Expert brain: la passione per il lavoro modella il nostro cervello
di Redazione
11OttobreOtt2019173011 ottobre 2019
...
Antonio Cerasa è psicologo e ricercatore del CNR ed è stato tra i primi al mondo a studiare il fenomeno degli expert brain: persone che imparano, agiscono, innovano e col lavoro allargano i confini della mente umana
La passione per il lavoro modella il nostro cervello. Lo rende plastico, aperto alle sfide. Antonio Cerasa è psicologo e ricercatore del CNR ed è stato tra i primi al mondo a studiare questo fenomeno: l'expert brain, il cervello che impara, agisce, innova. Chi sono, oggi, gli expert brains? Perché riescono a eccellere nel lavoro e nella vita? Sono chef, sommelier, matematici, musicisti e sportivi. Ma, potenzialmente, lo siamo tutti. E possiamo imparare da tutto, anche dallo stress e dal dolore.
Antonio Cerasa
Chi sono gli expert brain?
L’expert brain è colui che riesce a creare un’abilità così superiore che, scomposta, può farci capire come funziona un determinato processo cognitivo e come potenziarlo. Ma un expert brain fa anche altro: deforma positivamente il proprio cervello. Un expert brain ha un consumo di ossigeno e metabolico superiore rispetto alla nostra struttura di base e, di conseguenza, il suo cervello deve deformarsi per rispondere a questa abilità. Tra le figure che meglio incarnano quella dell’expert brain e che ho potuto studiare da vicino c’è lo chef
Uno chef lavora in cucina, mette insieme gli ingredienti…
E fino a qui le cose sembrano semplici, perché stiamo osservando delle abilità manuali. Il passaggio da persona normale con abilità a expert brain lo si individua nel fatto che gli chef fanno le loro attività a una velocità e sotto uno stress tale che un essere umano normale crollerebbe dopo due giorni. Gliexpert brainlo fanno per 365 giorni l’anno
Questo che cosa significa?
Significa che quella abilità è stata “zippata” e trasferita in un’altra parte del cervello aumentando, di conseguenza, le capacità di risposta alle richieste dell’ambiente esterno. Significa che il cervello di queste persone si è trasformato per sopravvivere allo stress e, trasformandosi, è diventato più efficiente. Expert brain è dunque una persona che va oltre la semplice esecuzione di atti o di pensieri, ma spinge il cervello oltre limiti che prima non si conoscevano
La plasticità neurale aumenta grazie al lavoro, che può rendere il nostro cervello un expert brain
È tipico di qualche persona eccezionale o è potenzialmente una caratteristica comune a tutti?
Ognuno di noi può diventare un expert brain ma deve essere sottoposto a determinate condizioni. Lo stress buono è fondamentale per far sviluppare abilità cognitive e mentali. Il dolore stesso è una forza motrice incredibile, che produce fenomeni di plasticità neurale a prescindere da qualsiasi altro stimolo. Il dolore permette anche la nascita di nuovi neuroni, cosa altrimenti impossibile nell’essere umano adulto o anziano.
Perché accade?
Perché il dolore ha una forte valenza antropologica e, soprattutto, innata di portarci alla sopravvivenza e all’evoluzione. Il dolore serve alla sopravvivenza e, quindi, quando provo dolore devo creare nuove strutture neurali per apprendere. Il dolore è fondamentale, assieme allo stress, alla creatività e all’ambiente esterno per creare in ognuno di noi un expert brain
Quando parliamo di abilità avanzate, parliamo anche di esecuzione...
Per molte categorie di expert brain è proprio così. Non si impara soltanto leggendo o studiando, ma trasferendo l’informazione visiva nel braccio. Trascrivendo quello che abbiamo visto. Quando c’è questo passaggio dal sistema cognitivo al sistema motorio l’apprendimento diventa procedurale e più incarnato dentro di me. Se a un apprendimento cognitivo associamo un’attività motoria, dunque, diventiamo ancora più bravi.
Expert brain è una persona che va oltre la semplice esecuzione di atti o di pensieri, ma spinge il cervello oltre limiti che prima non si conoscevano
In un altro suo lavoro, Diversamente sano (Hoepli, 2018), ha trattato un tema affine, ma da una diversa prospettiva: quello della patologia...
In quel lavoro sono partito dall’idea che alcune malattie psichiche non sono legate a una debolezza del nostro sistema nervoso centrale. Siamo abituati a pensare che gli ansiosi, i depressi e via discorrendo sono persone deboli, che non hanno strategie per reagire…
Invece che cosa ha scoperto?
Mi sono accorto che alcuni disturbi psichiatrici o psicologici sono legati a un eccesso, non a un difetto di “intelligenza”. Semplicemente quelle persone non hanno ancora trovato una via per sfogare la propria energia e, non avendola trovata, questa impasse si manifesta in forme di confusione o di disregolazione delle emozioni. Va dunque capito che cosa c’è nel suo ambiente che lo porta a essere così inefficace...