Attivismo civico & Terzo settore

L’sms solidale? Cresce solo da telefono fisso

Continua la discesa dell'importo raccolto tramite numerazioni solidali: 16,8 milioni di euro nel 2018, quasi la metà rispetto al 2014. Il 2019 ha visto una crescita delle transazioni da numero fisso (+15%) e il debutto di una novità molto attesa: Tim sta rilasciando alle non profit le anagrafiche dei donatori che hanno dato il consenso

di Sara De Carli

Il 2018 delle raccolte fondi tramite numerazioni solidali si è chiuso a quota 16,8 milioni di euro raccolti, un nuovo minimo storico. I fondi raccolti tramite il celebre sms solidale ammontavano a 32,2 milioni nel 2014, passati a 28 nel 2015, risaliti a 46 milioni nel 2016, anno del terremoto in Centro Italia (23,1 milioni erano stato destinati appunto a quello), per poi scendere a 18,5 milioni nel 2017 e a 16,8 nell’anno 2018. Il dato è la somma delle cifre raccolte tramite i tre principali operatori telefonici, Tim, Vodafone e Wind Tre; per l’anno 2019 ci sarà da contare anche Iliad, entrato sulla scena delle raccolte fondi solidali a novembre 2018.

Tim fa la parte del leone: dei 16,8 milioni di euro raccolti, 11,3 sono stati donati da clienti Tim. Giovanni Formica si occupa di fundraising solidale in Tim e racconta un 2019 che ha visto migliorare il raccolto complessivo: «abbiamo avuto un incremento di transazioni da rete fissa, quasi del 15%, con un incremento del raccolto analogo, mentre gli sms sono rimasti più o meno stazionari», dice. «Significa che chi usa questo strumento lo usa principalmente da casa e poco in mobilità. Forse rispetto al 2018 sono state anche lanciate campagne e progetti che hanno toccato di più le persone di una certa età».

Il 2019 è stato il vero banco di prova delle numerazioni solidali permanenti, che avevano debuttato a marzo 2018. Cosa è successo? «Abbiamo avuto una altalenanza tra nuove richieste e dismissioni, dovute al fatto che la numerazione permanente ha un costo». Diciotto, alla fine, le numerazioni permanenti attive sulle 30 disponibili. Ma soprattutto nel 2019, dopo tanta attesa, ha debuttato un nuovo servizio: la possibilità per le non profit di avere i numeri di telefono dei donatori che hanno dato l’autorizzazione ad essere ricontattati. Il Garante per la protezione dei dati personali aveva chiarito già a ottobre 2018 la possibilità per gli operatori telefonici di comunicare alle non profit i dati dei donatori che autorizzano tale comunicazione e Tim è stato il primo (e per ora unico) a partire, a settembre 2019. Tim restituisce alle organizzazioni solo il numero di telefono di chi ha dato il proprio consenso: le organizzazioni possono contattare i donatori quasi in tempo reale, per completare l’anagrafica del donatore e per avviare con essi una relazione. A dicembre erano sei le organizzazioni che avevano aderito al nuovo servizio, fra cui Unicef, Telethon, Lega del Filo d’Oro, Missioni don Bosco, Soleterre. «La percentuale di consensi raccolti è più del doppio rispetto a quello che le stesse organizzazioni si aspettavano», afferma Formica. Dalle associazioni, la prima impressione è positiva: i donatori che danno il consenso ad essere richiamati, in effetti, si stanno dimostrando sensibili alla causa e disponibili ad aumentare il proprio impegno.

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Photo by Annie Spratt on Unsplash


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