Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Steni Di Piazza (M5S): «Ma che sanatoria qui si tratta di ricoscere il diritto all’esistenza di persone che vivono tra noi»

Il sottosegretario al Ministero del Lavoro: «La regolarizzazione va fatta per un motivo ben preciso: in questo momento stiamo vivendo un’emergenza particolare sotto 3 aspetti. La prima di tipo sanitario, la seconda di tipo economica e infine un’emergenza sociale e chi governa non può continuare a non vedere oltre 600mila persone che vivono tra noi e lavorano per noi».

di Riccardo Bonacina

"No a una sanatoria dei migranti nell'agricoltura”, ha tuonato il capo politico del M5S VIto Crimi replicando alla ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova che quache giorno fa aveva proposto di "regolarizzare i cittadini senza permesso di soggiorno che sono in Italia" e che oggi di fronte a questa chiusura del Movimento, minaccia le dimissioni. E rilancia così: "Facciamo lavorare in modo regolare i cittadini senza permesso di soggiorno che sono in Italia – aveva detto nei giorni scorsi la ministra – oppure le aziende lasceranno marcire i prodotti. Oppure le aziende li utilizzeranno in modo irregolare, magari anche attraverso la criminalità''.

Steni Di Piazza che è parlamentare del Movimento 5 Stelle e sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con delega all'integrazione non ha dubbi: «Il ministro Bellanova è un politico di razza, la stimo molto e non da oggi ma da quando era sottosegretaria proprio al ministero del Lavoro, e dice una cosa ovvia perché la regolarizzazione va fatta per un motivo ben preciso: in questo momento stiamo vivendo un’emergenza particolare sotto 3 aspetti. La prima di tipo sanitario, la seconda di tipo economica e infine un’emergenza sociale».

Vediamole in ordine sottosegretario.

Steni Di Piazza: «L'emergenza sanitaria. Noi abbiamo l’obbligo di tracciare tutti coloro che vivomno sul territorio italiano perché dobbiamo creare le condizioni affinché il virus non torni in una seconda ondata. Per fare questo non possiamo continuare a pensare che oltre 600mila persone attualmente presenti e lavoranti sul territorio italiano, e non italiane, continuino ad essere fantasmi per le istituzioni. L'emergenza economica: sappiamo che ci sono tutta una serie di lavori di bassa qualità ma dignitosissimi e indispensabili per la nostra vita, per esempio in agricoltura o nell’assistenza familiare o ancora nelle professioni di cura nei confronti dei quali c’è più offerta di lavoro che domanda. Molte badanti e colf sono andate nei propri paesi d’origine così come molti braccianti, ma allora diamo l’opportunità a chi lavora sul nostro territorio ed è straniero di essere regolarizzato, versando contributi e tasse oggi anche necessari. Infine c'è un'emergenza sociale, gli stranieri che lavorano tra noi e per noi debbono uscire dalla condizione di irregolarità e di lavoro nero. Come ha detto Papa Francesco poroprio stamattina, dobbiamo “restituire a tutti la dignità del lavoro e la dignità di persona”».

Eppure Crimi, il capo politico dei Cinque stelle è sembrato perentorio nelle sue esternazioni “Se l'intenzione è di fare una sanatoria modello Maroni, noi non ci stiamo”.

Steni Di Piazza: «Ribadisco, c'è un errore di comprensione forse, un equivoco che è opportuno chiarire, nel provvedimento in capo al Ministero dell'Interno non c’è nessuna sanatoria, qui si parla di integrazione ed emersione. Dobbiamo stabilire come si emerge dal lavoro nero, dando anche una risposta all’emergenza sanitaria ed a quella sociale e civile di cui abbiamo parlato. Cos’è una sanatoria? È un atto legislativo o amministrativo che cancella le sanzioni previste dalla legge per un determinato comportamento (palazzina abusiva, tasse non pagate o altro). Qui si parla di integrazione sociale, si parla di mettere delle persone che già vivono tra noi nelle condizioni di esistere oltre che davanti a Dio anche davanti agli uomini. Il diritto all’esistenza e alla vita degna di una persona viene prima di tutto. Qui non c’è niente da sanare c’è un diritto elementare da riconoscere, la dignità del lavoro che non può continuare ad essere in nero e a profitto della criminalità, e la dignità di vita di chi non è un fantasma ma una persona inn carne ed ossa che vive e lavora per noi. Non è possibile continuare a chiudere gli occhi.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA