Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

La sanità integrativa apre le porte alle persone con sclerosi multipla

Il progetto pilota, primo in Italia, partirà a gennaio 2019 per circa 100 persone con SM delle province di Milano, Como e Monza Brianza. Aisme Mutua Sanitaria Cesare Pozzo hanno definito un pacchetto di prestazioni sanitarie e assistenziali specifico. «I meccanismi tipici del mercato assicurativo escludono di fatto le persone con SM, con questo accordo rimuoviamo una disuguaglianza», affermano Bandiera e Messineo

di Sara De Carli

Soci, non clienti. Porte aperte a tutti. Assistenza per tutta la vita, senza mandare mai via nessuno. Assenza di remunerazione del capitale. Sono alcuni dei tratti distintivi di una società di mutuo rispetto a un’assicurazione, caratteristiche che rendono possibile, per la prima volta, una formula di tutela sanitaria integrativa aperta (anzi studiata appositamente) per le persone con Sclerosi Multipla, finora escluse da forme complementari e integrative di tutela della salute. Si tratta di una soluzione innovativa, dal momento che ad oggi non esistono sul mercato prodotti sanitari simili, riferiti in modo specifico alla condizione di sclerosi multipla. La proposta è frutto della collaborazione fra AISM-Associazione Italiana Sclerosi Multipla e la Mutua Sanitaria Cesare Pozzo: il progetto pilota, primo in Italia, partirà con il 2019 e sarà riservato per il momento a circa 100 persone con SM e ad altrettanti caregiver o familiari residenti nelle province di Milano, Como e Monza Brianza.

«Questa collaborazione nasce per garantire parità di accesso alla sanità integrativa per persone con SM, che oggi hanno difficoltà ad accedervi. I meccanismi tipici del mercato assicurativo infatti sono fondati sulla valutazione del rischio, per cui una persona con SM – che evidentemente ha un bisogno di prestazioni sanitarie più elevato – o deve aspettare due o tre anni dall’iscrizione per accedere ai rimborsi relativi alla morbilità precedente oppure se quando arriva a un livello di rischio troppo dovrà pagare un premio altissimo o perderà la possibilità di restare assicurato», spiega Paolo Bandiera, direttore generale di AISM. «Con questa soluzione sperimentale vogliamo proprio rimuovere questa esclusione e disuguaglianza per le persone con SM rispetto alle forme integrative di tutela della salute. Questa proposta è basata sui principi della mutualità, non c’è selezione all’ingresso né meccanismi di esclusione per aggravamento: è una soluzione che garantisce parità di accesso. Questo è il primo valore dal punto di vista del diritto diritto alla salute e di potersi autodeterminare».

Nel concreto AISM e Cesare Pozzo hanno elaborato un pacchetto di prestazioni di specifico interesse per persone con SM, immediatamente esigibili dagli aderenti, che si affianca a un pacchetto di prestazioni globali standard. Dalla copertura delle spese farmaceutiche alla riabilitazione non coperta dal SSN; dalla logopedia agli interventi chirurgici; dai trattamenti domiciliari non inclusi nel SSN alle forme di compensazione per un’eventuale perdita del reddito dovuta alla malattia. «È un prodotto costruito sui bisogni specifici , abbiamo analizzato le aree meno coperte dal SSN per le persone con SM, poiché per quanto il nostro sistema sanitario sia buono, per un problema complesso e cronico come la SM le risposte non sempre sono assicurate. Non abbiamo voluto lasciare sole le persone con SM ma accompagnarle con la costruzione di un’offerta sostenibile, basata sulla ricostruzione dei bisogni collettivi, che potrà in futuro essere personalizzata per sottocategorie di persone. È una sperimentazione molto interessante perché tutto il SSN nazionale deve oggi ripensarsi in ottica di cronicità, anche il secondo pilastro. E anche il sistema integrativo ha la necessità di evolversi oltre la long term care, per gestire malattie croniche non solo in ottica di non autosufficienza», conclude Bandiera.

La sostenibilità della formula? Si basa sull’adesione di un’altra persona al fianco di ogni persona con SM che aderisce: il presunto maggior rischio di consumi sanitari e assistenziali della persona con SM verrà così spalmato in parte su un’altra persona che presenti un profilo di rischio sanitario standard. Per il primo anno la quota a carico della persona con SM sarà finanziata da AISM (per informazioni e adesioni si può fare riferimento allo sportello dedicato, attivato presso la sede milanese dell’associazione).

Armando Messineo è Presidente nazionale della Mutua Cesare Pozzo. «Questo accordo nasce dalla volontà di rispondere ad una reale e concreta necessità. Siamo stati ben felici e orgogliosi di rispondere per primi alle richieste che AISM ci ha sottoposto e insieme abbiamo studiato il migliore accordo partendo proprio dai limiti riscontrati dalle persone con sclerosi multipla. Finora, una patologia cronica e degenerativa come questa era esclusa da qualsiasi forma di tutela sanitaria integrativa. Ci auguriamo che da oggi parta un percorso che presto si possa diffondere sul territorio nazionale, aiutando così un numero maggiore di persone».

Rispetto al tema sostenibilità e maggior rischio, Messineo precisa che «la missione più importante di CesarePozzo è la cura del malato e non il suo costo. Per questo abbiamo deciso di accogliere la richiesta dell’AISM. In Italia abbiamo un Sistema Sanitario Nazionale eccellente, con qualche carenza. Noi interveniamo proprio là. Stiamo investendo molto su progetti di utilità sociale. Abbiamo di recente siglato un accordo con la Lilt, stiamo sostenendo dei progetti sulla dislessia e sull’autismo. L’operato della Mutua sanitaria Cesare Pozzo si fonda sul mutuo soccorso e sull’aiuto reciproco. Sapere che ci sono limiti in ambito sanitario ci sprona nel trovare delle soluzioni per tentare di garantire comunque il diritto alla salute a tutti, soprattutto a chi è in difficoltà».

Per Messineo questa scelta definisce la Cesare Pozzo del futuro che altrimenti, ha detto, sarebbe «solo una mutua che fa bene il suo mestiere»: «la mutua che fa bene il suo lavoro si prende cura dei propri soci. Quello che ora stiamo facendo è andare oltre. Stiamo infatti cercando di ascoltare le esigenze e i problemi delle patologie più diverse, comprese quelle più gravi e degenerative. Vogliamo aiutare i più deboli. Cerchiamo di ascoltare e risolvere le problematiche che creano maggiori limiti e ingiustizie nella vita del malato».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA