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L’arte non è un banale “ristoro”, ma risorsa vera per l’anima

Emilio Isgrò, che ha donato alla città di Brescia un'opera monumentale di 200 mq, spiega: «in tempi bui, molto bui l'arte è un legame per l'anima». Generare cultura, praticarla: sono necessità primarie per l'uomo. Un segno controcorrente, in un momento in cui l'arte viene considerata come orpello sacrificabile

di Marco Dotti

Una superficie d circa 200 mq coperta da 205 pannelli di fibrocemento fresati. Da ieri, alla fermata “Stazione FS” della metropolitana di Brescia, i cittadini di una delle città più colpite dalla prima, tremenda ondata della pandemia saranno accolti dall'Incancellabile Vittoria che l’artista siciliano Emilio Isgrò ha donato alla città.

Mentre il Paese si appresta a chiudere teatri e cinema, scuole (pare) e altri luoghi di creazione e scambio intellettuale, Brescia va contro corrente: i 205 pannelli di fibrocemento fresati dell'opera hanno come soggetto presenta la sagoma della Vittoria Alata, che si alza dalle cancellature tipiche di Isgrò. La cultura vola più alta. Più alta delle polemiche, delle chiacchiere, delle rincorse a vuoto e dei – termine ridicolo – "ristori"-

L’installazione, realizzata sulla parete nord della fermata metropolitana, e quindi nella porta di ingresso della città diventa simbolo di accoglienza, ed è una delle tapper per celebrare il ritorno a Brescia della Vittoria Alata, monumento simbolo della città nonché una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana, dopo due anni di restauro all’Opificio delle pietre dure di Firenze.

Nella lettura dell’artista siciliano la silhouette della dea romana, tratteggiata di colore rosso e riconoscibile dalle ali e dalla posizione alzata delle braccia, emerge da una più ampia griglia composta da cancellature nere su un brano tratto dall’Eneide di Virgilio.

Le cancellature sono state operate in profondità, oltre che con livelli differenti rispetto alle lettere del testo. In questo modo è stato ottenuto un effetto di chiaroscuro tipico del bassorilievo scultoreo.

L'arte? Un modo – non tra tanti – per rigenerare il legame sociale, generando pensiero. «L'arte, come le religioni, in tempi bui e molto bui sono legame e collante per lo spirito», ha spiegato l'artista. Scriveva Artaud: «nessuno ha mai scritto, composto, creato se non per uscire dall'inferno». È proprio così.

La cultura non si ferma è il tema di due talk che Vita organizza per domani e dopodomani, alle 18,30, sulla sua pagina facebook.


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