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La Lombardia tra zona rossa e zona gialla: colpa di un algoritmo che nessuno ha visto?

Non c'è trasparenza sui dati del contagio, ma il problema è a monte: sappiamo davvero come funziona - e se funziona - l'algoritmo che determina il colore delle Regioni, segnando il destino di milioni di persone? Il caso-Lombardia è solo la punta dell'iceberg: manca trasparenza sui dati e sulla black-box del presunto algoritmo

di Redazione

Le Regioni? Appese a un algoritmo che nessuno ha visto. Lo scrivevamo il 6 novembre scorso, chiedendo se davvero la black box che definisce i colori delle Regioni fosse nota, chiara. Accessibile. A quanto pare, no.

LEGGI LA NOSTRA INCHIESTA: REGIONI APPESE A UN ALGORITMO CHE NESSUNO HA VISTO

Non solo perché di risposte alle nostre domande tecniche non ne sono mai arrivate, ma perché il caso-Lombardia, la Regione che per una serie di errori sarebbe stata calcolata come rossa, quando doveva essere arancione, ha portato ancora una volta alla ribalta il tema. Attenzione al tema, dunque: non è tanto questione di open data. È qualcosa che sta a monte.

In conferenza stampa, oggi, Marco Trivelli, direttore generale dell'assessorato al welfare della Regione Lombardia, ha rimarcato il problema: «è accaduto qualcosa nell’ambito dell’operatività dell’Istituto superiore di sanità che non ci è noto, perché il meccanismo di calcolo complessivo dell’Rt non è trasparente».

Ha spiegato Trivelli che «l’informazione dei guariti non ha determinato l’anomalia del rapporto n. 35. Quella è una fake news. L’allineamento dei dati tra Rt ospedaliero e Rt per sintomi, come anche per altre informazioni che emergono dai report dell’Iss, è sempre stato coerente. L’anomalia si è creata nella settimana 35, per questo è stato chiesto un approfondimento tecnico». Ma proprio questo approfondimento, ha concluso Trivelli, ha permesso di capire che «i flussi in Regione Lombardia sono sempre stati costanti, accettati e confermati».

«Noi – ha precisato il governatore Attilio Fontana – non abbiamo mai sbagliato a dare i dati, non abbiamo mai rettificato. Abbiamo risposto alla loro richiesta per capire se con questa implementazione si potesse arrivare a ricostruzione più veritiera».

«Il ministro Speranza, inoltre – ha denunciato il governatore – pretendeva che dicessimo che c’era stato un errore nostro. Ma non potevamo accettarlo per la dignità della Regione, per le nostre famiglie e le imprese. Credo che tale dichiarazione si commenti da sola. Non ammetterò mai che ci sia stato un errore nella comunicazione dei dati che sono stati sempre comunicati in maniera chiara e trasparente. E’ veramente brutto e inaccettabile che si debbano rappresentare fatti non veri».

Problema di algoritmo, quindi? L'Istituto Superiore di Sanità, con un suo comunicato stampa, in serata fa sapere che «l'algoritmo utilizzato dall’Istituto Superiore di Sanità è corretto, da aprile non è mai cambiato ed è uguale per tutte le Regioni che lo hanno utilizzato finora senza alcun problema». A questo punto, aprire la black box di quell'algoritmo e renderlo pubblico e accessibiòe non dovrebbe essere un problema, ma un contributo alla chiarezza e alla trasparenza.


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