Welfare & Lavoro

Contrasto alla droga? Il problema non è la cannabis light

I ministri Salvini e Fontana hanno incontrato le Comunità Terapeutiche. «Un primo passo importante se pensiamo che erano dieci anni che non avevamo interlocuzioni con il Governo. Ci è stato garantito l’impegno a riavviare il percorso verso la Conferenza Nazionale e un ritorno all’investimento in percorsi educativi e di prevenzione. Speriamo sia solo il primo step di un cammino», sottolinea Luciano Squillaci, Presidente Fict

di Lorenzo Maria Alvaro

Quello del contrasto alle sostanze stupefacenti è uno dei cavalli di battaglia di Matteo Salvini in questa campagna elettorale europea. Il ministro degli Interni ha più volte sottolineato come sia questa una delle priorità su cui il Governo vuole impegnarsi riferendosi all'idea di chiudere i negozi che vendono la marijuana legale, la cosiddetta cannabis light. «Più volte nelle ultime settimane il ministro ha sottolineato, rispondendo in particolare a chi lo sollecitava sull'affaire Siri, che era impegnato su cose più concrete, come la lotta alla droga, su cui si stava confontando con le comunità terapeutiche», sottolinea Luciano Squillaci, presidente di Fict (la Federazione Italiana Comunità Terapeutiche). Fino a quel momento però non c'erano stati contatti trta il governo e le realtà che in italia si occupano di dipendenze. «Abbiamo così colto l'occasione per dare la nostra disponibilità ad incontrarci con Salvini», aggiunge Squillaci. È così che nasce l'incontro dei ministri Salvini e Fontana con i rappresentati delle principali reti nazionali delle Comunità di ieri. Ecco cosa è stato messo sul tavolo.


La vostra Federazione era seduta ieri al tavolo con Salvini e Fontana. Avete salutato l'incontro con soddisfazione. Perché?
Perché oggettivamente i due ministri sono stati due ore seduti con noi e hanno ascoltato. Questo non succedeva, nell’ambito delle dipendenze, da dieci anni. Non abbiamo un riferimento istituzionale, un delegato a questi temi, dai tempi di Giovanardi. Adesso c’è il ministro Fontana che, se è vero che fino a ieri non avevamo mai avuto il piacere di incontrare, adesso si è impegnato a mantenere questo filo con noi e ci ha già programmato un nuovo incontro per giugno.

Quali sono state le criticità che avete posto alla loro attenzione?
In primo luogo la mancanza di un’interlocuzione istituzionale strutturale. Sono cinque o sei anni che tra noi e il Governo non esiste relazione di nessun genere. Non ci parlano. In secondo luogo abbiamo bisogno di riformare un sistema fermo agli anni ’90, basato sull’eroinomane classico e che è obsoleto. Per farlo c’è bisogno di convocare la Conferenza Nazionale, che mette insieme gli operatori del settore e per legge ha il compito di dettare le linee di indirizzo al contrasto delle dipendenze. Dovrebbe essere riunita ogni tre anni ma l’ultima è stata nel 2009.

Sembra quindi che la droga stia tornando ad essere una priorità politica…
Non so dire se sia così. Certamente lo è nei fatti una priorità. Abbiamo in Italia un morto per overdose ogni due giorni. Un fatto certamente positivo è che la prevenzione, su cui non si investe più da anni, da quando è stato cancellato il Fondo di prevenzione, ha tornata finalmente a vedere dei denari destinati. Noi abbiamo chiesto la restituzioni di quel fondo. Ma nella legge di bilancio di quest’anno il Governo ha già stanziato 8 milioni in tre anni da investire in progetti strutturati.

Avete parlato anche della cannabis legale?
Si è stato toccato anche quel tema. Quello però che è importante dire è che certamente come Fict crediamo siano un messaggio educativo fuorviante e pericoloso quello che quesit negozi e le fiere dedciate alla canapa veicolano. Normalizzare e rendere cool una sostanza è pericoloso e sbagliato. Ma non è certo questo il problema centrale della lotta alle dipendenze oggi in Italia.


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