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Pasto sospeso, la solidarietà è servita

Tra Milano e Roma si moltiplicano le iniziative per offrire pasti alle persone in difficoltà. Una cartina di tutte le inziative più importanti

di Mara Cinquepalmi

A tavola c’è gusto ad essere solidali e il sapore della solidarietà oggi si chiama pasto sospeso. Dalla tradizione napoletana del “caffè sospeso”, ovvero lasciar pagato un caffè ad uno sconosciuto, è nato il pasto sospeso, un modo per aiutare gli altri che si sta diffondendo in diverse città e in varie forme.

Con Expo 2015 Milano è diventata la capitale mondiale del cibo, ma occorreva andare oltre i buoni propositi dell’Esposizione universale. Così è nata la Cena Sospesa, promossa da Caritas Ambrosiana, Fipe, Confcommercio ed Epam e patrocinata dal Comune di Milano.

Nel corso del 2016, le offerte raccolte hanno permesso di ridistribuire 4mila buoni pasto per un totale di 20mila euro. Le donazioni dei clienti dei ristoranti che hanno aderito al progetto vengono raccolte da volontari Caritas Ambrosiana e convertite in ticket restaurant. Questi sono poi assegnati alle persone in difficoltà assistite dai centri di ascolto parrocchiali. Grazie alle donazioni raccolte sono stati 77 i disoccupati che sono stati impegnati in progetti di riqualificazione professionale. Ognuno di loro ha potuto beneficiare dei buoni in un periodo di formazione da 3 a 6 mesi, in modo continuativo. Ad oggi sono 23 i ristoranti che hanno aderito al progetto e Caritas Ambrosiana ha portato l’iniziativa anche a Bergamo.

Il Rotary Club Monza Villa Reale ha lanciato il progetto Pasto sospeso a metà dicembre dello scorso anno e da allora sono state raccolte 1164 donazioni per circa 6mila euro.
Il progetto sostiene le strutture che sul territorio forniscono pasti gratuiti, come l’associazione San Vincenzo de Paoli che aiuta famiglie e persone in difficoltà con la distribuzione del “Pacco alimentare” (nel 2015 ne sono stati distribuiti circa 28.000 aiutando più di 3.600 persone) ed eroga presso il Centro polifunzionale Asilo notturno, in convenzione con il Comune di Monza, 90 pasti al giorno.

«Raccogliamo», racconta a Vita.it Fabio Massimo Marchetti, coordinatore del progetto, «circa 1500 euro a settimana e ora stanno aumentando. Al momento sono coinvolti 28 ristoranti, ma abbiamo altre richieste».

Il caffè sospeso è un’usanza di cortesia, il pasto sospeso è l’offerta dell’indispensabile a chi ne manca. In comune hanno la sosta in un posto favorevole ai sorrisi

Erri De Luca

La donazione viene inviata direttamente alla San Vincenzo de Paoli e al progetto possono aderire anche aziende o fondazioni in qualità di sponsor con diversi livelli di donazione. «Il progetto – continua Marchetti – sta crescendo in modo significativo ed è bello vedere che anche i ristoranti blasonati si siano messi in gioco o le piccole strutture che riescono a generare volumi di donazioni importanti. Questo significa che c’è una risposta importante da parte del territorio».

L’Osteria sociale La tela si trova a Rescaldina, in provincia di Milano, ed è un bene confiscato alla ‘ndrangheta che il Comune ha assegnato alla cooperativa sociale Arcadia. Da un mese in questo ristorante del buon essere, come si definiscono, è attivo un progetto di pasto sospeso rivolto alle persone in difficoltà. «C’è un cartello accanto alla cassa – spiega Giovanni Arzuffi della cooperativa Arcadia e coordinatore del progetto – dove spieghiamo ai clienti di cosa si tratta. Poi ognuno mette quello che si sente di dare». A fine mese viene comunicato il totale al Comune che emette buoni da 10 euro per le persone seguite dai Servizi sociali.

«A gennaio – continua Arzuffi – abbiamo raccolto 190 euro e a metà febbraio siamo già a 170. C’è una risposta positiva, ma chi frequenta questo posto ha già una sua sensibilità, sa che si può fare impresa sociale nella piena legalità e poi si mangia anche bene». Al progetto hanno aderito anche due macellerie, un altro ristorante e un negozio di abbigliamento.

A Roma, invece, Luna e l’altra, il punto ristoro della Casa internazionale delle Donne, offre la possibilità a chi frequenta il bar ristorante di donare 5 euro per offrire un pasto caldo ai migranti. L’iniziativa è parte del progetto Tavole solidali di Slow Food Roma insieme a Baobab experience.

È nata solo qualche settimana fa, ma ha già riscosso un grande successo la campagna promossa, sempre a Roma, dalla Casetta Rossa, spazio sociale autogestito alla Garbatella promotore negli ultimi anni di importanti iniziative, insieme a Chef Rubio ed Erri De Luca.

Donando 5 euro direttamente alla Casetta Rossa o con un bonifico è possibile offrire uno o più pasti ai migranti transitanti ospitati da Baobab Experience e a quanti vivono in condizioni di disagio e povertà.

Il cibo unisce i popoli e, come ha scritto Erri De Luca alla presentazione del progetto, «il caffè sospeso è un’usanza di cortesia, il pasto sospeso è l’offerta dell’indispensabile a chi ne manca. In comune hanno la sosta in un posto favorevole ai sorrisi».


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