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Liliana Segre porta in scena “Giobbe”

Alle Terme di Diocleziano di Roma dal 30 maggio l’emozionante opera icono-sonora del compositore israeliano Yuval Avital parte dal testo biblico per affrontare il doloroso tema della persecuzione. A 80 anni dalla firma delle leggi “per la difesa della razza”

di Redazione

In occasione dell’80° anniversario della promulgazione delle leggi razziali e nell’anno in cui il nostro Paese assume la presidenza dell’IHRA (Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto) – rete intergovernativa con lo scopo di promuovere la didattica, il ricordo e la ricerca sull’Olocausto – viene inaugurata in prima assoluta a Roma l’opera icono-sonora “Giobbe” del compositore e artista israeliano Yuval Avital (nella foto d'apertura insieme alla Senatrice Liliana Segre, che nel progetto ha la parte di "Narratrice silenziosa").

Uno spettacolo unico che dal 30 maggio al 1° giugno rivive il drammatico ricordo di una delle più tragiche pagine della storia del nostro Paese. "Giobbe" è una creazione inedita, che parte dall’omonimo testo biblico per affrontare, in un’accezione universale e contemporanea, il tema della persecuzione attraverso un’indagine sugli archetipi di bene, male, giustizia, Dio e Satana. L’opera è una partitura visionaria che attraverso eccellenti esecutori classici, note ancestrali di cori religiosi tradizionali, proiezioni video e la partecipazione straordinaria della Senatrice a vita Liliana Segre, alter ego simbolico di Giobbe, riunisce in un vortice di voci, suoni e immagini un antico testo biblico.

Il progetto di Yuval Avital ha il sostegno del MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e della Regione Lazio, promosso da UCEI-Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, curato da Marilena Citelli Francese e Viviana Kasam, prodotto da MusaDoc, in collaborazione con Rai Cultura.

Reprilche il 30, 31 maggio 1 giugno in prima assoluta alle Terme di Diocleziano di Roma. La serata del 31 maggio è dedicata a Save the Children e aperta al pubblico.

Si tratta di un’opera totale, un quadro allegorico ricco e penetrante, risultato di un’ampia ricerca in cui si ritrovano gli elementi identificativi delle opere dell’artista: componenti molto diversi e inaspettati che si intrecciano tra loro in un dialogo serrato e coinvolgendo alcune eccellenze nazionali e internazionali.

Le spettacolari immagini dell’Osservatorio Solare della NASA si alternano ai preziosi materiali storici di archivio delle Rai Teche, il volto di Liliana Segre in un’intensa intervista silenziosa dialoga con il celebre ensemble PMCE dell’Auditorium di Roma, e con i virtuosi solisti vocali del coro Auditivvokal di Dresda. La multimedialità visiva e sonora, creata con tecnologie avanzate, si confronta con solisti religiosi di antiche tradizioni monoteistiche.
Il testo biblico Giobbe è stato trasformato, per l’evento, in un libretto scenico dall’intellettuale, esperto di cultura ebraica, Haim Baharier, e dalla critica teatrale Magda Poli che, in dialogo con Avital, hanno ritradotto l’intero libro e dato vita non solo a uno scritto, ma anche a un lungo percorso di riflessioni esegetiche e interpretazioni testuali che sono alla base dell’opera: un’operazione che offrirà al pubblico un nuovo Giobbe, poetico e contemporaneo, che si erge a simbolo dei drammi più feroci dei nostri tempi.

«In un momento storico come quello attuale, caratterizzato da derive autoritarie e manifestazioni di antisemitismo in tutto il mondo, abbiamo sentito la necessità di un progetto artistico che, in modo originale, facesse riflettere sul doloroso tema della persecuzione e delle leggi razziali. Siamo molto orgogliosi che una realtà prestigiosa come IHRA abbia sposato fin da subito la nostra idea nell’intento comune di promuovere il ricordo e la riflessione su una delle pagine più buie dell’umanità. L’opera di Yuval Avital è unica e crediamo davvero possa smuovere le coscienze per una definitiva condanna dell’abominio dei regimi totalitari», dichiarano Marilena Citelli Francese e Viviana Kasam.

«Il dialogo costante con centri di ricerca, istituzioni, archivi, ma anche con singole persone e famiglie portatrici di memorie – commenta Yuval Avital – ha portato alla raccolta di un vasto ed eccezionale materiale documentaristico e alla sua riedizione in chiave artistica che in quest’occasione viene presentato come frutto di un’intensa interazione umana, in cui ogni partecipante al dialogo prende parte attiva nel processo creativo. La commemorazione delle vittime della Shoah diventa, quindi, attraverso Giobbe un simbolo da cui trarre insegnamento contro la discriminazione razziale e l’odio che oggi stanno pericolosamente riprendendo piede contaminando la società. In questo momento cruciale, in cui le questioni etiche e umane devono riprendere il sopravvento sopra gli interessi economici e i fanatismi politici e religiosi, è fondamentale assumere una posizione decisa per salvaguardare il nostro presente e futuro».


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