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Italiani e donazioni, la timida ripresa

Per la prima volta dopo dieci anni, è aumentato il numero degli italiani che hanno fatto una donazione economica. I volontari donano complessivamente più di 2 miliardi di ore di tempo ogni anno. Segno più anche per le donazioni di sangue, pur nella persistente difficoltà di coinvolgere i giovani. La fotografia dell’Italia che dona scattata dal report “Noi doniamo”

di Sara De Carli

Una timida ripresa. Potremmo essere questa la sintesi della fotografia dell’Italia che dona scattata da “Noi doniamo”, il secondo rapporto sul dono in Italia elaborato dall’Osservatorio sul Dono in occasione del Giorno del Dono del 4 ottobre, che verrà presentato domani a Roma. Un report con diversi “segni più”, che raccontano alcune interessanti – per quanto non eclatanti – inversioni di tendenza da tenere d’occhio. Sono tre le dimensioni del dono che il report ha indagato: di denaro, di tempo (volontariato) e le donazioni biologiche, in particolare di sangue. Nel 2018 hanno segnato un aumento: contenuto, a volte trascurabile, ma pur sempre una prova della solidità della cultura del dono in Italia.

A far notizia è in particolare l’aumento degli italiani che hanno fatto una donazione economica: nel 2018 per la prima volta dopo dieci anni il numero dei donatori è cresciuto. Una crescita registrata sia da GfK che Istat e stimata nell’ordine dei decimi di punto percentuale. Aggregando diverse fonti, secondo il report i donatori in Italia sarebbero non meno di 13,4 milioni: 7,65 milioni che hanno fatto una donazione economica a un’associazione, a cui si aggiungono quelli che hanno fatto una donazione informale, come un’offerta a Messa, un’elemosina, una donazione per la scuola… Segmento peraltro, quello delle donazioni informali, in netta espansione.

Il profilo del donatore tipo? Può capitare più spesso di imbattersi in una persona fra i 45 e i 54 anni, del Nord, lavoratore attivo o pensionato, più frequentemente donna, fedele al contante anche se crescono i pagamenti sul web e via smartphone. Insieme al numero dei donatori, è cresciuta anche la cifra della donazione media, mentre si è registrato un forte calo dei donatori multipli, quelli cioè che donano a più realtà: nel 2017 erano il 59%, oggi sono scesi al 55%. Donatori più difficili da conquistare, quindi, ma anche da fidelizzare. Dal lato organizzazioni, uno degli strumenti più interessanti di raccolta fondi è il lascito testamentario: solo il 3% lo indica come “lo strumento di raccolta più efficace”, ma dal 2017 al 2018 le realtà che ne hanno beneficiato sono balzate dal 21% al 38%.

È stabile invece il quadro degli italiani che donano il loro tempo: i volontari. Il variegato popolo dei volontari risulta composto – in proiezione – da 9,01 milioni di persone, con anche qui 5,54 milioni di italiani attivi all’interno di associazioni di volontariato, 1,82 milioni impegnati in altre associazioni, 507mila nel sindacato e 4,8 milioni impegnati in un volontariato più “leggero” che li porta a partecipare a riunioni di associazioni culturali o ricreative… Insiemi che si intersecano e che complessivamente portano a stimare che le ore donate dagli italiani ogni anno siano circa 2,162 miliardi. Infine, le donazioni di sangue, organi, cellule staminali e tessuti: anche il Centro Nazionale Sangue ha registrato un’inversione di tendenza (+0,2%) dopo anni segno meno, pur nel persistere preoccupante del calo della partecipazione giovanile.

Foto Pixaby


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