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Earth Hour: un’ora al buio per salvare il pianeta

“Sul clima dobbiamo agire ora, domani sarà troppo tardi”: questo l'appello di Wwf in occasione dell'Ora della Terra, l'evento globale che sabato 25 marzo dalle 20,30 invita a spegnere le luci per un'ora. Il riscaldamento globale sta sciogliendo i ghiacciai del mondo a un ritmo accelerato avvicinando la sesta estinzione di massa. In Italia hanno aderito oltre 400 Comuni

di Antonietta Nembri

Sul clima dobbiamo agire ora, domani sarà troppo tardi” È questo l’appello alla vigilia dell’Earth Hour- Ora della Terra, il più grande evento globale per sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sul cambiamento climatico e sull’urgenza di agire ora. Sabato 25 marzo, alle ore 20,30 scatterà infatti l’ora della terrà, l’invito a spegnere per un’ora le luci: un appello globale che per 24 ore farà il giro della terra a partire dalle isole Samoa. Da dieci anni la partecipazione è sempre più massiccia, lo scorso anno all’iniziativa promossa da Wwf parteciparono ben 178 Paesi spegnendo le principali icone mondiali come l’Opera House di Sydney, il Cristo Redentore a Rio de Janeiro, la Torre Eiffel, il Ponte sul Bosforo. In Italia sono oltre 400 i Comuni che hanno aderito e per un’ora saranno spente anche le luci delle facciate dei palazzi istituzionali (Quirinale, palazzo Madama e Montecitorio) come nelle passate edizioni e si spegneranno anche altre icone di Roma come San Pietro e il Colosso.

Sabato un’ora di buio ha l’obiettivo di far riflettere su come l’effetto clima sulle specie animali e vegetali sia un amplificatore della “sesta estinzione di massa” che, diversamente dalle prime cinque già avvenute sul nostro pianeta non nasce da fenomeni geologici naturali, ma è causata da una sola specie: l’uomo.
A confermarlo il report “Cambiamenti climatici e sesta estinzione di massa” che è stato diffuso dal Wwf alla vigilia di Earth Hour-Ora della Terra

Nella Mappa delle specie a rischio stilata dal Wwf (qui sotto) ci sono orsi polari, pinguini, balene franche e leopardi delle nevi ma anche stambecchi, anfibi, fringuelli alpini e persino l’abete bianco, il tipico albero di Natale delle regioni settentrionali, tutte specie che stanno soffrendo come non mai l’aumento della temperatura e gli altri effetti dei cambiamenti climatici.

È di questi giorni la conferma della riduzione dell’estensione dei ghiacci marini più impressionante mai registrata in Artico, dove vive questa specie: il ghiaccio marino dell’Artico ha visto il livello minimo primaverile mai registrato in 38 anni di misurazioni satellitari. La sua estensione massima si è ridotta al ritmo del 3% ogni 10 anni. In aggiunta alle tante e complesse conseguenze per il sistema climatico, per gli orsi bianchi tutto diventa difficile in quanto hanno bisogno di superficie ghiacciata sia per scavare la propria tana sia per inseguire le prede. Inoltre il World Glacier Monitoring Service (Wgms) ha documentato un declino senza precedenti dei ghiacciai al livello globale che si è verificato dagli inizi del 21° secolo. Questi “serbatoi d’acqua” si stanno ritirando in tutto il pianeta e perdono massa; le osservazioni glaciologiche e geodetiche dei primi anni del 21° secolo dimostrano che la perdita di massa è senza precedenti su scala globale. Anche nel nostro Paese le cose non vanno bene: il Catasto dei Ghiacciai Italiani del Comitato Glaciologico Italiano (CGI-CNR) presentato nel 2015 sottolinea come rispetto al catasto del periodo 1959-1962 i ghiacciai italiani abbiano subito una riduzione della copertura glaciale del 30%.Un problema che ci riguarda anche da molto vicino – ricorda una nota di Wwf – dato che anche le Alpi sono un vero e proprio serbatoio d’acqua d’Europa: la loro rete di acqua dolce che dalle cime innevate dell'arco alpino scorre per 9000 chilometri fino ai delta del Mediterraneo, al Mare del Nord e addirittura al Mar Nero, fornisce servizi vitali a decine di migliaia di specie e centinaia di milioni di persone, alimentando industrie, produzioni agricole e attività umane in tutta Europa.

«Ormai la scienza ci dice che i cambiamenti climatici ci stanno conducendo in un territorio ignoto, mai visto da quando esiste l’esperienza della civiltà umana. Questo territorio ignoto è drammaticamente collegato con quella che il Wwf ricorda essere la sesta estinzione di massa della ricchezza della vita sulla terra» commenta Donatella Bianchi, presidente di Wwf Italia. «Earth Hour, che si svolge sabato 25 marzo, è il nostro modo di chiedere a tutte le persone di mobilitarsi e diventare parte attiva del cambiamento: attraverso un piccolo gesto personale (quello di spegnere le luci per un’ora) un impegno concreto nei confronti del nostro Pianeta. Sabato il popolo di Earth Hour, fatto di persone, comunità e organizzazioni farà sentire di nuovo la propria voce per chiedere di accelerare gli impegni verso una rapida decarbonizzazione delle nostre economie e per limitare il riscaldamento secondo l’impegno assunto con l’Accordo di Parigi: agli accordi e agli impegni, ora, devono seguire i fatti, concreti e misurabili».

Bianchi sottolinea come il cambiamento climatico abbia «tanti volti e impatti diversi in ogni angolo del pianeta, ma la realtà è uguale per tutti. un fenomeno che sta imponendo un’accelerazione e moltiplicazione dei fenomeni, in alcuni casi aumentando la domanda di acqua e restringendo la sua disponibilità, per esempio con le ondate di calore e la siccità. O si cambia subito, mettendo in atto le strategie di salvaguardia, tutela, efficienza d’uso insieme, o il problema diventerà esplosivo, particolarmente nell’area del Mediterraneo e Medio Oriente».

Gli ambienti più colpiti dal cambiamento sono quelli del freddo, dai poli alle vette alpine (sulle Alpi abbiamo perso il 40% della superficie dei ghiacciai negli ultimi 40 anni) e himalayane (a grande rischio il leopardo delle nevi), ma la classe animale più colpita è quella degli anfibi , come l’ululone dal ventre giallo: a causa dei loro complessi cicli vitali che si svolgono tra terra e acque dolci, dove si fanno sentire siccità o regime delle precipitazioni, il 33% di queste specie è inserito nella lista rossa Iucn (International Union for Conservation of Nature). In totale si tratta di circa 700 specie.

L’Ora della terra in Italia vedrà moltissimi monumenti italiani simbolo coinvolti: Piazza San Marco a Venezia e le sedi della Giunta regionale, la Villa Contarini di Piazzola sul Brenta e Mastio Federiciano sul colle della Rocca di Monselice; a Firenze Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio e Torre di Arnolfo, Cupola del Duomo, Statua del David a Piazzale Michelangelo, Basilica di Santa Croce, Palazzo Medici Riccardi, l’Abbazia San Miniato al Monte. A Milano, oltre al Castello Sforzesco, l’UniCredit Tower e anche l’edificio più alto d’Italia, la Torre Allianz. A Torino la Mole Antonelliana, il Duomo, la Basilica di Superga, Palazzo Civico, Chiesa della Gran Madre di Dio, la Chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini; e poi l’Arena di Verona, la Scalinata del Pincio a Bologna, Piazza del Ferrarese a Bari, a Palermo il Palazzo delle Aquile, Piazza Pretoria, la facciata del Teatro Politeama; a Napoli il Castel dell’Ovo, del Maschio Angioino, Palazzo del Municipio. A Catania il Teatro Massimo, a Taormina la Piazza IX Aprile e il Belvedere. Luci spente anche a Caserta nel complesso monumentale di San Leucio, Patrimonio Unesco. A Siena si spegne Piazza del Campo. E poi il castello di Monteriggioni. Novità dell'edizione 2017 è l'Adesione del Maxxi, il museo nazionale delle arti del XXI secolo che per la prima volta pegnerà la sua facciata e con il Wwf ha organizzato una serie di iniziative per bambini e famiglie.

Tra i partner dell’evento la Virtus Roma Basket, squadra che milita in A2 e l’ultimo vincitore di Sanremo Francesco Gabbani che ha lanciato il suo appello per partecipare all’Ora della terra inviato al Wwf un video sulle note di Occidentalis’Karma