale ridistribuendolo poi agli enti di carità romani, è giunto alla seconda edizione implementando nuovi strumenti e processi, ma basandosi sempre sulla passione e sulla fondamentale presenza dei volontari che hanno percorso oltre 9.000 km nella città a bordo dei mezzi adibiti alla distribuzione dei generi alimentari. «Le ACLI di Roma», dichiara la presidente Lidia Borzì, «si stanno impegnando da anni nella lotta contro gli sprechi alimentari. Sono, infatti, oltre 20.000 i generi, tra gelati, bevande analcoliche e prodotti dolciari da forno, che abbiamo consegnato nel 2016 agli enti di carità con cui collaboriamo. Un progetto vero e proprio moltiplicatore di solidarietà».


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