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App e Coronavirus: la trasparenza non sia solo di facciata

Ecco la Lettera Aperta inviata al Governo da parte di The Good Lobby con Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights, Eumans, Associazione Lex Digital, Associazione Luca Coscioni e Science for Democracy

di Redazione

“Le informazioni che ci sono state fornite sono spesso contraddittorie e rivelano un approccio confusionario che non ha contribuito a creare quel clima di fiducia necessario ad incentivare la collaborazione e il coinvolgimento dei cittadini che dovrebbero scaricare volontariamente l’app”, è questo uno dei passaggi centrali della Lettera Aperta al Governo “APP DI TRACCIAMENTO CORONAVIRUS: LA TRASPARENZA NON SIA SOLO DI FACCIATA”, promossa da The Good Lobby con Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights, Eumans, Associazione Lex Digital, Associazione Luca Coscioni e Science for Democracy.

Nelle tre pagine di missiva un fitto elenco di domande per nulla risolte dai chiarimenti pubblicati il 21 aprile scorso dal Ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione con la richiesta pressante perché” la relazione del gruppo di lavoro che ha orientato le scelte del Governo venga pubblicata integralmente in modo che i cittadini, i media e chiunque interessato possa avere piena conoscenza delle valutazioni effettuate”

I firmatari della Lettera Aperta riconoscono come le soluzioni tecnologiche possono costituire uno strumento importante per superare il difficile momento che si sta vivendo ma essi ritengono “imprescindibile che il processo di selezione, aggiudicazione e implementazione sia sorretto da criteri di massima trasparenza”.

Tra i punti oscuri quello relativo al al tipo di licenza che sorregge la concessione del software open source The Good Lobby e gli altri sottoscrittori evidenziano come il software che verrà concesso in forma libera in base alla licenza MPL2 permette l’accesso solo alla prima formulazione e pubblicazione del codice e non agli aggiornamenti successivi.

Inoltre la società Bending Spoons Spa si è impegnata a completare gli sviluppi software necessari per la messa in esercizio ma i firmatari dell’Appello chiedono al Governo di sapere se questi successivi sviluppi saranno anch’essi sorretti da codice aperto e accessibile al pubblico oppure no e inoltre si domandano perché non sia stata scelta una licenza totalmente libera quale la AGLP3.

Rispetto al modello di gestione dei dati The Good Lobby e gli altri chiedono che sia indicato dal Governo se è contemplata l’ipotesi futura di raccogliere i dati con la geolocalizzazione, se è stato rispettato il principio di privacy by design e by default, se è stata prodotta una valutazione preventiva d’impatto sui dati personali (DPIA) e se sì quando verrà pubblicata. E inoltre gli appellanti chiedono quali parametri verranno considerati per monitorare l’efficacia del contract tracing.

Ma ancora: qual è l’esatta definizione delle finalità del trattamento dati da parte dell’app di contract tracing? E’ inoltre possibile che l’app venga utilizzata in futuro anche per altre finalità non ancora emerse? Sono già state previste le modalità e i tempi di distruzione dei dati al termine dell’emergenza? E’ prevista la possibilità per l’utente di eliminare la app e cancellare i propri dati prima della fine dell’emergenza? In ultimo: quali istituzioni avranno accesso ai dati e con quali poteri di intervento e trattamento?

Rispetto al processo decisionale The Good Lobby e gli altri firmatari della Lettera Aperta chiedono quale sia il perimetro di riservatezza al quale gli esperti della task force sono stati obbligati. Ed inoltre domandano quale sia l’oggetto specifico dell’obbligo di riservatezza.

Non da ultimo risulta essere la concessione da parte della società Bending Spoons Spa del software al governo in licenza aperta, gratuita, perpetua e irrevocabile, procedura che appare in contrasto con l’articolo 68 comma 2 del Codice dell’Amministrazione Digitale. Per questo The Good Lobby e le altre associazioni chiedono perché si sia ritenuto di non procedere ai sensi del CAD e cioè tenendo la Pubblica Amministrazione sempre titolare dei software appositamente sviluppati per essa.

In ultimo, per i firmatari, “la scelta di divulgare queste informazioni e rispondere alle nostre domande sarebbe un segnale importante e utile a creare un clima di fiducia in questo clima così complesso.


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