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Kibera, il teatro si fa più grande

Dopo il lancio nella scuola Little Prince, le altre scuole dello slum si aggregano al progetto, guidato dal grande regista Marco Martinelli. L’8 giugno a Milano una serata per raccontare quello che è stato fatto e quello che si farà

di Riccardo Bonacina

Sono passati 18 mesi dal lancio del progetto per il Teatro intitolato ad Emanuele Banterle nello slum di Kibera, in Kenya. Un teatro destinato ai bambini della scuola Little Prince, sostenuta da Avsi. Un progetto che si sta allargando e che coinvolgerà molte altre scuole dello slum: il teatro infatti si dimostra sempre più strumento di crescita e di riscatto. Per raccontare quello che è stato fatto e quello si vuole fare grazie alla sensibilità del direttore del Piccolo Teatro Sergio Escobar giovedì 8 giugno è stata organizzata una serata al Piccolo Teatro Studio di via Rivoli (dettagli in agenda online) Sarà presente anche Franco Branciaroli, il grande attore che per primo ha lanciato questa grande campagna a favore del Teatro della Little Prince.

Sono state fatte tante cose nel corso dell’ultimo anno: il rifacimento del pavimento, l’insonorizzazione delle pareti, le tende oscuranti, l’innalzamento di 1,30 metri del soffitto nella zona palcoscenico, la cabina di regia, nuove luci e microfoni. Un grande lavoro e un grande impegno, ma ci sembrava non potesse bastare. Tante altre scuole ed esperienze dentro lo slum in cui vivono circa 500mila persone in condizioni di degrado, ci hanno chiesto di essere coinvolte nell’esperienza creativa del teatro, c’è fame di spazi e di esperienze educative, non solo di pane e caffè latte. Scuole dentro lo slum di Kibera come la Scuola Ushirika, la Scuola Zeline, il Centro per ragazzi di strada della Comunità Koinonia con i suoi attori acrobati e il Centro per il recupero di ragazzi dello slum attraverso lo sport e le attività creative come Green Card e i suoi attori di strada, o scuole fuori dallo slum come la Urafiki Carovana e la Cardinal Otunga. Centinaia di bambini e di ragazzi e decine di insegnanti che chiedono di poter partecipare al progetto di sviluppo di un polo teatrale dedicato ai ragazzi a Nairobi. Un polo che trova il suo perno e il suo spazio nella Scuola di teatro Emanuele Banterle che abbiamo insieme costruito. “Non può sperare chi non fa esperienza di bene” scriveva Goethe, lo testimoniano le centinaia di bambini accolti nelle scuole che abbiamo visitato a partire dalla Little Prince.

Gli ultimi giorni dello scorso mese di marzo siamo tornati a Nairobi assieme agli amici di Avsi e a Marco Martinelli (sotto nella foto), regista teatrale di fama internazionale che si è detto disponibile a partecipare gratuitamente al progetto mettendo a punto un programma di formazione teatrale che possa mettere in condizione gli insegnanti delle scuole e delle esperienze coinvolte di poter sviluppare maggiormente l’attività teatrale nel percorso scolastico.

«Quando mi hanno chiesto di partecipare al secondo step del progetto della scuola di teatro Emanuele Banterle, ero molto impegnato», racconta Martinelli. «Ma davanti a certi racconti degli amici di Emanuele sono crollato: dovevo trovare il tempo di andare a Kibera. Quando arrivi in un posto nuovo, cominci a scattare delle fotografie per avere memoria visiva. Ma riguardandole insieme agli altri ci siamo detti: “ma guarda c’era anche il cielo”. Quando sei lì, a Kibera, lo sguardo va all’immondizia e ai bambini che ci giocano dentro: si tende ad indirizzare lo sguardo al suolo, in basso. Ed è questa l’immagine che ci siamo portati dentro e alla quale ci siamo tutti legati, perciò per noi questo progetto significa guardare “il cielo sopra Kibera”. Significa guardare il cielo che sta negli occhi di tanti bambini».

In cosa consiste questo grande progetto? Lo spiega sempre Martinelli: «Da qui ad ottobre del 2018, saranno tante le energie che si catalizzeranno in questo luogo. Coinvolgeremo insegnanti con cui fare il punto periodico via Skype, e a questo alterneremo dei momenti di lavoro in loco. Adesso stiamo cercando un testo su cui lavorare con questi ragazzi: ma si sa, nella non scuola il testo è importante ma non decisivo, perché è sempre la vita che alla fine lo trasforma. Poi la lingua passa in secondo piano, è il corpo che prende il sopravvento, la creatività dei ragazzi. L’evento finale sarà un grande spettacolo teatrale collettivo nel cuore dello slum con protagonisti tantissimi bambini e adolescenti per l’autunno 2018».

Se volete partecipare alla serata del Piccolo Teatro per Kibera prenotatevi a concertokibera@vita.it


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