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Legge di bilancio, gli emendamenti sociali

Presentati da Lisa Noja e Eugenio Comicini, una rimodulazione del bonus facciate per favorire interventi di efficientamento energetico ed eliminazione barriere, e un vantaggio fiscale a start up a vocazione sociale. Appello alle forze politiche

di Redazione

«Abbiamo presentato al Senato un emendamento alla legge di bilancio che rimodula, abbassandolo leggermente, il bonus facciate così da recuperare risorse utili per aumentare il bonus per la riqualificazione energetica e il bonus per l'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici. In questo modo ci sembra raccogliamo anche le sollecitazioni delle associazioni delle persone con disabilità», dicono i parlamentari di ItaliaViva, Lisa Noja e Eugenio Comincini.

La manovra, come è noto, prevede infatti il cosiddetto “bonus facciate”, ossia una detrazione fiscale al 90% per le spese documentate, sostenute nell’anno 2020, relative a interventi edilizi, ivi inclusi quelli di manutenzione ordinaria, finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici. La misura dell’incentivo è significativamente più elevata di quella prevista per altre finalità (interventi di ristrutturazione edilizia al 50% e di efficientamento energetico al 65%) da qui l'emendamento all'art. 19.

Obiettivo? Promuovere interventi per il decoro architettonico. «Ma oggi, il decoro, la bellezza deve necessariamente tenere insieme la riqualificazione estetica con la tutela dell'ambiente e l'accessibilità dei nostri edifici, spesso molto vecchi. Oggi, infatti, c'è una gravissima crisi climatica e, quindi, l’esigenza di intervenire per ridurre al minimo l’inquinamento prodotto dagli impianti di riscaldamento e lo spreco energetico negli edifici. Allo stesso tempo, molte persone non possono vivere liberamente la propria vita perché rimangono letteralmente intrappolate nelle loro abitazioni. In tal senso, nella progettazione e riqualificazione degli edifici non si può non tenere conto del fatto che siamo il secondo Paese più vecchio al mondo e che, nei prossimi anni, il tema dell'invecchiamento della popolazione è destinato ad assumere dimensioni enormi», spiegano i due parlamentari, che concludono. «Per questo, la nostra proposta emendativa rimodula, abbassandolo leggermente, il bonus facciate così da recuperare risorse utili per aumentare il bonus per la riqualificazione energetica e il bonus per l'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici».

In particolare, l’emendamento prevede di abbassare al 65% il bonus facciate e di portare dal 65% al 75% il bonus relativo ad interventi di riqualificazione energetica di edifici; dal 50% al 65% il bonus per gli interventi di acquisto e posa in opera di serramenti nuovi, di schermature solari e di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficacia almeno pari alla classe A; dal 50% al 65% il bonus per gli interventi edilizi che includano lavori per l'eliminazione di barriere architettoniche in misura pari almeno al 15% delle spese complessive sostenute. Questo significa che il vantaggio dell’incremento del bonus si estenderà sulle spese sostenute per tutte le opere e non solo per la quota parte relativa all’abbattimento delle barri-ere architettoniche. L’obiettivo è di ottenere un effetto di trascinamento che spinga sempre più condomini ad intraprendere lavori volti a realizzare accessibilità, un valore sociale di inclusione per tutti, non solo per le persone con disabilità. Una rimodulazione che lascia invariati i saldi.

Sulla scorta di esperienze come come PizzAut (la prima pizzeria in Italia gestita da ragazzi autistici) e Il Tortellante (laboratorio terapeutico – abilitativo dove giovani e adulti nello spettro autistico imparano a produrre pasta fresca fatta a mano) di cui anche Vita aveva parlato, è nata poi la convinzione di dover fare qualcosa di più: intervenire come legislatore per permettere a queste realtà di consolidarsi e proliferare su tutto il territorio, rappresentando un’opportunità di integrazione sociale e lavorativa per tutte le persone autistiche e per le loro famiglie.

Così, nasce una proposta di legge a prima firma Comincini, confluita poi in un emendamento alla legge di bilancio (Emendamento all'art. 40) per valorizzare le start up a vocazione sociale.

Ora la parola passa al Parlamento e, sperano i promotori dei due emendamenti, l'occasione per dare un'impronta sociale alla manovra si avvicina.

La logica sottesa al disegno di legge – e quindi all’emendamento in legge di bilancio – è quella di favorire e sostenere la nascita e lo sviluppo di imprese caratterizzate da una forza lavoro che per almeno 2/3 (due terzi) sia costituita da persone con autismo; impese la cui attività è orientata al mercato – non all’assistenzialismo – per ottenere risultati che aiutino al sostentamento dell’impresa stessa, tenendo conto, per un periodo limitato di 5 anni, dei maggiori oneri e costi di un'organizzazione produttiva basata sull'operatività di personale maggioritariamente affetto da disturbi dello spettro autistico. In tale prospettiva le disposizioni introdotte con la nozione di “start-up a vocazione sociale” rispondono ad una logica di sostegno iniziale, anche robusto, per poi affievolirsi, risultando non perseguibile un approccio di sussistenza e assistenza che invece è giustamente applicato ad altri tipi di organizzazioni.


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