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Fra Cecilio, in cammino verso la beatificazione nel segno della carità

Riconosciute le virtù eroiche del cappuccino che negli anni Cinquanta quando era portinaio del convento di viale Piave diede il là alla nascita di Osf. «La sua eredità per noi di Osf è l’amore per Dio e l’amore per i fratelli», osserva padre Maurizio Annoni, presidente dell'associazione

di Antonietta Nembri

Una felice coincidenza. Così padre Maurizio Annoni, presidente di Opera San Francesco per i Poveri alla notizia del riconoscimento delle “virtù eroiche” di fra Cecilio Cortinovis, il cappuccino fondatore della stessa Osf negli anni Cinquanta.
E la coincidenza non riguarda il fatto che nello stesso giorno papa Francesco abbia, tra i decreti promulgati, riconosciuto il miracolo che spiana la strada alla canonizzazione del beato Paolo VI – arcivescovo di Milano nel 1959 anno in cui con fra Cecilio inaugura la mensa dei poveri di Osf – ma al fatto che: «In questo momento in cui al centro dell’attenzione ci siano il tema della povertà, il problema dell’immigrazione e le famiglie che vivono un forte disagio credo che una figura come quella di fra Cecilio abbia molto da dire a tutti noi. Lui in modo particolare ha accolto i poveri sia come portinaio del convento sia come fratello questuante» osserva padre Annoni.

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Nella gallery l'inaugurazione della mensa, nelle immagini storiche si riconoscono l'arcivescovo di Milano Montini, futuro Paolo VI e fra Cecilio Cortinovis

Il presidente di Opera San Francesco tiene a precisare che il decreto approvato riconosce che fra Cecilio ha «vissuto eroicamente le virtù cristiane. Ora ha il titolo di venerabile. Per il prosieguo della causa ora serve il miracolo. Ma questo riconoscimento è importante perché si è guardata la sua esistenza che lui ha vissuto con passione, santamente donando la vita per Dio e per i fratelli».
Padre Annoni osserva come ora più che mai la figura del fondatore di Osf sia un punto di riferimento non solo per l’attività caritativa, ma anche per la sua dimensione spirituale «nei diari e nelle lettere emerge la sua grandissima fede. La sua eredità per noi di Osf è l’amore per Dio e l’amore per i fratelli». Padre Annoni rivela anche che fra Cecilio era particolarmente devoto, oltre che alla Madonna, san Giuseppe e San Francesco, anche a un santo cappuccino: San Corrado da Parzham, portinaio del convento di Altötting in Baviera, canonizzato nella prima metà del 1900. E che ai confratelli ripeteva: «Tutto ciò che si dà ai poveri, ritorna nuovamente dentro con abbondanza».

Fra Cecilio nato nel 1885, arrivò al convento dei Frati Minori Cappuccini di viale Piave a Milano nel 1910. Diventato portinaio del convento inizia la sua opera di distribuzione di cibo, abiti e di quanto può servire ai bisognosi nella piccola portineria.
Dall’incontro tra fra Cecilio e un industriale milanese, Emilio Grignani nasce Opera San Francesco per Poveri: il 20 dicembre del 1959 dicembre si inaugura la nuova mensa dove dal 1959 al 1979 fra Cecilio svolse la sua opera, migliorando anno dopo anno la capacità di servizio del refettorio, della cucina, del guardaroba e dell'ambulatorio medico. Nel 1984 fra Cecilio morì, ma il suo testamento spirituale e di carità vive nella "sua" Opera per i poveri.

In apertura fra Cecilio nella sua nuova mensa per i poveri – Le immagini pubblicate sono dell'archivio di Osf