Welfare & Lavoro

Verbano Cusio Ossola, ecco il taxi condiviso per gli anziani

Un servizio navetta organizzato dai volontari permette agli anziani di paesi diversi di incontrarsi in un centro di aggregazione e sentirsi meno soli. Un'iniziativa lanciata nell’ambito de La cura è di casa, il progetto sostenuto nei territori del VCO dal bando di Fondazione Cariplo “Welfare di comunità e innovazione sociale”

di Redazione

Un “servizio taxi condiviso” gratuito per permettere agli anziani del territorio di stare insieme e combattere la solitudine e non solo essere accompagnati a visite mediche. È così che si presenta l’iniziativa lanciata nell’ambito de La cura è di casa, il progetto sostenuto dal bando di Fondazione Cariplo “Welfare di comunità e innovazione sociale”.

«Da anni il mercoledì pomeriggio è il momento dell’incontro per gli over 70 del territorio», spiega Loredana Sena responsabile del centro anziani di Vignone, un paesino di 1200 abitanti nella provincia del Verbano Cusio Ossola. «Abbiamo aperto il centro più di vent’anni fa, insieme ad altri volontari della parrocchia e nel tempo quella di riunirsi qui da noi è diventata una vera e propria tradizione. Arrivano qui persone da sette paesini diversi, in tutto sono una trentina, dai 68 fino ai 95 anni. Siamo uno dei pochi centri di aggregazione nella zona, così riuniamo persone che difficilmente si incontrerebbero altrimenti».

Purtroppo però, con il passare del tempo è sempre più difficile mantenere questa consuetudine per le persone del posto. «Andando avanti con gli anni, muoversi diventa complicato e chi non può essere accompagnato da noi fa fatica a raggiungerci».

A complicare gli spostamenti anche il fatto che i paesini si trovano in zone collinari, dove i trasporti pubblici sono rari e chi non ha un’auto difficilmente riesce ad uscire dal proprio paese, acuendo la situazione di isolamento e solitudine. «È per questo che il servizio di accompagnamento è stato così importante», continua Sena, «permette a chiunque sia interessato di partecipare, anche se si trova lontano, senza doversi preoccupare del trasporto ».

L’idea di attivare il servizio è arrivata proprio da una delle signore che frequentano il centro, come spiega Adriana Preti coordinatrice volontaria del servizio di accompagnamenti, un’attività importante per La cura è di casa, realizzata grazie alla rete tra tre associazioni del territorio: Gruppo di Accompagnatori Volontari (GAV), Pro Senectute e Auser.

«Solitamente ci occupiamo di portare le persone alle visite mediche o in ospedale, ma questa signora aveva letto dell’iniziativa deLa cura è di casa e ci ha chiesto se potevamo aiutarla a raggiungere il centro anziani», racconta Preti. «Ci è sembrata un’ottima idea, perché le persone non hanno solo bisogno di essere accompagnate dal medico, ma anche di prendersi cura del proprio spirito e questo è un buon modo per farlo. Oggi accompagniamo al centro nove persone da quattro paesini diversi». Solitamente a prelevare gli anziani nei rispettivi paesi con un’auto ci pensa un volontario, che compie diversi giri, e poi riporta tutti a casa alla fine del pomeriggio, una sorta di taxi condiviso «È un impegno di un’oretta all’andata e un’oretta al ritorno, perché la macchina è una sola, ma le persone che usano il servizio sono molto soddisfatte».

Al centro di Vignone arrivano circa una trentina di persone, per la maggior parte signore vedove. «Da noi viene soprattutto chi vive da solo e chi magari ha i figli e i nipoti che lavorano e non hanno molto tempo da passare con loro», spiega Loredana Sena. «Qui si gioca a carte, si chiacchiera e ci si confronta. Sono tutte persone che hanno vite simili e molte cose in comune. Ormai si conoscono bene. Il primo mercoledì del mese festeggiamo i compleanni di tutti quelli che sono nati in quel mese e balliamo. In realtà sono tutte persone che hanno molta vitalità e molta voglia di stare insieme». Il centro insomma è un vero antidoto contro la solitudine. «Nei paesini piccoli non ci sono più le reti sociali di una volta. Il vero rischio di chi vive solo è quello di chiudersi sempre più in sé stessi ed isolarsi, finendo così in depressione che è l’anticamera di problemi ben più seri», racconta Adriana Preti. «Non c’è niente di meglio di stare in mezzo agli altri e coltivare delle amicizie per combattere la depressione».

Foto: Cristina Gottardi


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