Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

COOPI e VITA: uno sguardo nuovo sulla crisi umanitaria nel Lago Ciad

Tra la povertà e le violenze del gruppo terrorista Boko Haram, quella del Lago Ciad è considerata una delle più gravi crisi umanitarie al mondo. In Niger, Nigeria, Ciad e Camerun, l’ong COOPI è impegnata in progetti di emergenza finanziati dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS). Ne è nato un partenariato con Vita per raccontare la crisi attraverso gli occhi di un fotografo ciadiano e media partner locali.

di Joshua Massarenti

21 milioni di persone colpite da violenze, 11 quelle che soffrono di insicurezza alimentare e oltre tre milioni di donne, uomini e bambini costretti a lasciare casa e terra per fuggire dove può, anche oltre frontiera. Questi tre dati delle Nazioni Unite riassumono bene il dramma umanitario che si sta consumando in una delle regioni più insicure del pianeta: il Lago Ciad. Ai confini tra Nigeria, Niger, Camerun e Ciad, il gruppo terrorista d’ispirazione qaedista Boko Haram, apparso nel 2002 nello Stato nigeriano del Borno ed infiltratosi in un’area geografica grande quanto il Regno Unito, continua a seminare il terrore a colpi di attentati kamikaze e attacchi armati contro civili (e militari). L’ultimo episodio di violenza di una guerra assimmetrica che non sembra avere fine risale al 23 agosto a Amchidé, nell’Estremo Nord del Camerun, dove quattro persone sono rimaste uccise da una kamikaze di appena dieci anni di età.

21 milioni di persone colpite da violenze, 11 quelle che soffrono di insicurezza alimentare e oltre tre milioni di donne, uomini e bambini costretti a lasciare casa e terra per fuggire dove può, anche oltre frontiera. Queste le cifre della crisi umanitaria nel Lago Ciad.

COOPI in prima linea sulla crisi del Lago Ciad

Oggi le popolazioni civili del Lago Ciad sono intrappolate nel più classico dei circoli viziosi che vede i terroristi di Boko Haram sfruttare sacche di povertà estrema per reclutare persone, anche minorenne, spesso prive di educazione e di lavoro, che generano violenza, spostamenti di popolazione e povertà. Forte della sua esperienza pluridecennale nel settore umanitario e nella regione, dal 2014 COOPI ha risposto alla crisi del Lago Ciad attraverso un approccio regionale e multisettoriale in Niger, Ciad, Nigeria e in Camerun. “In questa regione la situazione umanitaria è in continuo movimento, con periodi di calma relativa a momenti di fortissima tensione, come lo dimostrano gli attentati perpetrati da luglio nell’Estremo Nord del Camerun”, assicura a Vita.it Ennio Miccoli, direttore di COOPI, l’unica ONG italiana presente nei quattro paesi della regione. “Il nostro obiettivo è di rispondere ai bisogni più urgenti e scoperti in questo periodo delle comunità colpite dalla violenza di Boko Haram nei settori della protezione e dell’educazione”.

Il nostro obiettivo è di rispondere ai bisogni più urgenti e scoperti in questo periodo delle comunità colpite dalla violenza di Boko Haram nei settori della protezione e dell’educazione.

Ennio Miccoli, Direttore di COOPI

Dal mese di giugno, l’ong è impegnata su nuovi progetti umanitari multisettoriali finanziati dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS): due nel dipartimento del Logone-et-Chari (Estremo Nord del Camerun), uno nella regione del Lac (Ciad), uno a Diffa (Niger) e due nello Stato del Borno (Nigeria settentrionale). Si va dalla costruzione di scuole e pozzi d’acqua al sostegno di percorsi educativi di bambini sfollati, passando per l’aumento del rendimento della produzione agricola attraverso i mezzi di produzione per l’auto-sostentamento delle popolazioni sfollate e autoctone, o attività di prevenzione contro la malnutrizione acuta nei bambini tra 6 e 59 mesi e nelle donne in gravidanza e allattanti. “Con questi nuovi progetti, si raggiungeranno 67.000 beneficiari diretti e 57.000 beneficiari indiretti tra le comunità residenti, gli sfollati interni e i rifugiati”.

Una partnership unica nel suo genere in Italia

Nell’ambito di queste iniziative, COOPI e Vita hanno firmato un partenariato per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana, ma anche quelle locali sulla crisi che sta colpendo tre dei quattro paesi in cui l’ong è attiva: Niger, Ciad e Camerun. Il progetto editoriale prevede una mostra fotografica personale del fotografo ciadiano Abdoulaye Barry, vincitore nel 2009 del premio della Giuria alla Biennale di Bamako, la più importante manifestazione fotografica del continente africano. Nelle prossime settimane, Barry si recherà a Bol (Ciad), Fotokol e Makari (Estremo Nord Camerun) e Diffa (Niger) per raccontare attraverso il suo occhio il vissuto quotidiano di famiglie sostenute dall’ong italiana. “L’obiettivo è di raccontare una crisi umanitaria africana e i progetti di COOPI attraverso lo sguardo di un fotografo africano, in questo caso ciadiano e grande conoscitore della regione”, sostiene il Presidente di Vita, Riccardo Bonacina. La mostra, prevista a novembre negli spazi della SIAM 1838, sarà curata da Giuseppe Frangi e da Laura Serani, ex direttrice della Biennale di Bamako e tra le più note esperte di fotografia africana a livello internazionale.

La nostra volontà di collaborare assieme a COOPI, un membro importante del nostro Comitato editoriale il cui lavoro nel settore umanitario è riconosciuto da tutti, rende questo progetto unico nel suo genere.

Riccardo Bonacina, Presidente di VITA

Assieme al fotografo Barry, verranno coinvolti giornalisti di tre media partner locali – Vox Africa (Camerun), Radio Liberté FM (Ciad) e Radio Anfani (Niger) – che realizzeranno dei reportage sui progetti di COOPI da cui a marzo 2018. Infine, potrete seguire mese per mese l’evoluzione delle attività dell’ong e della crisi umanitaria nel Lago Ciad sul nostro sito (nonché sul mensile). “E’ uno dei pochi esempi, se non l’unico, di partenariato strutturato tra il mondo umanitario e quello dell’informazione in Italia, che pure coinvolge media africani”, sottolinea Ennio Miccoli. “Questo nuovo progetto consolida una strategia editoriale maturata dal nostro gruppo in questi ultimi anni che ci vede impegnati in prima linea sul continente africano assieme a professionisti del settore dei media e della cultura locali”, ricorda Riccardo Bonacina.

Attraverso la rete di Afronline.org, il sito d’informazione di Vita dedicato all’Africa, “il nostro gruppo ha creato partnership con più di 40 media nazionali e continentali, tra radio, giornali e televisioni. Il successo riscontrato lo scorso con il progetto sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri italiano ha dimostrato che rafforzare la produzione di contenuti editoriali di qualità nei media africani è fondamentale per il futuro di questo continente e delle relazioni tra l’Italia e l’Africa. La nostra volontà di collaborare assieme a COOPI, un membro importante del nostro Comitato editoriale il cui lavoro nel settore umanitario è riconosciuto da tutti, rende questo progetto unico nel suo genere”.

Foto di copertina: Campo profughi di Minawao, nell'Estremo Nord del Camerun. Credito: UNHCR


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA