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Le mascherine prodotte dall’impresa sociale Quid ottengono la certificazione dell’ISS

«Per ottenere questa importante certificazione abbiamo dovuto implementare e affinare un Sistema Qualità, dimostrando la tracciabilità dei prodotti e incontrando gli standard specifici di produzione richiesti», spiega la fondatrice Anna Fiscale. Dalle autorizzazioni rilasciate fino a oggi Quid, con il prodotto Co-ver, risulta essere la sesta azienda in Italia su 268 proponenti a ricevere il placet

di Redazione

L’impresa sociale Quid, una del portafoglio di Fondazione Opes-Lcef, con tenacia, intraprendenza e coraggio sta provando a lanciare il sasso oltre l’ostacolo e sta cercando di riconvertire la propria produzione.

Anna Fiscale, fondatrice di Quid, ci racconta «Il 24 marzo abbiamo fermato le nostre macchine da cucire. Nel rispetto di quanto richiestoci dal Governo, il nostro laboratorio è rimasto chiuso fino al 7 Aprile». A inizio marzo, quando l’emergenza era ancora sul nascere, abbiamo chiuso tutti e nove i nostri negozi. Ma se l’emergenza ha fermato le nostre macchine, non ha però fermato il nostro sguardo sul futuro.

È un futuro punteggiato di sfide che vorremmo trasformare in opportunità. Ma quali sono dunque le sfide di oggi e quelle di domani?”

Nel nostro piccolo stiamo anche noi cercando di fare la differenza. Abbiamo prototipato diversi modelli di mascherina protettiva riutilizzabile in tessuto anti-microbico e anti-goccia, sviluppandone due.

Per un primo modello sviluppato in rete con altre cooperative e distribuito a partire dai primi giorni di Aprile, abbiamo ricevuto ordini per oltre 350,000 pezzi da parte di enti pubblici, enti assistenziali e dalla grande distribuzione.

Se da un lato convertire la nostra produzione è stato necessario ai fini di poter garantire a Quid una continuità nei mesi futuri, dall’altro ci richiede di sostenere costi di approvvigionamento, di ricerca e di sviluppo importanti. Abbiamo comunque voluto rendere l’iniziativa significativa, nella logica “dell’unione fa la forza” collaborando con altre cooperative sparse su tutta la penisola. Sono numerose infatti le realtà sociali italiane che stanno riconvertendo e reinventando la loro produzione per far fronte alla situazione attuale. Quid ha creato uno "starter pack" per la produzione dei primi campioni e un tutorial per le istruzioni di imballaggio. Le altre cooperative hanno aderito al progetto e si sono attivate per iniziare la produzione e in, in sinergia, rispondere alle richieste del mercato. Le macchine tessili hanno ricominciato a funzionare.

https://www.youtube.com/watch?v=VAA25HIjbj4

Un’iniziativa imprenditoriale, quella di Quid, importante e davvero di forte impatto sociale e ambientale in quanto applica il sesto principio dell'Alleanza cooperativa internazionale e mette le cooperative in grado sia di aiutare in questi tempi difficili sia di produrre e garantire continuità di lavoro ai propri membri.

E giovedì 16 aprile è stata superata la sfida più grande: uno dei modelli ha ottenuto la certificazione da parte dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), nasce così Co-ver, la mascherina protettiva riutilizzabile certificata da filiera interamente Made-in-Italy prototipata da Quid, che potrà essere messa in vendita come DPI (Dispositivo di protezione individuale) di tipo I in deroga.

«L’impegno – continua Anna Fiscale – è stato anche quello di creare prototipi di mascherine differenti da altre già in commercio e autorizzate dall’Istituto Superiore di Sanità anche per modelli riutilizzabili, riducendo l’impatto ambientale dei modelli usa-e-getta. Va infatti tenuto presente che se il fabbisogno nazionale è di 90 milioni di maschere/ mese, l'impatto ambientale sarà molto elevato. Abbiamo raggiunto questo obiettivo con le mascherine Co-ver».

Per ottenere questa importante certificazione, Quid ha dovuto implementare e affinare un Sistema Qualità, dimostrando la tracciabilità dei prodotti e incontrando gli standard specifici di produzione richiesti dall’ISS. Dalle autorizzazioni rilasciate fino a oggi, Quid risulta essere la 6a azienda in Italia su 268 proponenti a ricevere il placet per la creazione di mascherine, oltre ad essere con ogni probabilità una delle prime per le mascherine in tessuto lavabile. Il DPI Co-ver è un prodotto Made in Italy realizzato principalmente nel laboratorio veronese di Quid, con il supporto della cooperativa esterna Art Lining e di altre realtà del territorio che hanno dimostrato di mantenere gli stessi standard qualitativi richiesti.

Le mascherine Co-ver saranno disponibili da venerdì 24 aprile per l’acquisto online, all’indirizzo MascherineFaccialiLavabiliQuid, in pack da 6, 50 o 100 pezzi, come quelle già presenti on-line. Per ordini superiori ai 300 pezzi, scrivere all’indirizzo e-mail commerciale2@progettoquid.it.

Infine va detto che l’attenzione di Quid non va solo al rilancio del ciclo produttivo, ma anche ai propri dipendenti. Anna Fiscale racconta che, sempre con l’obiettivo di garantire una continuità di supporto a chi sta intraprendendo un percorso di reinserimento lavorativo, in Quid hanno potenziato il programma di welfare, Libera-mente, oggi attivo anche in remoto. In futuro, per garantire che tutti in Quid possano usufruire degli aiuti disponibili, prevedono un rafforzamento della presenza della loro Welfare Officer e del personale coinvolto nella gestione delle risorse umane.

«Quando questa l’emergenza terminerà- conclude Anna – sappiamo che sul lungo termine ci attende la sfida più grande: quella di far ripartire assieme al nostro Paese anche realtà come Quid. Programmavamo nuove aperture, necessiteremo invece di tempo e risorse per riaprire negozi già consolidati. Ci saranno costi strategici a cui non saremo in grado di fare fronte da soli. Anche in queste circostanze, tuttavia, non rinunceremo ai programmi di formazione per risorse neo-inserite, tirocinanti e coordinatori in crescita. Perché sarà proprio nei prossimi mesi che il Paese avrà più bisogno di noi, e che noi avremo bisogno di voi. Ce la stiamo mettendo tutta per trasformare i limiti in punti di partenza e per usare questo tempo sospeso per progettare assieme il futuro».


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