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Cooperazione & Relazioni internazionali

Scomparso lo scrittore Alessandro Leogrande

Nato a Taranto nel 1977, Leogrande era vicedirettore della rivista "Lo Straniero" e autore di numerose opere. Nel suo ultimo libro, Il naufragio. Morte nel Mediterraneo, vincitore del Premio Ryszard Kapuściński e del Premio Paolo Volponi, aveva raccontato il naufragio della motovedetta albanese carica di profughi avvenuto il 28 marzo 1997 nel canale d’Otranto

di Redazione

È scomparso improvvisamente a 40 anni, Alessandro Leogrande, vicedirettore della rivista "Lo Straniero", fondata da Goffredo Fofi. Nato a Taranto nel 1977, con Fofi Leogrande aveva curato anche l'antologia Nel Sud senza bussola. Venti voci per ritrovare l'orientamento ed aveva collaborato con diversi quotidiani e riviste, tra cui Il Corriere del Mezzogiorno, Internazionale e Minima&moralia.

Autore impegnato e osservatore dei costumi e della società, tra le sue opere più recenti si ricordano Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud, (Premio Napoli-Libro dell’anno, Premio Sandro Onofri, Premio Omegna, Premio Biblioteche di Roma). Nel suo libro Il naufragio. Morte nel Mediterraneo (Feltrinelli) con cui aveva vinto il Premio Ryszard Kapuściński e il Premio Paolo Volponi, Leogrande aveva raccontato il naufragio della Kater i Rades, la motovedetta albanese carica di profughi avvenuto il 28 marzo 1997 nel canale d’Otranto.

Leogrande è stato tra i firmatari della lettera pubblicata su Il Manifesto per chiedere alle “Ong italiane” ed “alle persone, agli esseri umani che lavorano nelle Ong” di non partecipare al bando dell’Agenzia per la cooperazione attraverso cui il governo italiano finanzierà progetti di «primissima emergenza a favore della popolazione dei centri migranti e rifugiati» in Libia (vedi articolo).

A confermare la notizia della scomparsa il padre di Alessandro, Stefano Leogrande, che ha ricordato così il figlio: “Alessandro è stato un uomo di grande fede nel Cristo e nell’ uomo. Tutto questo l’ha portato, già da giovanissimo, nello scoutismo e successivamente nei campi di volontariato della Caritas Diocesana di Taranto in Albania e, come giornalista e scrittore, si è impegnato in difesa degli ultimi e dei ferocemente sfruttati nei più diversi contesti: nell’ambito del caporalato, degli immigrati, dei desaparecidos in Argentina, ed ovunque ci sia stato un sopruso”.


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