Welfare & Lavoro

Memorandum sulla povertà, Rossini (Acli): impegno storico, adesso avanti tutta

Per il presidente delle Acli nonché portavoce dell'Alleanza contro la povertà in Italia, la firma di oggi sancisce l'avvio di un lavoro comune tra governo e società civile e stabilisce paletti dai quali non si potrà prescindere. Come la destinazione di fondi importanti al welfare locale e la definizione dei criteri di accesso al Reddito di inclusione

di Gabriella Meroni

«Il Governo riconosce l’importante ruolo dell’Alleanza – vasto fronte di soggetti sociali impegnati nella lotta alla povertà – nell’avere fatto crescere in questi anni l’attenzione dell’opinione pubblica e la mobilitazione per l’adozione anche in Italia di una misura strutturale di contrasto alla povertà, tema cruciale per lo sviluppo di un sistema di welfare più equo». Eccolo qui, nero su bianco, uno dei passaggi più importanti del Memorandum firmato poco fa tra il governo e l’Alleanza contro la povertà in Italia, che impegna l’esecutivo ad attuare la legge delega approvata a marzo, con cui sono stati introdotti per la prima volta strumenti strutturali per la lotta all’indigenza. Un passaggio storico che commentiamo con Roberto Rossini, presidente delle Acli nonché portavoce dell’Alleanza stessa.

Presidente, inutile chiederle se è soddisfatto… dove sta l’importanza di questo documento?

Innanzitutto si tratta del primo Memorandum mai firmato da un governo italiano, con una rappresentanza squisitamente sociale, su un tema sociale. È uno strumento innovativo che consente di tenere separati i rispettivi ambiti di autonomia –perché il governo fa i decreti e la società civile fa delle proposte – ma permette a questi due soggetti di stringere accordi affinché si vada nella stessa direzione.

Come si è arrivati a questo risultato che potremmo definire storico per la società civile?

C’è stata una felice combinazione di fattori. Entrambi i firmatari di oggi hanno avuto sempre a cuore il tema del contrasto alla povertà, e hanno perseguito l’obiettivo di arrivare alla legge delega attraverso un percorso fatto di proposte puntuali e qualificate e di confronto vero e aperto. Noi come Alleanza abbiamo sempre tenuto conto del fatto che l’organizzazione del welfare è complessa, che non esistono formule magiche e la demagogia non serve a niente.

E il governo?

Negli esponenti del governo e del Parlamento che abbiamo incontrato c’è stata una grande competenza e capacità di ascolto, posso dire anche passione? Noi eravamo una lobby, la lobby del poveri, e come lobby ci siamo comportati. I politici, tanto per smentire tanti luoghi comuni che i riguardano, ci hanno preso sul serio e hanno discusso con noi costantemente, anche sulle virgole. Che mai come in questo caso sono importanti. Per questo ci permettiamo di affermare che l'Alleanza contro la povertà è stata anche un’occasione per pensare e fare una buona politica.

Il contenuto del documento vi soddisfa?

Nel Memorandum sono delineati i due capitoli fondamentali. Il primo individua i criteri per determinare l’accesso alla misura e per stabilire l’importo del beneficio, in modo che si tenga conto il più possibile delle effettive condizioni economiche dei richiedenti. Il secondo precisa gli strumenti per creare reali percorsi d’inclusione sociale nei territori; i particolare, una dotazione certa per il finanziamento strutturale dei servizi locali per l’inclusione. Si tratta di snodi cruciali, cui si dovrà dare seguito con la creazione del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale e con un piano di contrasto alla povertà di durata triennale.

Insomma siamo solo all’inizio…

Diciamo che stiamo procedendo. L'obiettivo è raggiungere, in tempi definiti, tutte le persone in condizioni di povertà assoluta. L’Alleanza lavorerà affinché siano rese disponibili ulteriori risorse per ampliare la platea dei destinatari del Rei e perché i percorsi di inclusione sociale siano adeguatamente strutturati. Il Memorandum dice: «Siamo d’accordo, dobbiamo fare questo e quello». E lo specifichiamo. Voglio sottolineare che non è un foglio di carta, non siamo al livello di una mozione parlamentare, è un impegno pubblico preso dal governo. Non esistono precedenti in questo senso, e non esistono scuse per la mancata realizzazione di quello che oggi abbiamo concordato.

Due notazioni per concludere. Nel Memorandum non ci sono cifre, e non ci sono tempi di attuazione. È un problema o no?

Le cifre in questo documento non ci possono essere perché dipenderanno dal Def e dagli stanziamenti di bilancio dello Stato. Quanto ai tempi, è innegabile che il governo sta andando avanti velocemente, il prossimo passo è il decreto di attuazione, nel quale tuttavia mancherà la scansione della progressione verso una misura universale, sempre per la necessità di trovare le adeguate coperture finanziarie. Ma se devo basarmi sui tempi tenuti fin qui, non posso che essere ottimista.


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