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Servizio civile universale, c’è il Piano 2021

Il ministro Vincenzo Spadafora ha firmato il decreto di programmazione del Scu. In coerenza con le previsioni del Piano triennale 2020-2022 e in continuità con quello del 2020 vengono confermati gli 11 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i 15 ambiti di azione su cui gli enti devono incentrare i propri programmi di intervento

di Redazione

Dal ministro per le politiche giovanili e lo sport, con delega in materia di servizio civile universale, Vincenzo Spadafora, è stato firmato il decreto di approvazione del secondo Piano annuale (al link e in allegato a fondo pagina) della programmazione triennale 2020-2022 del Servizio civile universale.

Il Piano 2021 – si legge in una nota pubblicata dal Dipartimento per le Politiche Giovnili e il Servizio civile universale – ha ricevuto il parere favorevole della Consulta nazionale per il servizio civile universale e l’intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, così come previsto dall’art. 4 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n.40.

Dopo un’analisi di contesto, che tiene conto di diverse dimensioni: gli esiti del primo anno di sperimentazione della nuova programmazione; la rinnovata realtà del sistema servizio civile con l’entrata a regime del nuovo Albo degli enti di servizio civile universale; gli effetti dell’emergenza Covid-19 sul sistema servizio civile e nel più ampio contesto del Paese; le linee programmatiche del Governo, il nuovo Piano – in coerenza con le previsioni del Piano triennale 2020-2022 e in continuità con il Piano annuale 2020- conferma gli 11 obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i 15 ambiti di azione su cui gli enti devono incentrare i propri programmi di intervento.
Anche alla luce di quanto emerso in occasione della recente emergenza epidemiologica, nel corso della quale il “sistema servizio civile” ha saputo adattarsi alle nuove esigenze sopraggiunte, si è ritenuto che gli ambiti già indicati rispondano complessivamente alle necessità del Paese, sia con riferimento alla situazione immanente, sia in relazione all’impegno per la ripresa e la resilienza, su cui si concentrerà l’azione del “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, predisposto dal Governo, con le sue aree tematiche strutturali di intervento.

Viene data continuità anche agli standard qualitativi e agli indirizzi generali dettati dalla programmazione triennale 2020-2022, prevedendo, in aggiunta, una specifica attenzione su alcune misure proposte dal D.lgs. 40 del 2017 che necessitano di ulteriori strumenti per favorirne l’attuazione e l’ottimizzazione dei risultati. In particolare, da un lato si vuole ampliare la “categoria” dei giovani con minori opportunità e dall’altro si mira a favorire l'adozione di tale misura nei programmi di intervento, incentivando le ulteriori misure a favore dei giovani, in particolare quella relativa al periodo fino a tre mesi in uno degli altri Paesi dell’Unione Europea. Nel piano, in particolare, si fa anche riferimento all’ampliamento “della ‘categoria’ dei giovani con minori opportunità, includendo anche i “care leavers”, ossia quei giovani che dopo i diciotto anni vivono al di fuori della propria famiglia di origine in virtù di un provvedimento dell’autorità giudiziaria, e più in generale i giovani che vivono una condizione di disagio sociale”.

Il quadro delle risorse fa riferimento a quanto attualmente previsto sul Fondo nazionale del servizio civile, richiamando le ipotesi di implementazione contemplate nel disegno di legge di bilancio.

Il cambio di approccio, delineato con il Piano triennale 2020-22 e il Piano annuale 2020, è stato sperimentato, nonostante le criticità globali del momento, con importanti risultati che hanno contribuito a valorizzare l’intero sistema del servizio civile. Il Piano 2021 consentirà di affinare ulteriormente gli strumenti previsti dalla programmazione triennale ai fini dell’attuazione delle novità introdotte dalla riforma dell’istituto del servizio civile universale, delineata con il D.lgs. 40/2017.


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