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Accoglienza, Salvini taglia i fondi? A Milano li mette la Caritas

Per aiutare i migranti colpiti dal Decreto sicurezza nasce il “Fondo di solidarietà per gli esclusi dall’accoglienza” della Caritas Ambrosiana. «Stimiamo di sostenere circa 200 persone per un totale di 900 mila euro», spiega il direttore Luciano Gualzetti

di Lorenzo Maria Alvaro

Per aiutare i migranti colpiti dal Decreto sicurezza voluto dal vicepremier Matteo Salvini, a Milano nasce il “Fondo di solidarietà per gli esclusi dall’accoglienza”. Il Fondo, aperto al contribuito dei cittadini, è un’iniziativa di Caritas Ambrosiana, nell’ambito dell’azione di disobbedienza civile lanciata quando il leader leghista ha annunciato che i richiedenti asilo con protezione umanitaria dovranno lasciare i centri d’accoglienza.

«Come avevamo affermato sin dal primo momento noi le persone che seguiamo non intendiamo abbandonarle», sottolinea il direttore Luciano Gualzetti. «Vogliamo concludere i percorsi che abbiamo avviato con i nostri ospiti. È chiaro che queste persone se vengono mandate per strada difficilmente riuscirà a convertire il permesso di soggiorno in un permesso di lavoro. Fallirebe tutto il nsotro intervento. Abbiamo quindi deciso di tenewrli per il tempo necessaria a finire gli interventi e arrivare a fargli avere un lavoro e camminare con le proprie gambe».

Il fondo – cui Caritas Ambrosiana ha destinato già circa mezzo milione di euro – sarà destinato infatti in primo luogo agli ospiti al momento presenti nel sistema di accoglienza diffusa della Diocesi di Milano, cioé agli appartamenti che ospitano i migranti titolari di un permesso di soggiorno, ma che nonostante questo sarebbero costretti a interrompere i percorsi di integrazione già intrapresi. Inoltre, le risorse raccolte serviranno per auto-finanziare le ospitalità in quei posti – all’interno delle rete degli appartamenti parrocchiali e degli istituti religiosi – che non saranno più convenzionati con le Prefetture alla scadere dei nuovi bandi.

I numeri definitivi della proprosta si scopriranno in itinere. «Dipende dal comportamento delle prefetture. Abbiamo solo in una stima. Pensiamo di arrivare a sostenere circa 200 persone con un esborso economico di circa 900 mila euro», continua Gualzetti. «Come sempre facciamo, non avendo denaro per progetti straordinari come questo, chiediamo l'aiuto alle perosne. In questo caso già quando abbiamo manifestato l'idea id continuare a nostre spese i progetti di integrazione, sono state tantissime le richiesta di informazioni per capire come sostenerci. Privati, aziende, in tanti vogliono partecipare allo sforzo economico».


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