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Fish: la disabilità è stata ignorata nel decreto sul reddito di cittadinanza. Ecco perché

Per Vincenzo Falabella, Presidente FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap): «nessun propagandato aumento delle pensioni di invalidità e l’importo del reddito di cittadinanza sarà, in tutti i casi, più basso quando in famiglia c’è un disabile, un titolare di pensione sociale, un giovane che percepisce una borsa lavoro. L’annunciato aumento delle pensioni di invalidità non trova alcuna concretezza nella misura approvata dal Governo»

di Redazione

«Uno degli impegni più severi nelle prossime ore sarà quello di spiegare alla nostra gente come – al di là degli annunci e dei giochi con i numeri e le parole – la disabilità sia stata ignorata nel decreto sul reddito di cittadinanza»: così Vincenzo Falabella, Presidente FISH, commenta il testo del decreto legge approvato ieri sera in Consiglio dei Ministri e su cui FISH aveva chiesto con decisione emendamenti volti a migliorarne i contenuti che non sono stati accolti nemmeno in minima parte. «Alle moltissime persone che già ci contattano in queste ore andrà innanzitutto spiegato che l’annunciato aumento delle pensioni di invalidità non trova alcuna concretezza nella misura approvata dal Governo».

Ma non è tutto: per come è articolato il testo, i nuclei in cui sono presenti persone con disabilità, titolate di pensione di invalidità civile, verranno inequivocabilmente trattati meno favorevolmente delle famiglie in cui non sia presente una persona non autosufficiente o con disabilità. E questo a identica situazione di povertà assoluta.

«Il gioco è molto semplice, – prosegue Falabella – vengono considerate alla stregua di reddito le stesse pensioni di invalidità, criterio che avevamo chiesto fosse espunto dal decreto. Inoltre nessun coefficiente aggiuntivo considera la presenza di una persona disabile nel nucleo». L’apparente contrasto sul “nodo disabili” registrato nei giorni scorsi fra le due forze di maggioranza, in realtà non ha prodotto alcuna modificazione sostanziale alla bozza del decreto.

Il Ministro Di Maio in conferenza stampa però ha dichiarato che il reddito di cittadinanza riguarda anche 255mila nuclei familiari in cui è presente una persona con disabilità. «Si gioca con i numeri: in Italia, ce lo dice ISTAT, esistono 1.700.000 nuclei in condizione di povertà assoluta. Questi rappresentano, per dichiarazione dello stesso Governo, la platea dei beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza. All’interno di quei nuclei in povertà assoluta ve ne sono anche alcuni – circa 250mila appunto – che hanno al loro interno una persona con disabilità, d'altronde sappiamo che la disabilità è una delle prime cause di impoverimento». Ma non si tratta di nuclei che si aggiungono, in virtù di una maggiore attenzione alla disabilità. Semplicemente «quando il Governo, in tutte le sue componenti, è stato messo alle strette dalle nostre serrate critiche, il Ministero del Lavoro ha effettuato un sommario controllo sulla banca dati ISEE, scoprendo che vi è un numero consistente di famiglie sotto la soglia di 9.360 euro con una persona con disabilità al proprio interno. Appurato tardivamente ciò, invece di elaborare risposte congruenti, ha usato il dato a fini propagandistici, lasciando inalterati quei criteri che trattano meno favorevolmente proprio quei nuclei».

I risultati sono quindi evidenti: nessun aumento delle pensioni di invalidità, tanto propagandato e paradossalmente un importo del reddito di cittadinanza che sarà, in tutti i casi, più basso quando in famiglia c’è un disabile, un titolare di pensione sociale, un giovane che percepisce una borsa lavoro.

«Di fronte a queste evidenze – conclude il presidente Falabella – non ci resta che chiamare a raccolta le nostre associazioni e tutte le organizzazioni dell’impegno civile e chiedere con forza al Parlamento di censurare e modificare quel testo visto che il Governo ha pedissequamente ignorato ogni ragionevole richiesta di emendamento». Intanto per il 24 gennaio il ministro Fontana ha convocato l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità.


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