Welfare & Lavoro

Anmil, una manifestazione nazionale nel segno dei giovani

Il 14 ottobre per la 68ª Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro l'associazione scende in piazza. «Vogliamo rimarcare che la salute e la sicurezza sul lavoro sono una priorità per il futuro del nostro Paese e per le nuove generazioni», ha sottolineato il presidente Franco Bettoni

di Lorenzo Maria Alvaro

Il tema della sicurezza sul lavoro e i giovani saranno al centro delle manifestazioni organizzate dall’ANMIL in tutta Italia, domenica 14 ottobre, per la 68ª Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro. « Anche se è difficile dobbiamo continurare a parlare di sicurezza sul lavoro. In questi giorni ho incontrato una vedova con i suoi figli», racconta il presdiente nazionale Franco Bettoni, «È difficile parlare di sicurezza sul lavoro con persone che hanno pagato un tributo simile. Ma è necessario, è l'unico modo per arrivare a quel cambio culturale in grado di far in modod cge certe cose non succedano ai nostri figli». L'intervista


Perché al centro di questa manifestazione avete deciso di mettere i giovani?
Il motivo principale è l'incremento degli infortuni che colpiscono gli under 35 anni. Abbiamo dei dati che parlano chiaro in questo senso. così abbiamo voluto pensare a chi entra nel mondo del lavoro oggi, alla loro salute e sicurezza. Non èuna novità: in questi anni oltre alla tutela di chi muore, si ammala o rimane invalido ci siamo occupati di fare cultura della sicurezza nelle scuole. Con la giornata di quest'anno abbiamo penmsato di rendere questo impegno visibile, di metterlo in copertina.

Questo 2018 è stato funestato da molti casi di cronaca gravi. In una delle ultime interviste con Vita.it ci aveva detto di essere stufo di dover sempre commemorare qualche vittima…
Sì, ero preso dello sconforto. Ma dobbiamo tenere duro. Dobbiamo continuare a parlarne e a mandare un messaggio culturale e di resposnabilità da parte dei lavoratori per sé stessi di pretendere sicurezza. e poi dobbiamo lavorare perché chi ha il compito di verificare faccia il proprio mestiere. Ma il cuore della questione è culturale: sono 15 anni che sono infortunato, ne ho 57, 32 anni che mi occupo di Anmil. Il mio lavoro è continuare a ripetere le stesse cose, e può essere logorante. Ma è l'unica strada per ottenere qualche risultato.

Rimane il fatto che, stando ai vostri dati, gli infortuni continuano ad aumentare…
Sì, bisogna fare molto di più. Ecco perché dobbiamo parlarne e fare esempi positivi e anche negativi. Parlare di quesi casi che non hanno funzionato anche perché chi non ha fatto quelo che avrebbe dovuto venga perseguito. La magistratura in questa ci deve aiutrare. La giustizia deve essere veloce per rispetto delle vittime.

Il Governo è in carica da pochi mesi. Avete avuto modo di confrontarvi con loro?
Domenica avremo il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon cui chiederemo l'adeguamento del D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 con i famosi 20 decreti attuativi. Ma sopratutto chiederemo che l'Anmil, che dal 2015 è nel tavolo consultivo Salute e Sicurezza sul lavaro, venga convocata per la prima volta, visto che non è ancora mai successo. CI aspettiamo che Il Governo su un tema come questo ci dia una mano.

Avete trovato disponibilità?
Assoluta. Poi è chiaro che tra la disponibilità e il ragionare sulle tematiche c'è differenza. Ci aspettiamo che il Ministro del Lavoro ci convochi nelle prossime settimane


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