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Servizio civile, Salvini lo vuole obbligatorio? Il prerequisito è che ci siano i fondi

Per il neo ministro degli Interni «sarebbe bello reintrodurre il servizio militare e il servizio civile obbligatori per reinsegnare la convivenza civile». La replica di Licio Palazzini presidente della Conferenza nazionale degli enti di servizio civile: «Il tema all'ordine del giorno è che oggi non ci sono i 400 milioni di euro necessari per permettere l'accesso al servizio ai 100mila giovani previsti dalla riforma del servizio civile universale»

di Antonietta Nembri

Il neo ministro dell’interno, Matteo Salvini, dopo aver partecipato per la prima volta alle manifestazioni del 2 giugno a Roma, a Treviso è tornato a parlare di servizio civile obbligatorio: «Per la prima volta oggi ho partecipato alla festa del 2 giugno e ho visto sfilare il meglio dei nostri ragazzi fra le forze militari. Penso a quanto sarebbe bello reintrodurre il servizio militare e il servizio civile obbligatori per reinsegnare la convivenza civile».

Quindi addio volontarietà? Leva obbligatoria civile o militare per tutti? Abbiamo provato a chiedere a Licio Palazzini, presidente della Cnesc, la Conferenza nazionale degli enti per il servizio civile un parere sull’esternazione del titolare del Viminale nonché vice-premier.
«Innanzitutto ribadiamo quello che abbiamo detto anche ai precedenti governi», esordisce Palazzini: «c’è necessità di politiche pubbliche di rinforzo del senso di appartenenza alla società civile sulla base di una libera scelta di partecipare e per questo abbiamo chiesto l’applicazione del Servizio civile universale e cioè permettere la partecipazione al Servizio a 100mila giovani numero che coinciderebbero poi con quelli che già oggi chiedono di farlo, però non ci sono i fondi». L’obiettivo 100mila giovani in servizio civile però non è dietro l’angolo soprattutto perché occorre, continua Palazzini «un meccanismo che richiede tempo e che se fatto bene con la soddisfazione di tutti fa sì che si crei una situazione sociale che renderebbe naturale un processo di progressiva espansione dei partecipanti a questa esperienza».

Per Palazzini è preferibile la libera scelta ma, premette «non ci interessa iscriverci al partito pro o contro». Con uno spunto di realtà ricorda che «oggi per il Servizio civile universale non ci sono i 400 milioni di euro annui per permetterebbero l’accesso a 100mila posizioni. Nella legge di stabilità per il 2019 i milioni di euro sono 150. Gli esperti dicono che la reintroduzione della leva obbligatoria richiederebbe dei miliardi. E mi chiedo se non riescono a trovare centinaia di milioni come possono trovare i miliardi?».

Lasciando perdere i numeri, c’è anche un’altra considerazione importante da fare «perché un consenso a un impegno civico si realizzi, occorrono buone esperienze e adulti motivati e preparati. Dove sono questi adulti?». E da non trascurare anche un altro quesito «quante attività servono per impegnare mezzo milione di persone ogni anno?»

Meglio quindi per Palazzini accettare la sfida organizzativa di «far partire e stabilizzare il Servizio civile universale. Si otterrebbe così in modo semplice un risultato concreto: avere ogni anno 100mila giovani impegnati in un’esperienza di civismo che può diventare contagiosa e ampliarsi».


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