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Ok agli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari

A una settimana dalla Giornata mondiale dei diritti delle persone con disabilità la notizia che la Riforma della Sport garantisce gli stessi diritti a tutti gli atleti. «Un provvedimento di civiltà che pone fine a una disparità che non aveva ragione di esistere», commenta Luca Pancalli presidente del Comitato italiano paralimpico. «Una svolta culturale, storica e necessaria» la definisce Giusy Versace, atleta e parlamentare che si è battuta per questo risultato

di Antonietta Nembri

Tra i cinque decreti approvati dal Consiglio dei Ministri sulla Riforma dello Sport ce n’è uno che riconosce pari opportunità agli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello Stato. La notizia che arriva a una settimana dalla Giornata mondiale dei diritti delle persone con disabilità del prossimo 3 dicembre è stata salutata molto favorevolmente dal Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano Paralimpico che l’ha definita “straordinaria” non solo per il movimento paralimpico italiano ma per tutto lo sport italiano.
«Si tratta di un provvedimento di civiltà che pone fine a una disparità che non aveva ragione di esistere e che, allo stesso tempo, ha il merito di inviare un importante segnale culturale a tutto il Paese per una piena inclusione delle persone con disabilità e per il riconoscimento di uguali diritti per tutti» ha commentato Pancalli che ha aggiunto: «Voglio cogliere l'occasione per esprimere il mio ringraziamento al Governo italiano e in particolare al ministro Spadafora per aver mantenuto questo impegno». Per il presidente del Cip «si tratta di un sogno che ho cullato da atleta e inseguito da dirigente e uomo di sport negli ultimi 20 anni e che oggi vede, finalmente, la sua piena realizzazione. Un ringraziamento va anche all'onorevole e atleta paralimpica Giusy Versace che, con il suo lavoro all'interno del Parlamento, ha dato un contributo importantissimo per la definizione di questo testo legislativo. Per il movimento paralimpico si apre una nuova pagina».

Giusy Versace, atleta paralimpica e parlamentare di FI, nell’aprile del 2019 (nell'immagine la conferenza stampa fatta per la presentazione) è stata la prima firmataria di una proposta di legge sul tema che ha stimolato l’attenzione del Governo. «Pochi sanno che gli atleti paralimpici nei gruppi sportivi non sono stipendiati, non hanno contributi, tutele sanitarie e non hanno quella preziosa possibilità, al termine della propria carriera agonistica, di poter scegliere se congedarsi o prendere servizio all’interno del Corpo o del ministero di appartenenza» spiega Versace che ricorda come la disparità con gli altri atleti nasceva da una «barriera culturale». Per abbattere la quale insiste la deputata «è mancata la volontà politica e la voce del Comitato Italiano Paralimpico, nonostante gli sforzi, non è bastata a smuovere le coscienze e l’interesse dei governi precedenti. Per anni se n’è parlato a tutti i livelli e in tutti gli ambienti, ma la verità è che nessuno in Parlamento prima di me aveva mai lavorato per modificare la normativa».

«Grazie alla mia iniziativa legislativa, i riflettori si sono accesi tanto da attirare l’attenzione del Governo e del ministro Spadafora che l’ha inserita tra i punti oggetto della Riforma dello Sport. In questo percorso, non nascondo di aver incontrato ostacoli, ma ho impiegato la stessa determinazione che usavo nelle gare e ne è valsa la pena. Anche se questa legge non porterà mai il mio nome, sono fiera del lavoro portato avanti e ringrazio il ministro Spadafora per avermelo riconosciuto anche pubblicamente» conclude Giusy Versace «Questa legge rappresenta una svolta culturale, storica e necessaria che, sono certa, gioverà molto anche alla crescita del movimento paralimpico, perché diventerà ulteriore stimolo a lavorare meglio e di più per tanti ragazzi con disabilità, che si sentiranno spronati ad alzare l’asticella per ambire ad entrare in un gruppo sportivo».

In apertura immagine da comitatoparalimpico.it – Foto Bizzi


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