Cooperazione & Relazioni internazionali

#Ioaprolamiaporta, l’integrazione fatta in casa

Sono oltre mille le famiglie italiane che hanno scelto di ospitare un migrante. Chi sono e perché lo hanno fatto. Viaggio nell’Italia accogliente che nessuno racconta. Con un vademecum ad hoc per chi volesse sperimentare questa esperienza

di Redazione

Sono circa 1300 le famiglie che negli ultimi quattro anni hanno aperto le porte a un migrante. Lo hanno fatto grazie a una rete di organizzazioni, fra cui il consorzio Farsi Prossimo di Milano e il network di Refugees Welcome, che in questi anni hanno promosso un approccio di prossimità che sta coinvolgendo sempre più persone. Il numero di Vita magazine in distribuzione da venerdì 2 novembre mette il faro su un fenomeno finora rimasto sottotraccia. «La famiglia è il luogo fisico e insieme un sistema di relazioni in grado di supportare il processo di autonomia dei beneficiari», spiega Roberto Guaglianone del consorzio Farsi Prossimo una delle tante voci delle associazioni raccolte nel primo capitolo del magazine in distribuzione dal 2 novembre.

Nel secondo capitolo del numero siamo entrati nelle case di 12 famiglie accoglienti. Dodici storie raccontate in presa diretta che danno la testimonianza concreto di come l’accoglienza sia un’esperienza straordinaria, ma allo stesso tempo una sfida per tutti i familiari coinvolti. Dodici racconti che non fanno sconti alle difficoltà e alle domande concrete e quotidiane che pone l’ospitalità: dalla gestione delle regole di convivenza alla religione, passando per i rapporti intra-famigliari.

Nel terzo capitolo, infine, trovate le sette parole che compongono il vocabolario dell’accoglienza. Sono i termini chiave del fenomeno intepretate da otto attenti osservatori: Ospite (Silvano Petrosino); Conflitto (Aldo Bonomi); Esilio (Luca Doninelli); Imparare (Eraldo Affinati); Famiglia (Chiara Giaccardi); Condivisione (Johnny Dotti); Immagini (Giovanni Hänninen e Giovanni Iudice).

L'indice del numero


Nell'immagine di copertina Doudou e Anna Masera nella casa della direttrice del master in giornalismo di Torino


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