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Gualtieri: «Terzo settore imprescindibile per il rilancio economico del Paese»

Il ministro dell’Economia e delle Finanze: «I soggetti del sociale saranno chiamati a partecipare alla costruzione del Recovery Plan italiano dei prossimi mesi: per ripartire abbiamo la necessità di un patto rifondante e generativo fra pubblico, privato, Terzo settore, forze sociali e forze produttive». Il servizio civile? «Le risorse per accrescere ulteriormente il fondo ci sono»

di Redazione

Non è stato un intervento di prammatica quello del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri questo pomeriggio in occasione del primo incontro della II edizione di “Cantieri ViceVersa – Network finanziari per il Terzo Settore” organizzato da Forum del Terzo Settore e Forum per la Finanza sostenibile.

Innanzitutto il ministro ha dato una notizia: non solo il Governo auspica che il Parlamento accresca la dotazione di appena 20 milioni che il decreto Rilancio destina al Fondo per servizio civile universale, «ma sappiamo già dove andare a prendere le risorse avendo previsto fondi aggiuntivi per finanziare le proposte che saranno votate dai parlamentari, che quindi non saranno chiamati alla semplice riallocazione di risorse già previste». Gualtieri non si spinge a dare numeri, ma una presa di posizione così forte sul servizio civile da parte di via XX settembre è un segnale rilevante e non consueto.

Il ministro ha poi allargato il raggio della riflessione: «È un momento molto difficile in cui siamo impegnati a sostenere il nostro sistema produttivo e il nostro sistema sociale, ma siamo anche impegnati sul fronte del rilancio dell’economia. Noi consideriamo fondamentale un dialogo e una partnership col mondo del Terzo settore, non solo perché è impattato anche esso dalle conseguenze dirette ed indirette della pandemia e quindi va aiutato al pari di molti altri settori, ma anche perché è un partner importante, direi decisivo per l’azione di contrasto e di contenimento di questa crisi e la costruzione di un rilancio»

Rispetto alla produzione normativa di emergenza e rilancio «siamo pronti a confrontarci nel merito delle proposte migliorative che il Terzo settore ha fatto nei confronti del decreto Rilancio, ma anche di ragionare su come rafforzare ulteriormente la collaborazione per la fase della ripresa sia sul piano delle politiche nazionali, sia sul piano delle politiche europee del Recovery fund (o meglio detto dell’Eu Next Generation Plan). Col decreto Rilancio abbiamo fatto un salto di qualità che credo fosse necessario. Abbiamo cercato di includere il Terzo settore pienamente dentro i vari capitoli delle nostre politiche considerando la coesione sociale un elemento imprescindibile anche per l’efficacia delle risposte sul piano economico». E nello specifico: «Sono d’accordo sul modificare il decreto Liquidità al fine di estendere anche agli enti del Terzo settore la possibilità l’accesso ai finanziamenti erogati grazie al Fondo di Garanzia per le PMI (art. 13 del D.L. 13/2020), per un importo fino a 100 milioni di euro. Ne stiamo parlando anche col ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli».

Gualtieri ha poi voluto rimarcare la collocazione del sociale fra i soggetti con cui dialogare per fronteggiare la crisi economica. Ha detto il ministro: «Il Recovery Plan italiano va costruito attraverso un dialogo con i maggiori protagonisti dell’economia e del sociale e i soggetti del Terzo settore sono senz’altro fra questi e saranno chiamati a partecipare alla scrittura di questo Piano che dovremo presentare a settembre insieme alla nota di aggiornamento del Def. La manovra di Bilancio sarà incentrata proprio sul piano per la ripresa sia dal punto di vista delle risorse, sia dal punto di vista dell’impostazione delle priorità che vogliamo abbia un respiro pluriennale. Innovation deal, sostenibilità e innovazione e coesione sociale e territoriale sono questi gli assi fondamentali di un lavoro che deve puntare su investimenti pubblici e privati come perno. Io penso che la crisi del Coronavirus rafforza la necessità di lavorare su questa strada: quello che è emerso con evidenza che quanto più le società sono coese, tanto più sono in grado di sostenere impatti come quelli di questa crisi».

«Come abbiamo capito nella fase di contenimento», ha concluso il ministro, «la partecipazione attiva della società è un elemento necessario, da sole le norme non bastano. Questo principio ora deve essere messo a frutto anche nella fase del rilancio: gli attori del Terzo settore e della finanza sostenibile che rendono possibile la partecipazione civica alle politiche pubbliche e al bene comune sono particolarmente importanti. Da qui la necessità di un patto rifondante e generativo fra pubblico, privato, Terzo settore, forze sociali e forze produttive a vari livelli di governo».


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