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70 anni dalla parte dei bambini è un bene. Ora lo dice anche lo Sroi

Per ogni euro investito ben 5 tornano alla comunità. Questi i risultati principali del modello di accoglienza di Sos Villaggi dei Bambini emersi dall'analisi sul ritorno sociale dell'investimento realizzata in collaborazione con Boston Consulting Group in 12 Paesi del mondo. La misurazione dell'impatto sociale è stata compiuta a livello globale. In Italia è stata studiata l'attività del Villaggio Sos di Vicenza grazie a un progetto pilota, nei prossimi anni la valutazione sarà estesa a tutti i programmi attivi nel nostro Paese

di Antonietta Nembri

In 70 anni di attività nel mondo sono oltre 13 milioni le persone che hanno beneficiato direttamente o indirettamente delle cure e del supporto di Sos Villaggi dei Bambini, organizzazione che dal 1949 è al fianco di bambini e ragazzi privi di cure familiari o a rischio di perderle. In occasione del suo settantesimo Sos Children’s Villages international ha deciso di scoprire in modo scientifico il proprio impatto e lo ha fatto sia a livello globale sia locale con un focus su Sos Villaggi dei Bambini Italia e in particolare sul Villaggio Sos di Vicenza.
Dalla prima analisi del “Ritorno Sociale dell’Investimento” (Social Return on Investment – Sroi), che l’organizzazione ha realizzato a livello globale, in collaborazione con Boston Consulting Group, al fine di migliorarne qualità e trasparenza è emerso un modello virtuoso di accoglienza capace di generare un impatto nettamente positivo in seno alla comunità anche in termini economici. Si stima infatti che per ogni euro investito dall’organizzazione nei programmi di accoglienza e sostegno familiare, la società ne riceva indietro in media 5.

I dati sono stati illustrati nel corso di un incontro nella sede milanese di Bcg il cui Ad per Italia, Grecia, Turchia e Israele, Giuseppe Falco ha introdotto i lavori ricordando da un lato come la collaborazione con Sos Villaggi dei Bambini sia nata nel 2012 in Germania e nel 2014 con la sede italiana e dall’altra l’importanza della misurazione dell’impatto sociale. «La novità del metodo che proponiamo è esattamente la sua applicabilità alle economie avanzate, dove le esigenze dei bambini in difficoltà, i “gap” presenti a livello di sistema e l'efficacia degli interventi sono più difficili da misurare rispetto ai Paesi in via di sviluppo. Ciò vale naturalmente anche per l'Italia, dove Bcg prosegue il suo impegno verso il Paese mettendo a disposizione risorse altamente professionalizzate sia per progetti pro-bono che per attività di volontariato nel tempo libero» ha detto Falco.

Da parte sua Douglas Reed, Director Research & Learning di Sos Children’s Villages International ha sottolineato il gran numero di Paesi in cui l’organizzazione è presente e che sono diverse le sfide che vengono affrontate nell’occuparsi dei bambini. «Per tanti anni non abbiamo sentito il bisogno di misurare il nostro impatto, ma nel momento in cui abbiamo deciso di farlo lo abbiamo fatto in modo non superficiale. L’obiettivo più importante per noi è sapere quanto efficaci ed efficienti siano i nostri programmi a favore dei bambini. Inoltre è anche importante mostrare i risultati in funzione della raccolta fondi».
L’analisi è stata condotta in 12 Paesi: Italia, Benin, Bolivia, Bosnia Erzegovina, Costa d’Avorio, Swaziland, Etiopia, Nepal, Palestina, Perù, Togo, Tanzania.

Da parte sua Nadim Sah (nella foto) Social impact Team del Boston Consulting Group ha sottolineato le tre prospettive su cui si è mosso il rapporto: l’impatto individuale, quello sociale e comunitario e infine il ritorno dell’investimento su Sos Villaggi dei Bambini. E i risultati sono stati positivi al punto che dalle 3.450 interviste condotte sulle persone provenienti da 37 Paesi che hanno beneficiato dei programmi dell’organizzazione il 90% ha rotto il cerchio dell’abbandono e soddisfatto i bisogni primari. Percentuali che si attestano sull’80% se i guarda al vivere un’esistenza caratterizzata da benessere sociale ed emotivo e al 60% di soddisfazione per il livello di istruzione e le competenze professionali. «Risultati positivi» ha aggiunto Douglas Reed, «ma la domanda che ci dobbiamo porre è che cosa possiamo fare per qual 20% o quel 40% lasciato indietro. Queste sono le sfide per noi».

E in Italia? Il Villaggio Sos di Vicenza ha partecipato al primo progetto pilota di Social Impact Assessment e che nei prossimi anni sarà esteso a tutti i programmi nazionali (Sos Villaggi dei Bambini nel nostro Paese è presente con sei Villaggi Sos, un programma di affido interculturale a Torino e un Programma per Msna in Calabria). A illustrare la realtà nazionale Samatha Tedesco, responsabile area programmi e Advocacy che accanto ai numeri (1.021 beneficiari diretti) ha voluto sottolineare come se il focus degli interventi sia la risposta ai bisogni «al centro di tutti vi sono i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza». La metodologia adottata è stata illustrata dalla ricercatrice Lisa Ceratola.

Nel caso italiano il rapporto costo-benefici è pari a 2,26 : 1. Ciò significa che per ogni euro investito nei programmi di accoglienza familiare ne ritornano alla comunità 2,26. n dato superiore a quello globale in quanto scomporando il dato complessivo, lo Sroi relativo alla sola accoglienza familiare è di 1,5 a 1. «I dati di Vicenza», ha rimarcato Reed «sono decisamente superiori alla media globale»

Tra le leve che più concorrono al risultato, l’impatto delle spese sull’economia locale primeggia col 44%: in sostanza i costi del programma (stipendi del personale, acquisto di beni e servizi) vengono iniettati direttamente nell’economia locale. Segue col 35% il reddito percepito dai beneficiari dei programmi, una volta raggiunta l’autonomia economica. Non trascurabile il risparmio per il sistema dell’accoglienza statale (6%), considerato che i costi sostenuti dall’organizzazione (pari al 21% del totale) non gravano sul bilancio pubblico.

La direttrice del Villaggio Sos di Vicenza, Piera Moro, ha voluto ricordare l’insegnamento ricevuto anni fa da un professore dell’Università Ca’ Foscari «Un servizio diventa forte quando si mette a disposizione per essere misurato», spiegando come da quelle parole sia nata l’adesione al progetto pilota.

Sulla valutazione dell’impatto quale supporto nel compiere delle scelte sono intervenuti infine, Davide Sironi, dirigente della struttura interventi e unità dell’offerta sociale e terzo settore della Regione Lombardia, Sergio Silvotti, segretario del Forum del Terzo settore Lombardia e Lucia Martina, segretario generale della Fondazione Lang e Philanthropy Advisor che hanno sottolineato l’importanza di questo tipo di misurazione. In particolare Lucia Martina ha ricordato come i metodi che misurano l’impatto «aiutino a uscire dall’autoreferenzialità» mentre Silvotti ha auspicato che tutte le realtà del Terzo settore imparino a misurarsi e a porsi delle domande sulla ricaduta del proprio agire sulla comunità.

A chiudere l’incontro Luca Gatti, vice presidente di Sos Villaggi dei Bambini che ha sottolineato l’importanza di una anniversario: i 70 anni dell’organizzazione non festeggiato in modo celebrativo.