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In panne con il petrolio, ripartiti a bio pellet

Il successo del progetto di working buyout del consorzio cooperativo del Sol.Co Mantova. Una realtà con 31 soci (ex lavoratori della raffineria Ies), di cui 3 sono soggetti svantaggiati (diverranno 9 a pieno regime)

di Diletta Grella

«Quando, tre anni fa, abbiamo saputo che la raffineria Ies avrebbe dismesso la raffinazione del greggio e che quindi quasi 300 di noi sarebbero rimasti a casa, è stato uno shock. Avevo passato 30 anni della mia vita in quell’azienda, a casa avevo moglie e quattro figli e l’unico stipendio era il mio. Il motto della mia vita, però, è sempre stato “si chiude una porta, si apre un portone” e anche questa volta è andata così!».

Giovanni, 56 anni, ha il sorriso di chi affronta le difficoltà senza perdersi d’animo. Il portone che per lui e altri ex-operai si è aperto, è quello di Sphere 2020, un progetto promosso dal consorzio di cooperative sociali Sol.Co. Mantova, che fa parte del gruppo cooperativo Cgm. Il primo obiettivo di Sphere 2020 è quello di produrre pellet dalla coltivazione di una particolare varietà di sorgo da fibra, studiato e selezionato dalla Ecoval & Co. srl di Montichiari (Bs) e commercializzato con il marchio Herbal Crops.

«Dopo che la raffineria ha annunciato la chiusura della produzione, si è subito aperto un tavolo di trattativa con il ministero dello Sviluppo Economico, le istituzioni locali e i sindacati», spiega Manuela Righi, presidente di Sol.Co.

«La Ies si è così impegnata a lanciare una call per nuovi progetti che aiutassero a sciogliere tre nodi: la ricollocazione dei lavoratori fuoriusciti, l’inquinamento ambientale del luogo in cui sorge la raffineria e la reindustrializzazione dell’area dopo lo smantellamento degli impianti. È a quel punto che, sollecitati dal tessuto politico e sociale della città, abbiamo elaborato il progetto Sphere 2020, dopo aver costituito Cop 21, una cooperativa sociale di tipo B».

Cop 21 si è insediata in una villa adiacente alla raffineria ed è partecipata da 31 ex lavoratori Ies (oltre che da altri soci sovventori), ciascuno dei quali si è impegnato a versare un capitale di 15mila euro. Si tratta di persone per lo più ultracinquantenni e quindi con grandi difficoltà a ricollocarsi nel mondo del lavoro.

Operai ma anche impiegati e dirigenti, come Marco, 59 anni, che in raffineria era capo-fabbrica: «La perdita del lavoro ha avuto un impatto notevole su di noi», racconta. «Sol.Co. Mantova ci ha aiutato non solo coinvolgendoci in questo progetto, ma anche attraverso corsi di formazione e un sostegno psicologico, che per noi sono stati molto importanti».

Dopo aver preso accordi con alcuni agricoltori, nella primavera del 2017, incomincia la coltivazione del sorgo Herbal Crops, su 450 ettari di terreno sparsi in tutta la provincia. «In autunno ne abbiamo raccolti circa 200mila quintali, stoccati con il nuovo sistema silobag, che ne facilita la conservazione», spiega Stefano Ottoni, agronomo e direttore di Cop 21. Che aggiunge: «La coltivazione di questo sorgo è a bassissimo impatto ambientale, perché necessita di poca acqua, risorsa preziosa per l’agricoltura, ma anche di pochissimi fertilizzanti, e questo riduce i costi di coltivazione e l’accumulo di nitrati nei terreni e nelle falde sottostanti».«Stiamo poi realizzando», continua Ottoni, «un impianto all’avanguardia che, a partire dalla prossima primavera, arriverà a trasformare l’Herbal Crops stoccato in pellet. Ne produrremo 6 tonnellate all’ora, circa 45-50mila tonnellate all’anno».

Quello sarà un combustibile ricavato da una biomassa di origine vegetale, rinnovabile, non impattante per l’ambiente: «Non sarà destinato all’uso domestico, ma alle caldaie di media e grande dimensione (imprese agricole, cooperative di trasformazione del latte…). Successivamente, ci impegneremo nella costruzione e vendita di impianti che usano il nostro pellet. In questo modo vorremmo contribuire alla diffusione dell’energia verde nel nostro territorio». Ma questa è solo una parte del progetto Sphere 2020.

«In collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Bologna, Cop 21 sta studiando la realizzazione di un bosco, in un’area fortemente inquinata occupata dalla raffineria, che si estende per circa 110 ettari a ridosso della città:», continua Gianluca Ruberti, presidente di Cop 21, «si pianteranno specie vegetali che hanno proprietà disinquinanti e che dovrebbero assorbire ed eliminare le sostanze nocive dal terreno. In quattro anni, questo sito dovrebbe ripulirsi completamente. Se il progetto, che è sperimentale, si rivelerà efficace, potrebbe diventare un modello da replicare in altre zone italiane».

«Il valore di Sphere 2020 è quello di tenere insieme diversi aspetti che riguardano il futuro di questa città», interviene Andrea Murari, assessore all’ambiente e all’urbanistica del comune di Mantova, «da un lato si sono ricreati posti di lavoro in tempi brevi, e nella nostra provincia tra il 2007 e il 2017 ne abbiamo persi oltre 10mila! Dall’altro si punta sulla green economy e sulle energie rinnovabili, mettendo al centro l’ambiente e la salute dei cittadini. Infine mi piace sottolineare che un soggetto vivo per la nostra città, cioè la cooperazione sociale, ha avuto il coraggio di spingersi oltre i propri confini tradizionali, con un progetto importante come questo».

«Sphere 2020 ha cambiato completamente il mio e il nostro approccio verso il lavoro» conclude Chiara, 33 anni, di cui 10 in Ies come impiegata amministrativa: «Prima eravamo dipendenti, oggi siamo soci lavoratori e quindi possiamo decidere in prima persona della nostra azienda. Mi riempie di orgoglio pensare che stiamo sostenendo la nostra agricoltura, salvaguardando l’ambiente, creando posti di lavoro… Grazie a Cop 21, tutti insieme stiamo lavorando per il bene del nostro territorio, E quindi per il futuro nostro e delle generazioni che verranno dopo di noi».


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