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Reddito di cittadinanza, dietrofront sul “solo agli italiani”

Il documento inviato a Bruxelles prevede che il reddito di cittadinanza sostituisca il reddito di inclusione dal 1° gennaio 2019. Ma come per l'attuale REI «ne potranno beneficiare i maggiorenni residenti in Italia da almeno 5 anni disoccupati o inoccupati (inclusi pensionati)»

di Sara De Carli

Il reddito di cittadinanza? Non andrà solo agli italiani. «Ne potranno beneficiare i maggiorenni residenti in Italia da almeno 5 anni disoccupati o inoccupati (inclusi pensionati)». È scritto nero su bianco nel documento programmatico di bilancio presentato ieri alla Commissione Europea dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria (qui il documento integrale). È il medesimo criterio oggi in vigore per il REI-reddito di inclusione.

Non più dunque “solo gli italiani” come avevano più volte ripetuto sia il ministro Salvini sia il ministro Di Maio. Era d’altronde apparso chiaro fin da subito, come aveva ben spiegato ad esempio lavoce.info, che fra leggi, direttive, ricorsi e sentenze l’ipotesi di escludere le persone con cittadinanza non italiana fosse impossibile, pena l’impugnabilità dei provvedimenti.

«Per il potenziamento della lotta alla povertà si introduce il Reddito di Cittadinanza, per sostenere chi si trova al di sotto della soglia di povertà e, allo stesso tempo, favorirne il reinserimento nel mercato del lavoro attraverso un percorso formativo vincolante», afferma il documento, confermando quindi il vincolo di un percorso formativo. La misura «supera dal 1 gennaio 2019 il reddito di inclusione (cd. REI, operativo dal 2018) ed è accompagnata a una riforma dei centri per l’impiego».

Foto www.governo.it


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