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Colletta Alimentare, 450mila volontari nutrono le relazioni con i più poveri

La Colletta Alimentare, con i suoi 450mila volontari è la più grande mobilitazione solidale d'Italia. Domani torna la 21esima edizione. Fra i volontari ci saranno anche i fedeli musulmani della Casa della cultura musulmana di Milano. Il suo successo? Non si misura solo nelle tonnellate raccolte, perché il cibo è un bene vivo, che media il recupero relazioni e così facendo genera bene comune

di Sara De Carli

Sabato 25 novembre l’Italia tornerà a mobilitarsi per la 21° Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. Nata nel 1997 (io l’ho fatta, ero al liceo e un prof ci mobilitò in massa come volontari), la Colletta Alimentare è l’evento solidale più partecipato d’Italia: nel l’edizione dell’anno scorso ha coinvolto 145mila volontari, in 13mila punti vendita, che hanno raccolto le donazioni di 5,5 milioni di italiani, per un totale di 8.500 tonnellate di cibo raccolto in due giorni.

Davanti a un supermercato di Milano, domani mattina alle 8, ci saranno Marco, Roberto, Nicola, Daniele… Ogni volta si aggiunge qualcuno di nuovo, vecchi e giovani, studenti e gente che lavora, famiglie intere con i figli, insegnanti con gli alunni, universitari. Ci saranno anche le volontarie moldave, tutte badanti, pronte come tutti gli anni con il loro sorriso contagioso e le spiegazioni in un italiano stentato, ma il sorriso vale più di mille parole. Arriverà anche Mario, che ha più di ottant’anni, l’anno scorso è arrivato accompagnato dalla badante, traballante sulle gambe, puntuale con il suo carrello carico di cibo per la Colletta e il suo saluto «Grazie e non mollate, mi raccomando».

Sempre a Milano, fuori da un supermercato di via Padova, ci sarà anche Mahmound Asfa, il direttore della Casa della cultura musulmana di Milano: arriverà con addosso la pettorina gialla dei volontari, insieme ai suoi figli ed ad altri confratelli. Uno degli scorsi venerdì ha invitato Marco Magnelli, direttore del Banco Alimentare della Lombardia, a presentare l’iniziativa a 1.500 fedeli, perché «è un gesto di bene», ha detto Asfa ai fedeli, «e il bene non conosce confini»: dopo l’incontro davanti all’ufficio di Asfa si è formata una coda di giovani che hanno lasciano nome e numero di telefono per partecipare alla raccolta di domani. E ci sarà Nicoletta, che oggi è una donna libera ma ha incontrato la Colletta Alimentare da detenuta nel carcere di Taranto: «tra tante detenute hanno scelto me, non potete immaginare cosa significhi, per chi come me ha sbagliato nella vita, che ha fatto del male, passare una giornata intera a fare del bene e incontrare gente straordinaria che lo fa con te».

Ci saranno anche diverse aziende, come Intesa Sanpaolo, che recupera quotidianamente dalle proprie mense aziendali di Milano e Torino le eccedenze di cibo, redistribuendole nei centri che offrono pasti a persone bisognose tramite i volontari del Banco Alimentare, partecipa al Programma QuBì – La ricetta contro la povertà infantile a Milano, promosso da Fondazione Cariplo e fino al 27 novembre mette a disposizione For Funding (www.forfunding.it), la propria piattaforma di crowdfunding, per sostenere la Colletta (si può fare anche inviando un SMS al numero 45547). O RioMare, che per il sesto anno consecutivo ha chiamato a raccolta i suoi dipendenti, invitandoli ad indossare la classica pettorina gialla dei volontari fuori dall’Ipercoop Mirabello di Cantù (CO), dove l’anno scorso sono state raccolte 3 tonnellate di cibo: dal 2011 Rio Mare dona le eccedenze della propria produzione e i prodotti non vendibili provenienti dai punti vendita della GDO al Banco Alimentare, un impegno che ad oggi ha permesso all’azienda di donare 1.600.000 di lattine, contribuendo a soddisfare il fabbisogno proteico giornaliero di oltre 400.000 persone.

Gli alimenti raccolti verranno distribuiti a oltre 8mila strutture caritative (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centri d’accoglienza, ecc.) che aiutano più di un milione e mezzo di persone bisognose in Italia, di cui quasi 135mila bambini fino a 5 anni. La raccolta infatti, serve a integrare l’impegno quotidiano del Banco Alimentare in tema di lotta allo spreco di cibo e redistribuzione a chi ne ha bisogno.

La Colletta Alimentare è una raccolta di cibo, che però misura il suo successo non solo in termini di kg – tonnellate – di cibo raccolto. Quel cibo infatti, sistemato bene nel pacco, non sarà solo la risposta a un bisogno primario ma sarà l’occasione incontro e di relazione: «Condividendo la necessità del pane quotidiano, voi incontrate ogni giorno centinaia di persone. Non dimenticate che sono persone, non numeri, ciascuno con il suo fardello di dolore che a volte sembra impossibile da portare. Tenendo sempre presente questo, saprete guardarli in faccia, guardarli negli occhi, stringere loro la mano, scorgere in essi la carne di Cristo e aiutarli anche a riconquistare la loro dignità e a rimettersi in piedi», aveva detto Papa Francesco al Banco Alimentare nell’ottobre 2015.

«Avere un Terzo Settore strutturato che sia l'interfaccia con le persone in povertà è importante perché la legge non riguarda meramente la distribuzione di alimenti ma afferma che si risponde a un bisogno sociale, in questo caso quello alimentare, attraverso una relazione. Il fatto che ci sia un’associazione che con i suoi volontari entra nelle case a portare un pacco o che al market solidale ci sia un volontario che accompagna anche nel fare la spesa bene è la vera misura di contrato alla povertà, più ancora del pacco», afferma Maria Chiara Gadda, che ha dato nome alla legge n. 166/2016 "Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi", che da poco ha compiuto con successo un anno, segnando un +20% nel cibo recuperato.

Non si tratta solo di essere parchi, di non sprecare, di raccogliere e mettere da parte, come il logo della formichina, ormai in pensione dal 2012, suggeriva: il cibo è un bene vivo, che media il recupero relazioni e così facendo genera bene comune.


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