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Sanità & Ricerca

Corsa ai vaccini, ma non c’è epidemia di meningite

Dopo l'ultimo caso (un adolescente ricoverato al San Raffaele) nel milanese cresce la paura: dall'inizio dell'anno i casi sono undici. Fabrizio Pregliasco, professore di Igiene all'Università Statale, nonché presidente Anpas spiega: «il numero dei casi negli ultimi anni è costante. E questa corsa alla vaccinazione è positiva per ridurre la percentuale di portatori sani nelle giovani generazioni».

di Antonietta Nembri

È di sabato 18 febbraio l’ultimo ricovero per meningite nel milanese – un 14enne ricoverato al San Raffaele – che fa salire a undici il numero dei malati dall’inizio dell’anno. Due i decessi (l’insegnate Vittoria Patti di 54 anni e la catechista 49enne Clara Arrigoni).
In una nota della Regione, l’assessore reginale alla Sanità Giulio Gallera annuncia che «Alla luce di questo nuovo caso, nonostante il tasso di incidenza dei casi di meningite nella nostra regione sia ancora coerente con quello degli scorsi ann»i, sarà convocata una riunione «affinché si avvii un approfondimento sul quadro epidemiologico ed eventuali azioni da adottare, con i massimi esperti di Igiene pubblica e Infettivologia».

Ma davvero la situazione non è preoccupante? Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Pregliasco, che non solo è presidente nazionale di Anpas, ma è anche un virologo e professore di Igiene all’Università statale di Milano. «Se guardiamo i macro dati, a livello italiano l’incidenza è costante sul migliaio di casi l’anno», rassicura e spiega: «Sui giornali si scrive meningite, ma è una definizione ombrello occorre capire quali sono le cause se sono virali, piuttosto che batteriche. Queste ultime più gravi anche a seconda del ceppo di meningococco interessato. Di per sé si tratta di una malattia che porta al decesso nel 10% dei casi, in Italia abbiamo avuto 36 morti da meningococco C – il più aggressivo – negli ultimi 4 anni. Per gli incidenti stradali i morti all’anno sono circa 3.500».

Tanto rumore per nulla allora? «La meningite è una malattia che spaventa più della sua diffusione» continua Pregliasco. «Anche perché non va dimenticato che ci sono portatori sani: uno su dieci».

A leggere i dati ufficiali del ministero della sanità emerge quanto in realtà i numeri siano costanti negli ultimi anni: «nel 2016 sono stati segnalati 178 casi di meningite da meningococco, con un’incidenza in lieve aumento rispetto al triennio 2012-14, ma in diminuzione rispetto al 2015. Ciò è dovuto alla presenza in Toscana di una trasmissione più elevata che nel resto d’Italia, dove la situazione è costante, soprattutto per quanto riguarda l’infezione da meningococco di tipo C negli adulti già notata nel corso del 2014», sempre nella nota del ministero «la letalità della meningite è di circa il 10% nei casi dovuti a pneumococco (98 deceduti su 940 pazienti nel 2016) e di circa il 12% nei casi da meningococco (21 su 178 pazienti), che aumenta al 23% nel caso in cui il ceppo di meningococco sia il C (13 su 51 pazienti)».

«Oggi c’è più attenzione e l’aspetto incredibile è che ha scatenato una corsa alla vaccinazione che si potrebbe definire ingiustificato, ma è positivo in questo clima anti vaccinale il rilancio delle vaccinazioni, anche se – continua Pregliasco – l’Ats di Milano segnala che tra quanti prenotano la vaccinazione il 30% non si presenta». In pratica si legge la notizia di un nuovo caso e si corre a prenotare la vaccinazione – perfrotneggaire a paura diffusasi nella popolazione ai cittadini lombardi l’assessorato alla sanità ha offerto la possibilità di vaccinarsi contro la meningite a prezzi calmierati – «è un effetto dovuto alla percezione. Certo che la stampa amplifica la storia di ogni nuovo caso si ha l’idea che sia in atto un’epidemia, cosa che non è».

Per Pregliasco è molto positivo il fatto che il nuovo piano vaccini, inserito nei Lea preveda la vaccinazione per i neonati, i bambini e gli adolescenti «Una vaccinazione estesa delle nuove generazione porta a ridurre il numero dei portatori sani». Da gennaio possono vaccinarsi gratis contro il meningococco B tutti i neonati, sempre dal 2017 agli adolescenti tra i 12 e i 15 anni viene offerto gratuitamente il tetravalente (anti A-C. W135-Y).

In apertura foto di Philippe Desmazes/Afp/Getty Images


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