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Rimborsi per adozioni? «Siamo sorpresi, noi abbiamo stanziato risorse pensando proprio a quello»

Per Laura Laera «è una questione politica. Ad oggi non c’è un provvedimento che preveda il rimborso delle spese sostenute per le adozioni. Se ci sarà pagheremo. Fra l’altro si possono anche prevedere misure diverse da questa». L'onorevole Edoardo Patriarca: «In ogni legge di stabilità abbiamo cercato di mettere risorse, con l’intenzione che quei soldi andassero anche a sostenere i rimborsi delle spese adottive, oltre che per sostenere la CAI. Lavoreremo per trovare una soluzione»

di Sara De Carli

Mercoledì la Commissione Adozioni Internazionali ha pubblicato un comunicato di poche righe, con due notizie: quella buona è che entro la fine del 2017 verranno liquidati integralmente i rimborsi per le adozioni concluse nel 2011, rimborsi che ancora erano in stand by. Quella cattiva è che per le famiglie che hanno adottato successivamente – dal 1 gennaio 2012 in poi – al momento non esiste alcun provvedimento che preveda rimborsi per le spese adottive. Queste famiglie pertanto allo stato attuale delle cose non riceveranno rimborsi delle spese sostenute e quindi in sostanza è inutile che presentino domanda di rimborso alla CAI, come invece sta accadendo, perché a quelle istanze non potrà essere dato seguito.

Tecnicamente il DPCM Giovanardi, dell’agosto 2011, prevede il rimborso delle spese adottive per chi ha adottato negli anni 2010 e 2011. Dopo di quello, nessun altro provvedimento stanzia esplicitamente risorse per i rimborsi delle spese sostenute per adozione e se non c’è una previsione esplicita, è impossibile “dirottarvi” risorse. Quindi non è una questione di "dove sono finiti i soldi" ma di pezzi che mancano nell'indicare esattamente per cosa devono essere utilizzati i soldi stanziati (oltre al fatto che di risorse ne servirebbero di più).

Laura Laera, vicepresidente della CAI, al telefono ribadisce quanto ha scritto nel comunicato: «Stiamo esaurendo i rimborsi relativi al DPCM Giovanardi. Dopo quel DPCM, per gli anni successivi al 2011, non c’è un provvedimento analogo che preveda il rimborso delle spese sostenute per le adozioni. Se ci sarà pagheremo. È una questione politica, fra l’altro si possono anche prevedere misure diverse da questa. Semplicemente con quel comunicato volevamo far sapere che entro l’anno pagheremo i rimborsi per il 2011, che mi sembra importante, e in secondo luogo dire alle famiglie che è inutile che in questo momento inoltrino domande per gli anni successivi, se e quando ci sarà da fare domanda ne daremo notizia. Attendiamo provvedimenti». E il Fondo per la Adozioni? L’errore è stato non esplicitare lì la voce rimborsi? «Non c’è un provvedimento che dice come impiegarle, ma in ogni caso non sarebbero abbastanza, non ci sono le risorse per fare la stessa cosa per tutti gli anni successivi al 2011».

Dopo il DPCM Giovanardi non c’è un provvedimento analogo che preveda il rimborso delle spese sostenute per le adozioni. Se ci sarà pagheremo. È una questione politica, fra l’altro si possono anche prevedere misure diverse da questa.

Laura Laera

Come funzionano i rimborsi

Un passo indietro, per i non addetti ai lavori. Le coppie che adottano un bambino con l’adozione internazionale, oggi possono contare su una deduzione del 50% delle spese sostenute, dichiarate e certificate dall’ente. Il 50% rimanente veniva – appunto fino al 2011 – rimborsato in percentuali diverse a seconda del reddito della famiglia. I rimborsi quindi non si basano su una misura strutturale, ma hanno bisogno di essere rifinanziati di anno in anno. Cosa che non accade dall’agosto 2011. «Abbiamo sempre detto alle coppie che dopo il 2012 non esisteva alcun provvedimento, il comunicato della CAI tecnicamente porta elementi di realtà, ma d’altra parte è vero anche che sono state fatte delle promesse e che c’era la speranza che una parte dei fondi stanziati nel fondo adozioni potessero essere usati anche per i rimborsi», commenta Paola Crestani, presidente del CIAI. «La delusione è grande perché ci si rende conto ancora una volta che alla politica le adozioni non interessano. Resta il fatto che non si sostengono le famiglie. Le adozioni internazionali non sono solo una forma di genitorialità, sono il garantire a un bambino il diritto di vivere in una famiglia, il valore più importante è questo e non viene valorizzato».

Sono 10mila i bambini adottati fra il 2012 e il 2015, più altri circa 2mila entrati nel 2016 (mancano ancora i dati ufficiali): «Numeri non da poco, che non solo alimentano malcontento e rabbia di chi ha accolto con l’adozione un bambino abbandonato» dice Marco Griffini, presidente di AiBi-Amici dei Bambini, ma soprattutto una scelta politica che «inevitabilmente allontana sempre di più da questa meravigliosa forma di accoglienza. Coppie e famiglie non avendo più la certezza di un rimborso avranno molte più titubanze e difficoltà oggettive ed economiche nell’intraprendere l’iter adottivo. Urge un intervento del Governo, una conferenza Nazionale sull’adozione internazionale perché non si può lasciar morire così l'accoglienza dei minori abbandonati».

Dal 2011 al 2015 non sono mancati i tentativi di ricordare alla politica questo tema, per chiedere un DPCM analogo a quello di Giovanardi o per far inserire in legge di stabilità risorse specifiche per la voce rimborsi: «come CEA ci siamo molto impegnati sin dall’autunno 2011 perché le famiglie avessero delle certezze, anche piccole ma certe, rispetto a questo tema, anche proponendo meccanismi differenti dai rimborsi, legati alla detraibilità e deducibilità», spiega Cristina Nespoli, portavoce del CEA, ricordando la campagna #adozionebenecomune che aveva coinvolto parlamentari di tutti gli schieramenti. «Oggi non siamo sorpresi, il problema era noto, altrimenti non ci saremmo impegnati tanto. Il fatto è che tutti questi emendamenti sono sempre stati bocciati, anno dopo anno».

Da due anni esiste però un fondo per le Adozioni Internazionali, istituito con la legge di Stabilità 2016: per la prima volta le adozioni hanno un fondo dedicato, prima dal punto di vista delle risorse afferivano al Dipartimento per le Politiche per la Famiglia (hanno continuato ad esserlo quindi anche dopo che il Ministero della Famiglia è sparito). Il fondo è istituito «allo scopo di sostenere le politiche in materia di adozioni internazionali e di assicurare il funzionamento della Commissione Adozioni Internazionali» e ha avuto uno stanziamento di 15 milioni di euro per l’anno 2016, aumentati di 5 milioni per l’anno 2017. Lo stanziamento dei 5 milioni aggiuntivi, arrivato grazie a un emendamento a prima firma di Lia Quartapelle, è peraltro esplicitamente motivato dal «fine di assicurare il sostegno alle famiglie che hanno concluso le procedure di adozione internazionale». Anche il DPCM Giovanardi prevede che il rimborso delle spese adottive «viene erogato nei limiti delle disponibilità esistenti sul capitolo 538, denominato Fondo per il sostegno delle adozioni internazionali, del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri»: sembrerebbe quindi che anche una parte del nuovo Fondo per la Adozioni Internazionali potrebbe essere destinata ai rimborsi, se arrivasse un apposito DPCM. Manca solo «un pezzettino».

Noi siamo stupiti: in ogni legge di stabilità abbiamo cercato di mettere delle risorse per le adozioni internazionali, con l’intenzione che quei soldi andassero anche a sostenere i rimborsi delle spese adottive, oltre che ovviamente per sostenere la CAI.

Edoardo Partiarca

La risposta della ministra Boschi, un anno fa, sembrava peraltro andare in questa direzione. «Noi siamo in effetti stupiti», ammette Edoardo Patriarca, che nel 2014 aveva promosso un emendamento alla Legge di stabilità per introdurre un bonus annuale di 5mila euro per le famiglie che adottano, emendamento che era stato bocciato. «In ogni legge di stabilità abbiamo cercato di mettere delle risorse per le adozioni internazionali, con l’intenzione che quei soldi andassero anche a sostenere i rimborsi delle spese adottive, oltre che ovviamente per sostenere la CAI. Ho sentito anche la collega Lia Quartapelle, faremo un’interrogazione e comunque lavoreremo per capire come trovare una soluzione, sicuramente ci torneremo in legge di bilancio. Una cosa del genere va in contrasto con le giuste considerazioni che stiamo facendo in questi giorni sulla famiglia e se si parla di sostenere le famiglie con bambini non possiamo non comprendere i bambini adottati. Il tema va sbloccata, per una questione burocratica e soprattutto di valore. Le adozioni nel nostro Paese sono crollate, se non aiutiamo le famiglie che hanno adottato, diamo un segnale pessimo».

Lia Quartapelle conferma che sta preparando un'interrogazione parlamentare: «la questione non è che non ci sono risorse per i rimborsi ma che mancano degli atti tecnici, noi solleciteremo il Governo a dare risposte sullo stato di questi atti tecnici, perché il Parlamento ha lavorato affinché ci fossere risorse per le adozioni internazionali e perché una parte di esse andassero anche ai rimborsi delle spese sostenute dalle famiglie. Ieri c'è stato panico tra le famiglie, però vorrei sottolineare che la vicepresidente Laera sta finalmente dando delle risposte, la mail ripristinata come il pagamento dei rimborsi del 2011 e anche la chiarezza sull'esistenza di questi problemi, sono tutti segni che i lavori in CAI sono ripresi».

Foto Slava Bowman/Unsplash


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