Politica & Istituzioni

Giorgio Gori incontra il Terzo settore

Il candidato del PD alla Regione Lombardia ha partecipato ad un seminario di lavoro sui temi del welfare organizzato da VITA in collaborazione con il Forum del Terzo Settore, Confcooperative e Gruppo Cooperativo CGM

di Redazione

Il welfare che verrà: questo il tema dell'incontro con Giorgio Gori, candidato alle prossime elezioni regionali per il governo della Lombardia. Promosso dal mensile Vita, in collaborazione con il Forum del Terzo Settore, Confcooperative Milano, Lodi, Monza e Brianza e il Gruppo Cooperativo CGM, l'incontro si è articolato nella forma del seminario di lavoro sui temi cruciali per la nostra regione e per il nostro Paese.

Possiamo coniugare un modello di crescita attento al territorio, alle sue qualità e un welfare capace al contempo di inclusione e innovazione sociale? Quali inziative intraprendere sui temi del contrasto all'azzardo, della lotta alla povertà, del sostegno alle disabilità, della difesa e della valorizzazione dell'ambiente? Queste le domande a cui si è cercato di dare risposta.

Ad interloquire con Gori insieme a Riccardo Bonacina erano presenti, tra gli altri, Stefano Granata presidente del Gruppo Cooperativo Cgm, Alberto Cazzulani presidente di Confcooperative Milano, Lodi, Monza e Brianza, Marco Faini vicepresidente di Ledha, Marco Dotti del Moviemnto No Slot, Marcello Esposito economista dell'Università “CArlo Cattaneo” di Castellanza e Chiara Tintori redattrice di Aggiornamenti Sociali. Tra gli ospiti i candidati per Gori Marco Sessa presidente di Aisac, Daniela Colombo, Luca De Simoni ed Elisabetta Strada.

Il nodo centrale del seminario, dopo l'ascolto delle istanze portate dal Terzo settore, ha visto Gori rilanciare la sfida sul futuro chiedendo maggior protagonismo al sociale: «Siete pronti a fare un passo avanti?». L'idea del candidato è stata quella di uscire dalla visione di una Regione che si limiti a essere erogatore di bandi e risorse ma che assuma il ruolo di regia vera. «Abbiamo bisogno di condividere il fine, il sogno di un nuovo welfare, il dove vogliamo andare. Solo con questa premessa possiamo poi immaginare le nuove geometrie per quelo che riguarda gli assessorati e gli uffici tecnici».

Per Gori, insomma, il cambio di paradigma sul welfare passa da una vera partenrship tra attori istituzionali e sociali. «Solo con la cultura del lavorare insieme si può fare vera innovazione e immaginare un welfare che sia motore di sviluppo. Un lavoro comune che renda la Regione in grado di leggere i bisogni dei territori».

Se questa sarà la strada poi si potrà arrivare anche a ripensare l'intera governance «fino anche ad immaginare una ridefinizione dei vari assessorati (Sanità, welfare, inclusione sociale) e delle rispettive direzioni».


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