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Lodi, la nostra libreria antivirus

Abbiamo aperto da pochi mesi con una scelta controcorrente. Poi siamo entrati nel tunnel delle ordinanze, con orari ridotti e presentazioni cancellate in serie. Ma non ci siamo dati per vinti: abbiamo lanciato BUNCHER, una forma di narrazione collettiva. A cui possono partecipare tutti, anche chi è in quarantena

di Francesco Gesti

Abbiamo aperto questo posto a dicembre, il 7. Si chiama Mittel, perché sta a metà strada tra il fiume Adda e il centro della nostra città, Lodi. I lodigiani dicono che siamo in città bassa, in una via storicamente un po' malfamata, dove sono sempre arrivati gli immigrati. Si chiama Mittel perché qui ci pare di stare un po' a Berlino, un po' a Praga: ci piace via Lodino.

Quando cerchiamo di definire il Mittel, risulta sempre un po' complicato: è una libreria indipendente, con un catalogo di libri in continuo movimento tra le case editrici internazionali minori; è un bar, ci sono sette tavolini, un bancone e delle buone bottiglie. Eppure vorremmo che fosse molto di più: tutto ciò a cui darà voce e luogo. Sino ad ora abbiamo presentato libri, ospitato piccoli concerti acustici intimi e un set elettroacustico un po' più audace; è stato con noi uno streetartist e la casa editrice indipendente per cui ha pubblicato; abbiamo ricevuto moltissime persone e le loro voci, in questa che ci piace definire la stanza di casa fuori di casa.

E poi, venerdì, a Codogno è stato trovato il virus. Per noi è stato il susseguirsi di ordinanze, di notizie fraintendibili, di misure restrittive. Ci siamo attenuti a quanto ci è stato imposto, naturalmente: orari ridotti, quarantena per il nostro collaboratore, tutti gli appuntamenti fissati per questa settimana annullati.

Ma allo stesso tempo, con un manipolo di affezionati che sono arrivati qui, spinti dalla nostra stessa urgenza di rispondere all'emergenza in un modo altro, abbiamo subito cominciato a pensare a cosa si potesse fare in queste condizioni.

Già venerdì abbiamo lanciato il collettivo BUNCHER: una “time capsule” collettiva in fieri, per raccogliere storie e immagini di questo momento. Bunker è un luogo di rifugio, dove ci si va a riparare da qualcosa di minaccioso che succede fuori. Ma scrivendolo col CH contiene la parola bunch, all'inglese, che ha in sé il significato di un gruppo, un manipolo, ma anche un mazzo, un grappolo: qualcosa di riunito strettamente insieme.

L'idea è quella di una narrazione collettiva, che non serva però come condivisione delle psicosi per renderla gestibili, ma piuttosto come esercizio di immaginazione, in giorni di sospensione della quotidianità, per riappropriarsi di gesti e di parole che hanno perso, nell'uso e nell'abuso mediatico, il loro volto di sacralità. Stiamo chiedendo e raccogliendo storie, punti di vista, fotografie, oggetti.

Contemporaneamente Dina Nerino, una lodigiana in prestito dall’Irpinia che si occupa di social media strategy, ha lanciato un podcast intitolato "Buon virus a tutti!" a cui abbiamo partecipato con una lunga intervista. Stiamo cercando di organizzare un secret concert da mandare in diretta facebook, per tenere compagnia ai nostri amici di Codogno che non possono uscire.

Partecipiamo ad una lettura collettiva del Decamerone per un'iniziativa partita da Torino, dalla libreria Luna's: ci è capitata una novella lunghissima, ci vorranno ore per leggerla tutta.

Non sappiamo bene cosa faremo con questo materiale, in che forma sarà restituito. Né sappiamo quando finirà questa quarantena, questa angosciosa separazione in zone da muro di Berlino. Sappiamo che Mittel è un essere anfibio, un animale che se verrà a mancare l'aria si farà crescere le branchie.

Francesco Gesti, l'autore del pezzo, è uno dei fondatori di Mittel


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