Politica & Istituzioni

Un governo a occhi chiusi

Anche nell'informativa di ieri di fronte al Parlamento il presidente Conte ha ignorato il Terzo settore. Un settore impegnato in prima fila nei territori e nelle comunità, che sta operando in condizioni difficilissime. Come raccontiamo nel numero di VITA magazine che potrete scaricare gratuitamente dal sito a partire da venerdì 24 aprile. Nel book troverete anche una serie di proposte qualificate e argomentate per dare ossigeno a chi nella fase 2 sarà decisivo per la tenuta sociale. Conte e il suo Governo aprano gli occhi: escludere dalle decisioni e non supportare le reti sociali di questo Paese sarebbe una responsabilità pesantissima che pagheremo tutti a caro prezzo

di Redazione

Zero alla Camera e zero al Senato. In nessuno dei due discorsi dell’informativa rilasciata ieri in Parlamento, il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte ha ritenuto di dover accennare al Terzo settore o al non profit. Di quel mondo che qualche settimana fa in una delle sue dirette Facebook aveva richiamato come il “cuore pulsante del Paese” nella comunicazione istituzionale di ieri non è rimasto nulla.

Un cuore pulsante in ginocchio. Intervenendo da queste colonne qualche giorno fa il presidente nazionale di Anfass (l’associazione nazionale delle famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) scriveva: «È sotto gli occhi di tutti lo stato di abbandono in cui sono state lasciate le fasce di popolazione più fragili. Questo non deve ripetersi ma anzi, è proprio da loro, da chi ha più sofferto e più sentito gli effetti catastrofici di questa emergenza, che è necessario ripartire per avere un cambiamento reale e radicato nella nostra società». E ancora: «Il virus che ha colpito il mondo intero, costringendoci a rivedere pesantemente tutte le nostre abitudini di vita, sta lasciando in noi, persone con disabilità, famiglie, operatori del settore… pesanti ferite. Ci siamo scontrati con l’indifferenza delle Istituzioni, con la necessità di provvedere, praticamente da soli, a mettere il più possibile al sicuro le persone con disabilità ed i servizi che frequentano ed in cui in molti casi vivono, a supportare le famiglie, nella maggior parte dei casi lasciate completamente sole. A dover ricordare – letteralmente parlando – alle Istituzioni la nostra esistenza. Ci siamo trovati, nostro malgrado, a doverci stringere attorno alle nostre famiglie in lutto per la perdita dei propri figli. Abbiamo assistito ad atti di vero e proprio “eroismo” da parte di operatori, di famiglie…»

La testimonianza di Speziale è solo una fra le tantissime che ci stanno arrivando e stanno popolando il nostro sito. Il fronte del sociale è stremato da una fatica e un impegno immani. Senza la tenuta di questo argine, la crisi sociale che nei prossimi mesi accompagnerà quella economica semplicemente non sarà gestibile.

Sul prossimo numero di Vita magazine che distribuiremo gratuitamente e in digitale così come avvenuto per l’edizione di aprile e che abbiamo intitolato “Aprite gli occhi” con la sagoma senza volto di Conte in copertina daremo conto della straordinaria mobilitazione di questi primi mesi degli operatori sociale, ma anche di come le misure economiche previste dal Governo finora abbiano di fatto ignorato il Terzo settore, in particolare quello associativo che sta soffrendo un impressionante calo delle donazioni a fronte di un boom di quelle destinate agli enti pubblici, come attentamente nota oggi su Repubblica Giuseppe De Rita.

Con il contributo qualificato di tanti osservatori ed operatori (fra loro la vicepresidente di Fondazione Cariplo Paola Pessina, l’ex ministro Maria Chiara Carrozza, l’assessore al Welfare di Milano Gabriele Rabaiotti, il presidente di Fondazione Italia Sociale Enzo Manes, l’economista Alessandra Smerilli, il direttore generale di Federcasse Sergio Gatti, il presidente di Confcooperative/Federsolidarietà Stefano Granata, la presidente della Social Impact Agenda per l’Italia Giovanna Melandri, i sociologi Giovanni Moro e Mauro Magatti, il presidente della fondazione per la Sussidierietà Giorgio Vittadini ed altri ancora) mettiamo sul piatto del dibattito pubblico qualche proposta operativa, molto concreta.

Nella fase 2 la rete delle oltre 350mila organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, imprese sociali, per complessivi 5 milioni e mezzo di volontari e 850mila, sarà decisiva per far fronte agli strascichi di una crisi si mangerà il 10% del prodotto interno lordo. I bisogni di prima si acuiscono e se ne aggiungeranno altri. Chi si occuperà del sostegno sociale di chi perderà il lavoro? Chi si farà carico del loro reinserimento sociale? Chi farà fronte all’inevitabile aumento della povertà materiale e di quella educativa? Già oggi il 77% delle famiglie fragili ha visto ridurre la propria disponibilità economica e il 63,9% ha ridotto l’acquisto di beni alimentari. La metà dei 2,2 milioni di minori in povertà relativa stimati dall’Istat, rischiano di scivolare nella povertà assoluta senza misure tempestive per le famiglie. A dircelo è un dossier di Save The Children. Chi organizzerà la rete di presidi socio-sanitari di base nei territori per prevenire nuovi contagi e nuovi focolai? E l’elenco potrebbe continuare a lungo.

Presidente Conte, escludere e non supportare le reti sociali di questo Paese sarebbe una responsabilità pesantissima. Per il bene comune di tutti noi, apra gli occhi.


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