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Pd e M5S? Un governo possibile nel segno dell’ambiente e del sociale

Quello che sembrava un matrimonio impossibile oggi potrebbe fondarsi su qualcosa di più dello scongiurare l’aumento dell’Iva. Due i capisaldi: sostenibilità e green economy da un lato e contrasto alla povertà e sostegno alle famiglie dall’altra. Senza dimenticare il terzo settore

di Lorenzo Maria Alvaro

Lo scenario è liquido e tutto può ancora accadere. Il destino del Governo verrà deciso nei prossimi giorni e ogni soluzione della crisi è ancora sul tavolo. La vera novità però è che tra le soluzioni possibili c’è l’alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che fino a pochi giorni fa sarebbe stata bollata come impossibile o, per dirla con le parole dei leghisti, “contro natura”.

Al netto delle dichiarazioni dei leader, che aprono con prudenza all’ipotesi (come Grillo e Renzi) e a quelli che invece pesano le parole (come Di Maio e Zingaretti) è sempre più chiaro che un matrimonio è possibile.

Un matrimonio che non si fonderebbe esclusivamente contro il nemico Matteo Salvini e per scongiurare l’aumento dell’Iva. Esistono infatti diversi punti di contatto tra le due forze. Quali?

Come detto innanzitutto c’è la necessità di scongiurare l’aumento dell’Iva a partire dal primo gennaio 2020. Per farlo servono 23,1 miliardi. Fonti del Pd lasciano trapelare che sarebbe possibile un dialogo sul salario minimo orario, caro ai grillini su cui i democratici chiederebbero di non sacrificare la contrattazione decentrata. A fare da collante sarebbe la volontà di preservare da eventuali tagli la spesa sociale.

Diritti e sociale che rappresenterebbero uno dei due veri pilastri dell’ipotetica alleanza. Sempre dal Pd sottolineano infatti come le due forze troverebbero terreno comune anche nel taglio del cuneo fiscale e nel tema della tutela per i rider, nonché in iniziative fiscali a sostegno della famiglia e nella parità di genere nelle retribuzioni. Non solo. Si potrebbe persino tornare a parlare di temi etici e civili come il fine vita, e non si esclude convergenza sulla legalizzazione della cannabis, visto che alle Camere sono svariate le proposte di legge dem e grilline in merito.

In area dem poi si guarda di buon occhio anche al reddito di cittadinanza. L’idea non sarebbe di disfare tutto ma di rivedere il sistema con un approccio più vicino al Reddito di inclusione renziano, in chiave allargata, con la separazione tra il sostegno alla disoccupazione e l’assistenza a chi è in stato di povertà.

Altro argomento potenzialmente unente sarebbe il cambio di posizione del governo dei confronti del mondo sociale. A partire dalle ong. Pd, Leu e l’ala sinistra dei 5 Stelle non solo sono contro ai decreti sicurezza di Salvini e opterebbero per una rivisitazione meno dura ma potrebbero addirittura trovare sintonia su temi come la riforma della cittadinanza e lo ius soli. Senza contare che potrebbe sbloccarsi lo stallo sulla Riforma del Terzo Settore.

L’altro pilastro sarebbe quello dell’ambiente. Tema caro ai Cinque Stelle della prima ora che potrebbe diventare un asse politico forte con il Pd declinato in sostenibilità e green economy.

Insomma lo scenario è liquido ma il governo giallo rosso è possibile


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