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“Capaci di crescere”, a Librino insieme ai più piccoli per dire no alla mafia

L'evento organizzato da Fondazione Ebbene alla sua quinta edizione ha visto protagonisti studenti di elementari, medie e superiori che attraverso i loro insegnanti e tutor preparati per l'occasione hanno composto 27 elaborati artistici per declinare in 27 modi il contrasto alle mafie. Una giornata tra volontariato e legalità nel polo di Villa Fazio nel cuore del quartiere di Librino

di Alessandro Puglia

Oggi 23 maggio 2019, tanti bambini si sono svegliati vedendo in tv o sui social le immagini del giudice Giovanni Falcone. A Librino, un quartiere difficile nel cuore di Catania, nel polo educativo di Villa Fazio, alcuni di quei bambini attraverso gruppi di lavoro hanno capito chi era quel magistrato ucciso 27 anni fa nella strage di Capaci. «È accaduto in un’autostrada vicino a Palermo, due mesi dopo morì un altro giudice che era amico e collega di lavoro di Falcone, si chiamava Paolo Borsellino», spiega Carmela Scuto, 47 anni, insegnante d’inglese, ai suoi piccoli alunni dell’istituto comprensivo Sauro-Giovanni XXIII, mentre sono alle prese con ritagli di giornali con le storie di vittime della mafia come Peppino Impastato o Giuseppe Fava. In quei lavori di gruppo, in totale sono 27 come gli anni trascorsi dalla strage di Capaci, c’è l’impegno della Fondazione Èbbene qui in un luogo simbolico di Librino, sottratto alle mafie, ha accolto centinaia di bambini nella quinta edizione di “Capaci di Crescere”.

La giornata si è aperta con un minuto di silenzio davanti all’albero intitolato a Giovanni Falcone dove appese c’erano alcune frasi contro la mafia scritte dai tanti alunni presenti. « L’abbiamo piantato cinque anni fa ed era piccolo come questi bambini, il nostro augurio è che possano crescere forti come forte dovrà crescere questo albero», spiega Dino Barabarossa, presidente della Fondazione Èbbene.

Durante il momento di commemorazione sono intervenuti il sindaco di Catania, Salvo Pogliese e il presidente del tribunale dei minori di Catania Maria Francesca Pricoco che ha ricordato ai presenti la volontà di essere «capaci di crescere nel principio della legalità e della solidarietà».

Gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori delle scuole presenti si sono divisi in 27 gruppi, ognuno con un tema diverso dal femminicidio all’uguaglianza, coniugando il contrasto alla mafia in 27 declinazioni. I protagonisti del grande “Mosaico della legalità”, si appassionano, colorano, riflettono su temi che «possono sempre ripresentarsi» come spiega un’altra insegnante, Maria Carmela Zapplà dell’istituto di formazione professionale Eris.

Ma oggi è un giorno speciale anche per otto ragazzi dell’Istituto penitenziario minorile di Acireale che hanno ricevuto un permesso speciale per essere presenti alla quinta edizione di “Capaci di Crescere”.

Ci sono anche loro tra i premiati del concorso “Volontariamente” – il volontariato è stato il tema di questa nuova edizione – dove sono stati riconosciuti i lavori delle scuole che hanno interpretato storie di volontariato come risposta alle mafie, come “L’albero del volontariato” realizzato dalla III C dell’istituto comprensivo Cesare Battisti dove tra le foglie che lo compongono sono elencate piccole attività quotidiane come prendersi cura dei propri compagni o del giardino della scuola.

E poi ci sono tanti disegni, come quelli realizzati dagli alunni di quarta elementare del circolo didattico Teresa di Calcutta.In uno di questi seduti al tavolo ci sono uomini di una non precisata associazione antimafia che invitano a denunciare e tante scritte che rivendicano, nel linguaggio dei più piccoli, la loro autenticità, come «La mafia è cacca» o «se non fermiamo la mafia il mondo sarà finito».


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