Non profit
Azzardo, divieto di pubblicità. Mons. D’Urso: « I media non si oppongano»
L'appello del Presidente della Consulta Nazionale Antiusura affinché gli interssi di parte non prvalgano sul bene comune e non ostacolino il divieto di pubblicità dell'azzardo

Leggiamo ora, e veniamo a sapere anche informalmente, che alcuni settori dell’editoria, dei media televisivi e delle società sportive (football e altri tipi) si stanno opponendo alla preannunciatamisura di divieto netto e risoluto di pubblicità alla vendita di gioco d’azzardo, tanto in locali di varia natura quanto nel web (reti mobili o fisse che siano).
Il Decreto che il Governo si appresta a emanare – pur limitato al marketing del gioco d’azzardo – va nella direzione giusta, e quindi la Consulta Nazionale Antiusura auspica che siano respinte le resistenze a spegnere le luci, le sirene e i richiami incalzanti – anche attraverso il web, le app e i Grandi Dati dei gestori delle reti – alle scommesse, alle lotterie, alle slot machine e ai casinò on line.
Come per il tabacco e per l’induzione alla velocità con le auto sulle strade pubbliche, anche per il gioco d’azzardo la concessione statale alla vendita di “prodotti” dannosi alla salute non legittima minimamente la pubblicità.
Spot, sponsorizzazioni, avvisi, reclaim, pubblicità sia occulta e sia palese vanno immediatamente vietati senza se e senza ma.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.