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Avis, un’associazione sempre più giovane

Ricambio generazionale e attrattiva verso nuovi donatori. È questa la sfida principale delle associazioni italiane. Sfida che ha fatto scoprire alle realtà sociali un mondo di anti-bamboccioni che ne sono diventati il motore innovativo. Sul numero del magazine in distribuzione raccontiamo 11 storie. La dodicesima è quella di Filippo Pozzoli, milanese di 28 anni, in Avis da dieci, e oggi membro dell'esecutivo della Consulta Nazionale Giovani. L'intervista

di Lorenzo Maria Alvaro

Quando si parla di giovani è una delle realtà più citate. Avis da molti è vista come una delle associazioni più capace di intercettare i ragazzi e ingaggiarli. Ne abbiamo parlato con Filippo Pozzoli che è membro dell'esecutivo della Consulta Nazionale Giovani dell'associazione e segretario di Avis Provinciale Como.


La Consulta Nazionale Giovani si è appena rinnovata. Da quanto è in carica?
La nuova Consulta si è insediata il 24 settembre scorso con l'elezione del nuovo esecutivo. Il primo incontro invece avrà luogo il 27-28 gennaio. Saremo in carica per i prossimi 4 anni, fino all'agosto 2021.

In cosa consiste quest'organo?
È il coordinamento dei gruppi giovanili di Avis. Raggruppa fino a tre delegati per Regione e ha l'obiettivo di definire linee guida generale per potenziare la presenza dei giovani in seno ad Avis. È anche la palestra per la futura classe dirigente avisina. Non è naturalmente una simulazione della Consulta Nazionale ma lavora a progetti su cui ha piena delega da parte dell'esecutivo senior.

Avete già un piano di lavoro?
Stiamo sviluppando il piano d'azione e il mandato programmatico per i quattro anni. Siamo solo all'inizio del nostro percorso. Un progetto però su cui abbiamo le idee chiare c'è

Quale?
Vorremmo proporre una campagna sulla gestione delle emergenze. Una progettualità che sensibilizzi e formi tutti coloro che non sono operatori istruiti su come comportarsi in queste situazioni particolari. All'interno di questo grande contenitori naturalmente ci sarà poi un focus specifico sulla donazione del sangue e sull'importanza che sia costante nel tempo e non a spot.

Perché Avis attrae così tanto i giovani secondo lei?
È una struttura molto organizzata che ti fa sentire parte di qualcosa. Una partecipazione ad un mondo che, se lavori bene, ti valorizza e ti fa diventare protagonista.

E questa attenzione ai giovani da parte dell'associazione come si spiega?
Ci troviamo da anni in un momento storico di grande ricambio generazionale. Molte Avis locali sono ancora in mano agli stessi fondatori che pian piano stando andando in pensione. È naturale che l'associazione abbia capito quanto sia fondamentale avere volontari e affiliati giovani. È un'esigenza strategica e un investimento sul futuro.


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