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Bonetti: «firmerò oggi un avviso per sostenere gli enti autorizzati»

In arrivo risorse «per il rimborso delle spese straordinarie sostenute dagli enti in questo periodo di emergenza, in segno di riconoscimento del percorso fatto». Lo ha annunciato la ministra Elena Bonetti, presidente della CAI, nel webinar di presentazione dei nuovi percorsi di formazione sull'adozione promossi dalla CAI e dall'Istituto degli Innocenti. Quattrocento gli abbinamenti in corso, in attesa di arrivare alla meta

di Sara De Carli

La ministra Elena Bonetti firmerà oggi un avviso per sostenere gli enti autorizzati alle adozioni internazionali, «per il rimborso delle spese straordinarie sostenute da essi in questo periodo di emergenza, in segno di riconoscimento del percorso fatto». Lo ha annunciato la ministra nel corso dell’evento “L’adozione si trasforma: risposte nuove ai nuovi bisogni dei bambini”, per la presentazione dei nuovi percorsi di formazione a distanza sull’adozione promossi dalla CAI e dal l’Istituto degli Innocenti in collaborazione con gli Enti Autorizzati. Un progetto formativo che si sviluppa su tre percorsi specifici, uno di area giuridica per avvocati, giudici onorari, magistrati e operatori della giustizia; uno di area psico-sociale per assistenti sociali, psicologi, educatori, operatori socio-sanitari, del privato sociale che si occupano di adozioni internazionale, operatori degli Enti Autorizzati e i volontari dell’associazionismo; uno sulla scuola indirizzato a insegnanti e operatori della scuola. Nel primo semestre del 2020 i dati parlano di appena 200 adozioni concluse, contro le 400, già scarse, dello scorso anno. Laura Laera, fino a pochi giorni fa vice-presidente della CAI, ha parlato di 400 abbinamenti in corso, con il problema dei tribunali che sono ancora chiusi o lavorano a orario ridotto.

La ministra Bonetti, nel concludere la mattinata, ha confessato l’arricchimento dell’aver fatto ingresso, come ministro, «nel mondo delle adozioni internazionali». Un’esperienza «del tutto nuova» ma «arricchente anche dal punto di vista genitoriale ed educativo perché si tratta sostanzialmente di una esperienza di relazione, di una relazione che scatta nell’incontro di vite. Questo è un accento importante da mettere, perché aiuta a leggere l’adozione non solo come la scelta di iniziare un percorso né come accoglienza di un piccolo all’interno della famiglia, ma comporta l’esercizio di una responsabilità ben più grande, che impone di lasciarsi tutti contaminare da questi bambino o bambina che arriva». Parlare di diritti dei bambini, ha proseguito la ministra, significa «che si attiva una responsabilità di carattere genitoriale che si mette a servizio di una tutela e di un diritto altro. Per quello tutti i percorsi che stiamo costruendo hanno questa attenzione, questa centralità del bambino. La responsabilità apre all’esperienza della comunità, perché c’è una comunità che si deva fare responsabile di questi bambini». Il sostegno all’adozione internazionale «deve comportare scelte concrete, ne sono consapevole, dal favorire rapporti con altri Stati all’organizzazione interna, perché il percorso adottivo non è solo quello che accompagna le persone dalla scelta all’accoglienza ma c’è tutto il dopo che va custodito e portato a compimento. Il tema non è accompagnare una fragilità o criticità ma per rendere compiuto quell’atto generativo che è l’adozione».


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