Welfare & Lavoro

Il futuro della cultura? Sostenibile con il fundraising

Nasce in Italia, per iniziativa della Scuola di Fundraising di Roma e della Fondazione FItzcarraldo l’Accademia di fundraising per la Cultura. Un modo per rispondere al bisogno del nostro Paese di rendere sostenibile il suo enorme patrimonio culturale gestito da istituzioni pubbliche e organizzazioni non profit

di Massimo Coen Cagli

Sul fatto che la cultura sia uno degli asset principali per lo sviluppo del Paese sono tutti d’accordo. Il governo appena nato e il Presidente del Consiglio stesso hanno infatti già più volte posto l’accento sulla necessità di incrementare la valorizzazione dei beni culturali e ampliarne la fruizione: azioni queste che richiedono investimenti strategici per i quali le sole risorse pubbliche non sarebbero sufficienti. L’attuale Ministro Franceschini, in effetti, aveva già in passato aperto le porte al fundraising istituendo l’Art bonus e indicando che nel management delle istituzioni culturali il fundraising, il marketing e la comunicazione dovessero avere un ruolo centrale, affidandone ai direttori la responsabilità.

Nonostante ciò, l’Italia è ancora ben lungi dall’avere un sistema moderno e professionale di fundraising per la cultura. Se, da un lato, l’Art Bonus ad oggi ha raccolto più di 300 milioni di euro da più di 12.000 donatori a favore di istituzioni culturali pubbliche, è vero anche sono ancora una forte minoranza quelle che utilizzano tale strumento (circa 1 su 10 e solo 1 su 20 ne trae reale beneficio). Oltre all’art bonus vi è lo strumento delle sponsorizzazioni e delle partnership con le aziende. Anche in questo caso, nonostante da qualche anno le aziende lancino segnali di una volontà di riprendere in modo sistematico a sostenere la cultura, le istituzioni e le organizzazioni culturali non si sono ancora adeguate per proporre alle aziende progetti e iniziative che rispondano alle loro esigenze non solo commerciali ma di concretizzazione della loro responsabilità sociale. In questo quadro appare singolare che in Italia (il paese con la più alta offerta culturale), a differenza di quello che succede nel resto del mondo, solo 1 istituzione (museo, teatro, ecc..) ha una associazione “Amici di…” o ha avviato programmi di membership e solo il 20% di queste pratica attività di fundraising.

Spesso si imputa questa situazione ad uno scarso orientamento di aziende e individui a sostenere la cultura. Al contrario, le poche istituzioni e organizzazioni culturali che praticano sistematicamente il fundraising hanno visto crescere il numero di individui e di aziende che le sostengono con donazioni, sponsorizzazioni o aderendo a programmi di membership.

Il vero problema quindi è che le organizzazioni ancora non hanno conferito al fundraising un ruolo importante nelle loro strategie, non investono su di esso non solo soldi ma soprattutto personale adeguatamente formato.

Nell’evento “Più fundraising, più cultura”, realizzato dalla Scuola nell’aprile scorso tutti i principali interlocutori (Mibac, Ales spa, ANCI, Fondazioni, Aziende, Professionisti, ecc..) sono stati concordi nell’affermare che l’Italia si deve dotare urgentemente di una politica di promozione del fundraising per la cultura superando gli ostacoli che si frappongono al suo sviluppo e mettendo a sistema le esperienze positive che pure nel nostro paese ci sono. Uno degli assi strategici di questa politica non può che essere quello della formazione (scarica qui la ricognizione su fattori di ostacolo e facilitazione del fundraising culturale)

Per queste ragioni la Scuola di Fundraising di Roma e la Fondazione Fitzcarraldo, forti di una esperienza decennale nel campo del management e del fundraising per la cultura, hanno dato vita alla Accademia di Fundraising per la Cultura, una offerta formativa dedicata alle istituzioni e alle organizzazioni culturali che prevede anche percorsi certificanti. Si tratta di un itinerario di corsi brevi e intensivi, a carattere laboratoriale, che riguardano sia gli aspetti strategici generali legati alla sostenibilità economica, sia gli aspetti tecnici delle singole modalità di raccolta fondi (donazioni, sponsorizzazioni, finanziamento di progetti, ecc..). Una offerta formativa a costi molto contenuti pur garantendo docenze di alto livello didattico e professionale, svolte da fundraiser che da anni operano concretamente nel settore della cultura.

I dirigenti e gli operatori culturali di istituzioni pubbliche e non profit possono trovare nell’Accademia sia corsi di base sul fundraising, sulle strategie di promozione verso aziende, individui e fondazioni, sia corsi specialistici (officine) su tecniche specifiche come i programmi di membership, le sponsorizzazioni, l’art bonus, il crowdfunding, il finanziamento da fondazioni e altro.

A pochi mesi dal lancio dell’Accademia e nella realizzazione dei primi corsi abbiamo registrato una risposta molto positiva soprattutto da parte di organizzazioni non profit ma anche da dirigenti e operatori delle istituzioni pubbliche. Abbiamo quindi deciso di replicare nel breve tempo anche i corsi già realizzati per rispondere alla crescente domanda. Significativo che “Funder 35”, il programma promosso dalle Fondazioni di origine bancaria abbia istituito già nel primo anno delle borse di studio affinché il personale delle organizzazioni che hanno partecipato a tale programma imparassero a fare fundraising frequentando l’Accademia”

I corsi si svolgono a Torino e a Roma e possono essere frequentati singolarmente o costruendo degli itinerari fatti di corsi di base e corsi specialistici, al termine dei quali con un test, la Scuola certificherà le conoscenze e le competenze acquisite .


Per sapere di più sull’Accademia e per iscriversi ai corsi clicca qui
Per Istituzioni e reti di organizzazioni che intendono stipulare convenzioni con l’Accademia per la formazione dei propri associati, rivolgersi a formazione@scuolafundraising.it


* Massimo Coen Cagli direttore della Scuola di Fundraising di Roma


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