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Tunisi rimuove il Ministro degli Interni: le ragioni di una crisi

Accusato di negligenza per il recente naufragio al largo delle coste della Tunisia, Lotfi Brahem, che era entrato in dura polemica con Matteo Salvini, non è più ministro degli interni. I suoi sostenitori, scesi in piazza, lo descrivono come un politico amato dal popolo e un integerrimo nemico di terrorismo e mercato nero. La realtà dice ben altro

di Marco Dotti

Da termo al centro di critiche per mancanza di trasparenza, scarsa democraticità e poca affidabilità, il Ministero degli Interni della Tunisia è stato travolto da una decisione del Governo. Da ieri Lotfi Brahem non è più ministro.

La decisione è arrivata dopo le polemiche delle scorse ore con il suo omologo italiano, Matteo Salvini. Nel comunicato con cui il Primo Ministro Youssef Chahed destituisce Brahem dal suo incarico, lo stesso viene affidato al Ministero della Giustizia. Gli viene attribuita una responsabilità nel recente caso della morte di migranti al largo delle coste della Tunisia.

Dopo l’annuncio del siluramento, alcune centinaia di manifestanti sono scesi in piazza – non accadeva da anni – accusando il primo Ministro di essere in qualche misura uno scambio politico con il movimento politico di ispirazione islamica Ennahdha.

I sostenitori di Lotfi Brahem hanno lanciato sui social media una serie di petizioni, parlando di un ministro degli interni che ha pagato dazio per la sua lotta contro corruzione, crimine e terrorismo.

Sembra che questa campagna condotta sui social network con pagine e link sponsorizzati punti a dare un'immagine di "uomo vicino al popolo" dell'ex ministro.

Ma il Ministero degli Interni, sotto Brahem, si è segnalato soprattutto per altro: la lotta contro caffè e ristoranti aperti durante il Ramadan. Lotfi Brahem si è sempre difeso affermando che il suo ministero ha solo applicato una normativa del 1981 e che non spettava a lui modificarla. Molti anche gli attacci da parte delle ONG e delle associazioni per la difesa dei diritti umani all'operato, considerato tutt'altro che democratico, di Brahem.


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