Cooperazione & Relazioni internazionali

«Aiutarli a casa loro? Non basta»

«La sfida per lo sviluppo è fare delle migrazioni una scelta e non una necessità», spiega il Segretario generale dell'ong ActionAid, Luca De Fraia, in occasione del nuovo rapporto su migrazioni, sicurezza alimentare e politiche di cooperazione

di Redazione

Superare la retorica dell’espressione “aiutiamoli a casa loro” per agire sulle cause profonde delle migrazioni. Il rapporto Migrazioni, sicurezza alimentare e politiche di cooperazione – Esplorare il nesso oltre le semplificazioni – presentato da ActionAid in occasione della sessione annuale del Comitato per la Sicurezza Alimentare Mondiale in corso a Roma – indaga le complesse dinamiche all’origine delle migrazioni a partire dalla sicurezza alimentare e nutrizionale, considerando i flussi migratori come parte di più ampi processi di sviluppo e di trasformazione strutturale.

La semplificazione “più sviluppo nei Paesi di provenienza, meno migrazioni”, che si ritrova anche nelle politiche europee, si basa sull’assunto che siano sempre i più poveri e affamati i soggetti con la maggiore propensione a migrare. In realtà, nel breve termine, un maggiore sviluppo può mettere le persone in condizioni di muoversi grazie alle maggiori risorse a disposizione.

Le migrazioni sono il risultato di complesse dinamiche innescate da un complesso di elementi: fattori di natura ambientale, sociale, economica e politica; conflitti, disastri naturali, cambiamento climatico, povertà, insicurezza alimentare, mancanza di lavoro, ecc. Questi sono a loro volta il risultato di dinamiche multi-dimensionali che interagiscono l’una con l’altra determinando le cause ultime della scelta di migrare. La cooperazione allo sviluppo dovrebbe contribuire alla massimizzazione dell’impatto positivo che le migrazioni possono avere sullo sviluppo e non al contenimento dei flussi. “L’integrazione delle migrazioni nelle politiche di cooperazione allo sviluppo non può essere mirata all’obiettivo di fermare i flussi. In altre parole, intervenire sulle cause profonde delle migrazioni deve avere l’obiettivo di combattere la povertà e le diseguaglianze, proteggendo e realizzando i diritti umani di tutte le persone, migranti e non. La sfida per lo sviluppo è fare delle migrazioni una scelta e non una necessità: un’opzione tra le varie a disposizione per migliorare la propria vita”, dichiara Luca De Fraia, Segretario Generale Aggiunto di ActionAid Italia.

Le migrazioni comportano rischi e opportunità per i paesi di origine, transito e destinazione. Nel caso delle migrazioni forzate, sono le donne a pagare il prezzo più alto: “Le donne che migrano possono essere vittime del traffico di esseri umani e dello sfruttamento. Quelle che rimangono combattono e faticano ogni giorno per assolvere ai loro doveri di madri e ricoprire il ruolo che era dei loro mariti in agricoltura. Le politiche devono riconoscere le sfide peculiari affrontate dalle donne come conseguenza delle migrazioni”, dichiara Teresa Anderson di ActionAid International.

Gli ultimi dati della FAO segnalano un aumento nel numero di affamati a livello globale, passati dai 795 milioni nel 2015 a 815 milioni del 2016. Le principali cause di questo aumento sono i violenti conflitti e gli shock climatici. I cambiamenti climatici sono un fattore sempre più importante dell’insicurezza alimentare e delle migrazioni forzate. Per questo è di fondamentale importanza investire in programmi e politiche di adattamento e resilienza.

Lo sviluppo agricolo e rurale e la sicurezza alimentare e nutrizionale possono certamente aiutare, nel medio e lungo termine, a rispondere ad alcune delle cause profonde delle attuali migrazioni, creando alternative, migliorando i mezzi di sussistenza e contribuendo a fare delle migrazioni un pilastro delle politiche alimentari sostenibili. A tal fine è importante che le politiche di cooperazione per la sicurezza alimentare abbiano come priorità l’agro-ecologia; garantiscano l’accesso dei piccoli agricoltori ai mercati, all’assistenza tecnica, alla ricerca, al credito e alle risorse naturali, in particolare per le donne; integrino la dimensione urbana e nutrizionale della sicurezza alimentare e sostengano adeguati meccanismi di protezione sociale e investimenti in infrastrutture attraverso una governance inclusiva. Infine, è fondamentale promuovere la coerenza delle politiche con gli obiettivi di sviluppo e il rispetto dei diritti umani fondamentali.


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