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L’Albero della Vita consegna buoni spesa e tablet alle famiglie in povertà

La Fondazione ha distribuito 2mila buoni spesa a famiglie in povertà nel mese di aprile. Per maggio in arrivo altri 3mila aiuti alimentari.In questo momento specifico le famiglie chiedono aiuto, cibo, beni di prima necessità, indicazioni per le mense, soldi per pagare le bollette e l'affitto. Chiedono inoltre un supporto per aiutare i propri figli nella didattica a distanza

di Redazione

Un aiuto importante quello messo in campo da Fondazione L’Albero della Vita a favore dei nuclei che vivono in condizioni di estrema povertà che con l’arrivo del Covid19 hanno visto aggravarsi la loro situazione al punto di non aver nulla da mettere a tavola per cena e non poter garantire una connessione con la scuola ai propri figli.

L’ente che dal 2014 conosce le realtà delle famiglie a rischio di esclusione sociale, attraverso il programma di contrasto alla povertà minorile, VARCARE LA SOGLIA, attivo nelle città di Palermo, Catanzaro, Napoli, Genova, Milano e Legnano, si è attivato velocemente per portare un aiuto concreto alle famiglie che vivevano già in una situazione di grande fragilità e precarietà prima di questa grande emergenza (secondo gli ultimi dati Istat sono oltre 1,8 milioni le famiglie in Italia che vivono in condizioni di povertà assoluta).

Esclusione educativa e fame sono i due bisogni principali sui quali si è focalizzato immediatamente L’Albero della Vita, dall’inizio della Pandemia, che a fine maggio arriverà a consegnare un totale di oltre 5.000 buoni pasto inviati direttamente sui cellulari da consumare nei negozi più vicini alle abitazioni, e più di 700 dispositivi e connessioni su tutto il territorio nazionale. Il nostro intervento è stato in crescendoracconta Ivano Abbruzzi – direttore generale dell’Ente,Tra la prima settimana, alla fine di marzo, e l’ultima di aprile, il nr di buoni spesa da 50 euro cadauno è aumentato in maniera esponenziale. Abbiamo inserito anche nuove famiglie nel nostro programma, su indicazione dei servizi territoriali locali che avevano difficoltà a far fronte a tutte le richieste. Nel mese di maggio contiamo di distribuire altri 3.000 aiuti alimentari”.

In questo momento specifico le famiglie chiedono aiuto, cibo, beni di prima necessità, indicazioni per le mense, soldi per pagare le bollette l'affitto e della gestione della casa, chiedono un supporto per aiutare i propri figli nella DAD (didattica a distanza). Ci troviamo di fronte all’esplosione di una richiesta immediata e tangibile di aiuto concreto, che non eravamo abituati a vedere in questa entità. Nel contempo, aumenta il bisogno di ascolto, sostegno psicologico e di orientamento per le pratiche burocratiche legate alle misure di sostegno e di lavoro.

La situazione di difficoltà è diffusa in tutta Italia ma sembrano soffrire di più le città del Mezzogiorno dove si sta consumando, in maniera silenziosa, una vera emergenza nell’emergenza all’interno di queste famiglie già duramente segnate prima del Covid19: sono costrette a stare in spazi abitativi molto piccoli, spesso in 4 o 5, con situazioni non certo adatte a bambini, con scarsa connessione alla rete, pochissimi soldi, perché spesso i genitori sono senza lavoro, o hanno un lavoro precario, privo di protezioni sociali, e perciò difficilmente potranno accedere anche ai nuovi ammortizzatori sociali (cassa integrazione in deroga, estensione del fondo di integrazione salariale anche alle micro-imprese). Senza parlare delle situazioni di violenza domestica, molto sovente associata a situazioni di degrado. In tutto questo, i bambini sono quelli che pagano il prezzo più alto. La sospensione delle lezioni e la chiusura di tutte le attività educative dedicate ai bambini e ai ragazzi più svantaggiati rischia di creare un'emergenza parallela a quella sanitaria, anche se invisibile e non documentata dal bollettino quotidiano dei contagiati e dei morti. Sono bambini che erano abituati a consumare l’unico pasto della giornata alla mensa scolastica e che ora, vedono la gente che affolla i supermercati, piangono perché dicono ai loro genitori “Noi moriremo di fame”. Ci riportano questo le nostre famiglie.

Gli ultimi dati riportati da OCSE non sono per nulla rassicuranti, il 27% della popolazione italiana rischia di finire in povertà se dovesse perdere tre mesi consecutivi di stipendio, scenario che in questa situazione data dall’emergenza Coronavirus potrebbe diventare a breve una triste realtà.

Per supportare questo importante programma è stata attivata una raccolta fondi straordinaria su https://www.alberodellavita.org/emergenza-coronavirus-come-aiutiamo-i-bambini-italiani/ e su https://www.facebook.com/donate/2653014378318701/ alla quale stanno aderendo con grande partecipazione privati cittadini, aziende e imprenditori.